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mercoledì 24 aprile 2024

Reporter a Teatro: ''Una Locandiera nascosta'' di Chiara Bencivenni

13-07-2017
"Un classico è un’opera che provoca incessantemente un pulviscolo di discorsi critici su di sé, ma continuamente se li scrolla di dosso". Parole vere quelle di Italo Calvino e in linea con La Locandiera di Goldoni rivisitata e attualizzata da Edoardo Erba, che porta in scena alla Pergola di Firenze con la regia di Roberto Andò un’opera intrigante e noir che si allontana soltanto apparentemente dall’originale testo di Goldoni.
Mira, proprietaria di un B&B in apertura, si trova a dover gestire una cena con loschi uomini d’affari, invitati dal marito momentaneamente assente, e difficili da coinvolgere. Finita la cena, una serie di episodi rendono la mise en scène un vero e proprio facsimile al giallo, pieno di intrighi, che destabilizzano lo spettatore da un possibile collegamento con l’originale Locandiera goldoniana. È dopo la fine del primo atto che inizia ad essere tutto più chiaro al pubblico, che ricollegando tutti i fatti, ritrova una macchinosa Mirandolina celata dietro la grande Laura Morante, resa famosa da La stanza del figlio di Nanni Moretti e da Ricordati di me di Gabriele Muccino.
Anche gli altri personaggi de La Locandiera goldoniana sono presenti e facilmente rintracciabili dalla storpiatura dei loro nomi quali Albi per il Conte di Alba Fiorita e Poli per il Marchese di Forlinpopoli; Brizio non è altro che Fabrizio e Riva il Cavaliere di Ripafratta. Le uniche a mantenere i loro nomi intatti sono le due commedianti Dejanira ed Ortensia che per tutto il primo atto non deludono i personaggi originali di Goldoni.
Le attrici sono, proprio come nel testo autentico, attratte dai soldi dei due signori e capaci di utilizzare le loro doti teatrali per entrare nelle grazie di questi avventori.
Durante il secondo atto Dejanira e Ortensia cambiano completamente faccia e alternano momenti di schizofrenia ad altri di tranquillità dove però si vendono ai due uomini, anche se talvolta sembrano attrarsi a vicenda.
E questo secondo atto è ambientato, a differenza del primo, nel corridoio del B&B sul quale si affacciano tutte le camere degli ospiti, che aprendosi e chiudendosi, iniziano e terminano le singole vicende dei personaggi che finiscono poi con l’intrecciarsi e col portare paradossalmente al chiarimento di tutte le chiavi reinterpretative di Erba.
Solo alla fine infatti il ruolo della Locandiera intesa come personaggio scaltro e subdolo, si rivela; Mira riesce a far scappare tutti gli ospiti eliminando così ogni situazione pericolosa, fa assassinare Brizio, senza sporcarsi le mani; riesce così ad ottenere i soldi cui tutti ambivano e a convincere il marito a tornare.
Il personaggio di Mira alla fine ottiene il suo riscatto, risultando intrigante e completamente diversa da come era all'inizio.
Azzeccate sono le luci di Gianni Carluccio, assieme all'uso della musica di Hubert Westkemper che si rivela una perfetta colonna sonora cinematografica assimilabile ad un'altra voce narrativa.
Alla fine il pubblico risulta soddisfatto e appagato, soprattutto dall’astuzia di Mira, rispecchiatasi in Mirandolina che è riemersa dalla polvere dei tempi.

Chiara Bencivenni

Chiara Bencivenni con questo articolo ha partecipato al concorso "Reporter a Teatro" indetto dal Portalegiovani del Comune di Firenze e dalla Fondazione Teatro della Toscana.