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sabato 21 dicembre 2024

Spazio Libero: "Lillian Gish"

17-07-2024
"Lilian Gish", è il nuovo articolo della rubrica di approfondimento tra attualità, cinema e cultura generale intitolata "Spazio libero", a cura di Lorenzo Piccardi (classe 2001) - Servizio Civile Nazionale - Portalegiovani del Comune di Firenze.

Lilian Gish fu una delle più importanti attrici del cinema muto americano, che ebbe successo anche dopo quel periodo con una carriera lunga ben 75 anni.
La Gish esordì a 19 anni nel 1912 nel film "An Unseen Enemy" grazie al regista David Wark Griffith e da lì fino al 1921 lei sarà la sua attrice feticcia anche nei film più importanti del regista tra cui: "Nascita di una nazione" (1915) film sul razzismo e sugli ideali di libertà di Lincoln, "Intolerance" (1916), diviso in episodi sulla storia dei pregiudizi razziali e non, "Giglio infranto" (1919) dove lei intepreta una giovane ragazza  picchiata continuamente dal padre, "Agonia sui ghiacci" (1920) un dramma romantico tratto da un melodramma teatrale e "Le due orfanelle" (1921) con coprotagonista la sorella di Lillian, Dorothy ambientato durante la rivoluzione francese.

Fu diretta due volte dal regista svedese Victor Sjostrom nella trasposizione del libro "La lettera scarlatta" (1926) di Hawthorne e nel film "Il vento" (1928) una storia che parla di uno scontro tra uomo e natura. Il suo primo film sonoro fu la commedia romantica "Notte romantica" (1930) dove interpreta il ruolo di una principessa. Nel 1949 ottiene una candidatura all'Oscar come miglior attrice non protagonista in "Duello al sole" (1946) di King Vidor. Nel 1948 recita nel dramma fantastico "Il ritratto di Jennie" di William Dieterle. Nel film noir "La morte corre sul fiume" (1955) di Charles Laughton e nella commedia Disney "I ragazzi del Camp Siddons" (1966) interpreta il ruolo di un donna saggia gentile e coraggiosa.
I suoi ultimi film sono stati "Un matrimonio" (1978) di Robert Altman, "Sweet Liberty" (1986) di Alan Alda e "Le balene d'agosto" (1987) di Lindsey Anderson.

Buona Visione

Fonti: Wikipedia

Lorenzo Piccardi