Un'atmosfera cupa attraversa tutta la Locandiera B&B, l’ultima opera di Edoardo Erba. Il drammaturgo pavese non rinuncia, come nel suo stile, a far ridere amaramente il pubblico nello spettacolo che debutta al Teatro della Pergola di Firenze dal 14 al 19 marzo 2017. La brillante Laura Morante torna sul palcoscenico, dopo l'accreditata carriera cinematografica con film come La stanza del figlio, regia di Nanni Moretti (2001) e Ricordati di me di Gabriele Muccino (2003), e appare così splendida da lasciare in ombra il resto del cast. L'attrice si inserisce nella tradizione delle Mirandoline goldoniane dopo le grandi Valeria Moriconi (1965) e Carla Gravina (1979) che hanno calcato le scene del medesimo Teatro fiorentino.
Erba, in questa nuova drammaturgia, si è liberamente ispirato alla Locandiera del 1753 di Carlo Goldoni, quasi facendo dimenticare l’originale. Il fondamento della messa in scena è la stessa: una locanda da gestire (nella rappresentazione Bed&Breakfast) e sette personaggi tra cui Mirandolina, la protagonista, qui abbreviata in Mira, così come bisillabici sono i nomi degli altri sei.
Siamo in un'antica villa dove Mira si ritrova ad una serata organizzata dal marito con ambigui uomini d'affari e due commedianti, con un ruolo non ben definito. La padrona di casa appare ingenua e sopraffatta dagli eventi e cerca di sostenere la serata programmata dall'uomo richiamato da tutti, che, però, non si palesa mai. Conferma della sua reale esistenza ci viene data solo dopo settantacinque minuti di spettacolo, attraverso una telefonata, dopo la quale scompare definitivamente.
Brizio, il contabile della famiglia, a metà della cena lascia la casa senza spiegazioni e abbandona la donna disperata di fronte ai due ospiti che la corteggiano. Appena suona il campanello Mira corre ad aprire e si ritrova davanti uno sconosciuto, il signor Riva, che le chiede una stanza per riposare. La stessa, inizialmente sorpresa e impaurita che la serata possa complicarsi ulteriormente, si affida a lui per affrontare una situazione colma di mistero e oscurità. Durante la conversazione emergono squarci inquietanti sulle attività del marito assente e anche l'ombroso ultimo visitatore non è un alleato, come sperava ingenuamente la donna.
Il primo dei due atti che compongono la storia provoca nel pubblico un effetto di straniamento che troverà una spiegazione solo nel finale. Questa messinscena va letta al contrario: nel primo atto sono presenti depistaggi voluti e solo negli ultimi cinque minuti della rappresentazione riconosciamo la trasformazione di Mira in Mirandolina, il personaggio goldoniano. Entrambe hanno l'astuzia e la capacità di sedurre gli uomini, che le rendono imbattibili. Mira, infatti, riesce a liberarsi degli ospiti, del marito e, furba come una volpe, arriva a prendere possesso anche di una valigia piena di soldi. La locandiera, infatti, si evolve, prende coscienza di ciò che le sta accadendo intorno e prende in mano la situazione, anche ai limiti del malaffare. “Da figura succube diventa protagonista. Questo spettacolo è una specie di thriller scherzoso” afferma Laura Morante. La coppia, Laura Morante e Roberto Andò, già collaudata nel 2013, lavora sui temi di una Locandiera attualizzata, mettendo in luce il parallelismo tra il ritratto di Mira e l'amorale Italia. Un Paese spinto dal desiderio di liberarsi dalle catene che lo legano al passato e dalla voglia di agire principalmente secondo il proprio interesse, in nome del quale tutti sono disposti a fare tutto. Se ne La locandiera Goldoni ironizza sull’aristocrazia, classe sociale ancora protagonista nella sua epoca, Erba, rivolge l'attenzione agli aristocratici moderni, gli affaristi, i business men.
Interessante il paragone fatto da Francesco Vignaroli tra i colori della scenografia e lo spettacolo, molto realistico e icastico, descrivendo la messa in scena del regista Roberto Andò come una sala colma di nebbia, creando un’aura di mistero, omettendo molto e lasciando irrisolti molti interrogativi.
Gianni Carluccio utilizza un'alternanza di luci e ombre per aumentare la tensione nei cambi di scena e nei dialoghi tra la protagonista e i vari personaggi all'inizio della mise en scène e ai giochi di mistero delle scene si aggiungono gli ansiogeni temi musicali di Hubert Westkemper, che rendono lo spettacolo firmato da Roberto Andò ancora più angosciante.
Letizia Borrini
Letizia Borrini con questo articolo ha partecipato al concorso "Reporter a Teatro" indetto dal Portalegiovani del Comune di Firenze e dalla Fondazione Teatro della Toscana.