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giovedì 23 gennaio 2025

Edera Summer Camp: "Sangue che cura, cuore che ispira" di Anna Pinti

01-01-2025

"Sangue che cura, cuore che ispira. Il volontariato di Avis dove ogni goccia di solidarietà trasforma il destino" di Anna Pinti. Questo articolo è stato scritto all'Edera Summer Camp, il laboratorio gratuito di Edera Rivista e Informagiovani del Comune di Firenze per giovani su strumenti comunicativi e linguaggio giornalistico in programma dal 17 al 20 giugno 2024 al PARC Performing Arts Research Centre.

Avis Firenze, sotto la guida di Luigi Conte, promuove la solidarietà discreta: non trasporta malati né opera in emergenze, ma lavora dietro le quinte per reclutare donatori. Tutto è gestito in modo gratuito e anonimo. Organizza stand informativi e giornate di donazione nelle scuole per rispondere al costante bisogno di sangue della comunità.

Il tasso di donatori è in calo o rialzo?

«Un’onda che sale e cresce. Noi come Avis Firenze viviamo una buona ondata di donatori nel periodo ‘scolastico’, coinvolgiamo nuovi donatori, poi vediamo un calo nel periodo estivo, ma non siamo mai andati in emergenza di sangue. A Firenze abbiamo circa 3mila soci. Siamo quindi un buon supporto per gli ospedali, non guardiamo solo il nostro orticello, ma rispondiamo a esigenze di tutta la regione. L’Emilia Romagna e la Lombardia sono le regioni regine per la donazione di sangue, ma in Toscana ci difendiamo bene».

Più donatori uomini o donne?

«C’è un grande input da parte dei giovani e delle donne nella donazione. Le donne in età fertile possono donare sangue solo due volte all’anno, mentre possono donare plasma una volta al mese. Gli uomini possono donare sangue fino a quattro volte all’anno, ma sono un po’ pigri e spesso arrivano a 2-3 donazioni. Molti giovani continuano a donare anche dopo aver lasciato Firenze, portando avanti la missione di Avis nelle loro regioni di origine. Chiunque sia temporaneamente a Firenze può donare qui e poi continuare a farlo poi nella propria città. Esiste un’app, Avis Toscana, che ti ricorda quando puoi donare sangue e plasma in base all’ultima donazione».

Quanto contano i giovani per Avis?

«Senza giovani non si va da nessuna parte. Noi di una ‘certa età’ serviamo per preservare la storia e curare gli aspetti associati, ma i giovani sono il futuro e la base di tutto. Un esempio è il concorso per il Monumento al Donatore che, tra il 2024 e il 2025, porteremo a termine con il Liceo Artistico di Porta Romana a Firenze. L’impatto e il legame che si crea tra i ventenni e i più giovani è enorme. Nel mio consiglio direttivo, buona parte dei consiglieri sono giovani; cinque di loro hanno fatto servizio civile con Avis e continuano il percorso come volontari. Attorno a loro c’è la periferia adulta che li supporta e li alimenta. Ben vengano i giovani, e anzi, se ne avessimo tanti di più, saremmo ancora più felici. La loro presenza è alta e ci rende contenti».

Per il presidente di Avis Firenze cosa significa andare a donare?

«Il gesto di altruismo nel donare sangue mi rende felice. So di poter aiutare qualcuno che non deve necessariamente ringraziarmi, magari senza conoscerlo personalmente. Partecipare a un’assemblea per chi ha bisogno di una sacca di sangue può significare salvare una vita, come nei casi di trapianto, anziani che non riescono a rigenerare il sangue o persone con anemia falciforme. Egoisticamente, mi fa anche bene perché mi tiene sotto controllo».