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domenica 28 aprile 2024

“Il Moro”: Daphne Di Cinto racconta il suo cortometraggio al Portalegiovani

04-07-2023

"Il primo capo di stato nero dell'Europa occidentale moderno era afroitaliano. E questa è la sua storia". Queste le parole a sottotitolo de "Il Moro", il cortometraggio scritto e diretto da Daphne Di Cinto, giovane regista, sceneggiatrice e attrice afro-dicendente che ha preso parte anche alla nota serie Bridgerton. Il cortometraggio, tratto dalla vera storia del primo duca di Firenze Alessandro de' Medici, ha già vinto numerosi riconoscimenti ed è recentemente entrato nella long List delle candidature al Premio Oscar del 2024.

Come racconta al Portalegiovani Daphne Di Cinto: "Il progetto è nato da quando ho scoperto la storia di Alessandro de' Medici, sono sempre stata appassionata di storia e quindi scoprire che il primo duca di Firenze fosse afro-discendente e che io avessi passato la mia intera infanzia, adolescenza e prima età adulta senza sapere che una figura così importante della mia storia condivideva con me un background mi è sembrato veramente assurdo. Più facevo ricerche e più mi dicevo che questa storia dovesse diventare non un film, ma addirittura una serie, perché il materiale è talmente ricco che due ore non basterebbero. E quindi ho iniziato scrivendo la puntata pilota di una serie. Se non che, dopo un po' di tempo mi sono resa conto che questa storia la volevo raccontare io e la volevo raccontare adesso. Così ho scritto un cortometraggio e trovato un team, piano piano, bussando a tante porte, esponendo il mio progetto e la mia passione, e infatti penso che tantissime delle persone che sono salite a bordo lo abbiano fatto anche coinvolte dall'entusiasmo che ho messo in questo progetto."

"Certo ci sono state anche le difficoltà" prosegue Daphne "come ci sono sempre in qualsiasi progetto, perché è davvero difficile mettere insieme un film. Per quanto mi riguarda, a partire dal fatto che questa è la mia prima regia e, avendo deciso di iniziare da un dramma storico, mi sentivo dire che ero fuori di testa… e probabilmente è vero! In tanti mi hanno anche detto che stavo puntando troppo in alto, ma questo tipo di opinioni non mi hanno fermata."

Nel corto si fa luce su degli aspetti a lungo nascosti, ed è per questo che la regista spiega quanto sia importante raccontare con una nuova ottica la vicenda storica: "Ultimamente sto ragionando molto sul fatto che l'operazione che stiamo facendo è semplicemente quella di ampliare l'angolo del racconto, perché questa è una storia che c'è sempre stata, e dunque non la stiamo ri-raccontando né da un punto di vista diverso né cercando di mettere insieme elementi che ci stiamo inventando, come tante persone sembrano pensare. Stiamo semplicemente spostando la telecamera su un pezzo che era rimasto al buio, e lo stiamo illuminando." 

Infine, le abbiamo chiesto qual è la riflessione che vorrebbe si portassero a casa le persone che vedono il corto. "Vorrei che vedessero il collegamento alla contemporaneità: la storia di Alessandro de' Medici è incredibilmente parallela alla storia di tante persone afrodiscendenti che vediamo nelle nostre strade, persone che sono a casa e che si sentono a casa ma non vengono considerate così. Nel corto Alessandro pronuncia una frase importante: «Io sarò sempre Firenze e Firenze sarà sempre in me», e penso che sia davvero un sentimento che condividiamo in tanti."

"Arrivando all'attualità, Sono incredibilmente fiduciosa nelle nostre generazioni e nelle generazioni che tanno nascendo ora" conclude Daphne "penso che abbiamo una sensibilità diversa e un approccio più attento nei confronti delle diversità. Io devo assolutamente sperarlo e crederci, perché so che sto andando in quella direzione, come tante e tanti di noi, ma dobbiamo ancora una volta spostare l'angolo e guardare a tutte quelle persone che sono state lasciate ai margini. Celebrando la diversità in tutti i modi possibili, combattendo con empatia battaglie intersezionali per dare voce a tutti."

di Carolina Bartoli