Città di Firenze
Home > Webzine > Giovani Reporter > "Spero di vedere tanti giovani in sala", Leonardo Manzan spiega il suo "Cirano deve morire"
domenica 22 dicembre 2024

"Spero di vedere tanti giovani in sala", Leonardo Manzan spiega il suo "Cirano deve morire"

09-03-2023

Sarà in scena dal 21 al 26 marzo al Teatro di Rifredi, via Vittorio Emanuele II, 303, con il suo spettacolo-concerto "Cirano deve morire" (qui la gallery) ma il giovane regista Leonardo Manzan ha già fatto una sorta di preview incontrando gli studenti delle scuole cittadine, delle accademie e delle scuole di recitazione, con l'intento di incuriosire e stimolare quello che è poi il target principale (ma non l'unico) del suo spettacolo. I giovani, appunto. "La spinta più bella di tutte per me è quella di dialogare con i ragazzi, che mi interessano più di quanto non mi interessino quelli più grandi di me - ha detto Manzan sulla scelta di incontrare gli studenti - Mi sento più vicino a loro, perchè lo spettacolo si rivolge a loro".
È a quelle generazioni, infatti, che oggi si sentono distanti dal teatro che Manzan, classe '92, parla. E lo fa partendo da un testo classico, probabilmente sconosciuto ai più giovani, ma con un linguaggio scelto appositamente per raggiungerli. Con un frizzante mix tra poesia romantica e rap feroce, tra il musical e il dj set, diventa un ponte fra ciò che era (e per certi versi è ancora) e ciò che è, in divenire. Quando si parla di giovani, il Portale non può certo mancare. La nostra redazione ha quindi partecipato ad uno di questi incontri, riuscendo a intervistare lo stesso regista per comprendere al meglio il senso dello spettacolo e delle sue scelte. 
"Cirano deve morire" è una riscrittura per tre voci del "Cyrano de Bergerac" di Edmond Rostand con testi e musiche originali dal vivo che trasforma la poesia di fine '800 in potenti versi rap. Al centro c'è il tema della finzione attraverso il racconto di uno dei più famosi triangoli d'amore della storia del teatro: è la storia di due amici, Cirano e Cristiano appunto, e la donna di cui entrambi si innamorano, ovvero Rossana.
Ma perchè proprio Cirano e perchè deve morire? Ce lo spiega Manzan in persona, senza particolari spoiler, non temete.
"Cirano, lo pronunciamo all'italiana, è nato in occasione di un bando della Biennale di Venezia. Bando poi vinto con questo progetto. L'ho proposto pechè è il mio testo di teatro preferito e sapevo che sarebbero uscite buone cose da questo confronto e così è stato. Cirano deve morire non tanto perchè deve morire il personaggio, che nell'originale di Rostand già muore, ma perchè noi giochiamo a farlo morire come icona. Cirano si porta dietro, nell'immaginario collettivo, quello di essere un eroe, nemico di ogni ipocrisia, dell'impostura e noi andiamo ad illuminare quella che è la sua più grande ipocrisia: ovvero un triangolo d'amore finto, di illusione, che lui architetta ai danni della donna che ama. Gli leviamo quindi la maschera e infatti nello spettacolo non ha il naso". 
Che tra l'altro, se ci pensate, è per antonomasia la parte del corpo collegata alla bugia, Pinocchio ne sa qualcosa. Cirano viene quindi smascherato, mostrato "no filter", per cercare di far sorgere un dubbio nel pubblico: forse non è proprio così eroico come dice di essere. 
"È un testo che riflette tanto uno dei miei temi preferiti, il binomio realtà-finzione - continua Manzan - La domanda che in fondo ci facciamo è se questo triangolo d'amore, che finisce tragicamente ma è anche tra la più belle storie d'amore, sia un'illusione che salva o che condanna.
La finzione cui ci sottoponiamo ci salva o poi paghiamo lo scotto di renderci conto che la realtà è più brutta di quella che avevamo immaginato?".
Al centro, letteralmente, di questo amore travolgente, intenso, ma non per questo privo di bugie e sotterfugi, c'è lei: Rossana. Che da semplice oggetto del desiderio che era agli occhi di Rostand, diventa soggetto del desiderio per Manzan.  "Portiamo in scena una Rossana protagonista che già è un cambio di rotta rispetto all'originale, dove è un personaggio marginale. Una Rossana rancorosa, che cerca una resa dei conti con questi due mascalzoni. Poi se lei riesca o no in questo tentativo di emancipazione dall'illusione della storia d'amore, non ve lo so dire. Il finale rimane aperto, come spesso accade nel teatro. Alla fine bisogna capire se Rossana ha preferito questa storia così profonda e intensa, che oggi verrebbe definita "relazione tossica", oppure se invece riesce a liberarsi del fardello di questi ricordi. Parlo di ricordi perchè lei rivive tutto a storia già finita, intrappolata in questi pensieri".
Finale a libera interpretazione, quindi. Nel quale ogni sguardo, per forza di cose diverso, potrà trovarci qualcosa di unico e personale. 
Il Cirano di Manzan si allontana dall'originale anche per un'altra cosa. Riesce ad abbattere e scardinare quella contrapposizione, percepita nell'originale, tra due "rivali" in amore così talmente diversi, da compensarsi: da una parte Cyrano, talentuoso ma non avvenente, dall'altra Cristiano, bello ma con limitate capacità intellettuali.
"La caratterizzazione dei personaggi così diametralmente opposti è mutuata dalla commedia dell'arte. Non è veramente così. C'è uno spessore di profondità maggiore, Cristiano non è solo lo stupido ma bello e Cirano non è solo l'eroe con il difetto fisico". 
C'è molto di più, ma per scoprirlo c'è solo un modo. "Mi auguro di vedere le sale riempite dai ragazzi - ha detto in conclusione Manzan - mi piace anche avere una conversazione con loro, che all'inizio sono più timidi, restii e giustamente prevenuti sul teatro, dopotutto il poco teatro che conoscono è un teatro che non li riguarda. Da regista trentenne mi pongo il problema di quale sarà il mio pubblico in futuro, e per una questione banalmente anagrafica è più facile che siano loro".

E sempre ai giovani parla anche il Teatro di Rifredi, che oltre a proporre una programmazione attenta ai temi di loro interesse, spesso messi in scena da nuovi talenti, accanto alle attività e ai progetti per le scuole prevede sconti e tariffe agevolate rivolte ai giovani in possesso di: TT Young Card, la nuova membership del Teatro della Toscana per i giovani under30; Carta Giovani NazionaleCartaGiò del Comune di Firenze per giovani under35; Carta Studente della ToscanaPassGiovani dell'Associazione Firenze dei Teatri. Questo spettacolo prevede una promozione speciale a € 12 dedicata ai giovani spettatori

Per ulteriori informazioni: http://www.teatrodirifredi.it/it/stagione/spettacolo/cirano-deve-morire/


Intervista realizzata da Carolina Bartoli - Articolo a cura di Teresa Scarcella