Mira, la locandiera, è la protagonista della vicenda, donna scaltra e astuta, che si ritrova, nella scena iniziale, a dover gestire una situazione alquanto imbarazzante: il marito, con l’intenzione di vendere la casa, prossima a diventare un albergo, organizza una cena con quelli che sembrano semplici uomini d’affari. Questi si rivelano figure astruse, ognuna delle quali assume atteggiamenti particolari e che Mira interpreta con difficoltà. L’unica persona di sua conoscenza è il contabile, Brizio, il quale però abbandona l’abitazione nel bel mezzo della cena. La locandiera, attendendo freneticamente l’arrivo del marito tenta di prendere tempo, ma più si sforza più gli ospiti si innervosiscono, fino a quando suona il campanello e compare nella scena un uomo di nome Riva, che si spaccia per un semplice viandante in cerca di un posto dove trascorrere la notte, ma che poi assumerà un ruolo fondamentale nella vicenda.
L’abilità dell’autore Edoardo Erba sta nel gestire il complicato ruolo della locandiera, egregiamente interpretato da Laura Morante, attrice famosa per i celebri film La stanza del figlio di Nanni Moretti e Ricordati di me di Gabriele Muccino. Mira, che inizialmente appare impacciata nel dipanarte la complicata situazione, si rivela perfettamente abile nel pilotare la scena a suo favore e trarne vantaggio, come si vedrà nel finale del tutto inaspettato.
Nonostante il titolo ricordi, anzi coincida, con quello dell’opera goldoniana, i personaggi principali (in particolare la locandiera stessa) presentano aspetti ben diversi: Mirandolina infatti ricorre all’arte della seduzione per farsi beffe dei maschi e della loro presunzione di superiorità e quindi, Mira, una volta presa coscienza dell’influenza che ha nei confronti dell’altro sesso decide di ribaltare la situazione a suo vantaggio.
Tra gli aspetti che saltano subito all’occhio nello spettacolo vi è la spiccata prestazione della protagonista, di livello ben differente rispetto a quello degli altri attori, che entrano con difficoltà nel ruolo.
Per quanto riguarda la scenografia, firmata da Gianni Carluccio, questa è ben realizzata, composta, ordinata sia nel primo che nel secondo atto, nella quale la scena riesce a inserirsi perfettamente. Allo stesso modo i costumi sono semplici ma ricercati e abbinati al personaggio che li indossa, riescono a dare già a primo impatto informazioni sul personaggio stesso (come ad esempio i vestiti delle due ragazze comunicano la natura provocante delle giovani).
La reazione del pubblico può essere considerata nel complesso positiva, nonostante la presenza di persone che si aspettavano di assistere alla classica messinscena goldoniana della Locandiera.
Giulio Calise
Giulio Calise con questo articolo ha partecipato al concorso "Reporter a Teatro" indetto dal Portalegiovani del Comune di Firenze e dalla Fondazione Teatro della Toscana.