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venerdì 19 aprile 2024

Una vita per il teatro nei manifesti di Andrea Rauch

26-02-2019
Se ripenso all'anteprima della mostra appena vista dedicata ad Andrea Rauch e ai suoi manifesti per il Teatro della Pergola ho in mente solo il colore...illustrazioni, foto ma ancora colore. Linee forti ma allo stesso tempo semplici, pennellate vivaci accanto a font ricercati e mai scontati. Personaggi buffi, goffi: lo Stregatto, Ubu, Didi, Gogo insieme ai più seri Ibsen, Goldoni e Pirandello. La regina di cuori di Alice con un espressione arrabbiata accanto all'Urlo di Munch e poi qualche passo ed eccolo... un simpatico pinguino che suona il piano!

La raccolta di 60 manifesti, libri, opuscoli, scenografie e proiezioni, in mostra dal 27 febbraio al 14 aprile, è curata per la Fondazione Teatro della Toscana da Walter Sardonini, responsabile dell’identità visiva della Fondazione e rientra nelle attività del Centro Studi. Nessun manifesto dell'artista si limita ad annunciare uno spettacolo ma tutti invitano, incuriosiscono, catturano lo spettatore. La potenza del manifesto là sul muro che deve portare le persone poi effettivamente ad andarci a quello spettacolo.

Non avevo mai riflettuto sulla capacità comunicativa che ha un manifesto, un foglio di carta, già solamente un foglio di carta una tela vuota a disposizione dell'artista e devo dire che Rauch quei fogli li ha riempiti alla perfezione creando tele singolari che sono già loro stessi parte dell'opera teatrale.

Tornando al Portalegiovani e risfogliando la rivista della mostra "Andrea Rauch. Ai margini del teatro – Manifesti 1980-2018" ho letto queste parole dell'artista: "Il teatro è magico. Si tratti del Metropolitan di New York, della Scala di Milano, della Pergola di Firenze o del più umile e defilato spazio parrocchiale, il rito si ripete sempre uguale[...]Ecco: il teatro è tutto in quell'alzarsi del sipario[...]E' tutto nel desiderio e nell'aspettativa, e non importa poi se il testo è debole, la regia sommaria, la scena modesta, la recitazione insufficiente. L'anima del teatro ci ha già raggiunti e catturati. Siamo già entrati a far parte del rito.
Anche i manifesti rispondono allo stesso gioco. Annunciano uno spettacolo suonando la grancassa o il violino, ma non ci raccontano mai la storia per intero. Cercano di darci sensazioni, di suggerire più che mostrare.
Tu, rispettabile pubblico, devi essere catturato, incantato dal segno o dal colore, devi bere la coppa del mistero di un'immagine allusiva e seduttiva. Devi diventare attore, prima di entrare in sala, e immaginare, o sognare, lo spettacolo che vedrai.
Entra, ti prego, o mio pubblico, e lasciati cullare dal fascino ambiguo dell'illusione teatrale."

Ho pensato che nel mio piccolo mi è successa la stessa cosa aprendo la mail dell'invito alla mostra, sono stata catturata da quel "teschio" che mi ha incuriosito e mi ha fatto dire "voglio andare alla presentazione, voglio conoscere questo artista".
Mi viene dunque una riflessione spontanea: forse saranno cambiati i tempi e i modi di fare comunicazione ma la comunicazione quella efficace come quella di Ranch rimane la stessa, la potenza delle immagini e del colore.

Il progetto di allestimento è a cura di Goffredo Serrini e Claudio Zagaglia (SocialDesign), l’allestimento di Acme04. In mostra e presso la Libreria dei Lettori, Via della Pergola 12, è presente il catalogo, anch’esso curato da Sardonini, edito da La casa Husher.

Ingresso libero riservato ai possessori del biglietto dello spettacolo in programma alla Pergola.

Le foto della mostra sono visibili in Photogallery:
https://portalegiovani.comune.fi.it/photogallery/index.php  

Per maggiori informazioni: www.teatrodellatoscana.it 

Valentina Salomone