"A Firenze “una stanza tutta per sé" per le artiste donne. Arte e femminismo con Giulia Castagnoli, presidente di Female Arts in Florence" di Benedetta Baini. Questo articolo è stato scritto all'Edera Summer Camp, il laboratorio gratuito di Edera Rivista e Informagiovani del Comune di Firenze per giovani su strumenti comunicativi e linguaggio giornalistico in programma dal 17 al 20 giugno 2024 al PARC Performing Arts Research Centre.
Percorrendo Borgo San Frediano è quasi impossibile non girarsi verso la vetrina di Female Arts in Florence: colore ed eccentricità riempiono i grandi vetri e introducono alla galleria d’arte dove artigianato, design e arte si incontrano in allegre cromie pop. Sono numerose le creazioni esposte delle artigiane e delle artiste provenienti da tutto il mondo e spaziano dalla pittura alla ceramica, dalla gioielleria alla sartoria. Questo spazio accanto a piazza dei Nerli è il risultato dell’associazione culturale non-profit Faf, fondata nel 2019 da Giulia Castagnoli, graphic designer e screen printer desiderosa di creare un posto di unione e di forza per la creatività delle donne. Riconosciute infatti in prima persona la complessità e la difficoltà del lavoro da artista freelance, Castagnoli ha deciso di unire le forze con altre artigiane-artiste per creare una realtà collaborativa e valorizzante, un luogo di network e di sperimentazione in cui mettersi in gioco.
In una società in cui viene richiesto alle donne di essere sottotono, FAF si impegna a dar loro voce e spazio per essere se stesse e crescere. «Secondo me il nuovo concetto di femminismo è la solidarietà tra donne» dichiara la presidente, spiegando come l’associazione, oltre alla promozione fisica in negozio e alla realizzazione di mostre temporanee, workshop e pop up shop, si impegna anche nella formazione freelance delle artiste e artigiane ospiti insegnando nozioni di marketing, comunicazione e team working. L'imprenditorialità femminile cresce lentamente in Italia, bloccata spesso dall’insicurezza e dal senso di colpa che le donne provano verso il proprio valore e la propria indipendenza, e per liberarsi da questi automatismi sociali è necessario uno spazio dove poter imparare se stesse, conoscere i propri talenti e le proprie fragilità. Citando il saggio di Virginia Woolf, scrittrice femminista del XX secolo, Castagnoli riconosce che è perciò necessaria “una stanza tutta per sé” in cui poter sentirsi libere e supportate nella propria espressione artistica, in modo da poter così affrontare insieme una società già avversa ai creativi.
Avversione che purtroppo aumenta quando si parla di donne, vista la loro minore considerazione e retribuzione all’interno del mondo artistico: da uno studio di Oxford del 2021 sulle maggiori aste svolte tra il 1970 e il 2016, si è rilevato che su circa 70mila artisti venduti le opere create da donne sono valutate il 42,1% in meno rispetto a quelle create da uomini; inoltre nel 2019 l’economista Clare McAndrew ha notato che tra le 3.050 gallerie d’arte sulla piattaforma online Artsy solo il 16% degli artisti affermati è donna, mentre è il 36% tra quelli non affermati. Faf si presenta perciò come risposta a questo meccanismo e come punto di riferimento, dando alle donne maggior consapevolezza e controllo del proprio talento. L’obiettivo? Poter dare il proprio contributo a cambiare il sistema partendo dall’interiorità di ognuna.