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giovedì 23 gennaio 2025

Edera Summer Camp: "Il mondo dei mercati e dei commercianti" di Carlotta Goti

01-01-2025

"Il mondo dei mercati e dei commercianti" di Carlotta Goti. Questo articolo è stato scritto all'Edera Summer Camp, il laboratorio gratuito di Edera Rivista e Informagiovani del Comune di Firenze per giovani su strumenti comunicativi e linguaggio giornalistico in programma dal 17 al 20 giugno 2024 al PARC Performing Arts Research Centre.

Oggi siamo qui per scoprire più a fondo il mondo dei mercati e quindi dei commercianti e lo faremo insieme a mia mamma e a suo marito, entrambi ambulanti.

Prego, fate una piccola presentazione.

Riccardo: «Ciao piacere, sono Riccardo, ho 60 anni e vivo a Campi Bisenzio».

Cristina: «Piacere, sono Cristina e appunto sono la moglie di Riccardo, (si sorridono) vivo anche io a Campi Bisenzio e ho 57 anni».

Da quanto tempo fate questo lavoro? Avete sempre svolto questo mestiere?

Riccardo: «Sono quasi 40 anni che lo faccio, prima ho fatto anche lo spazzolatore».

Cristina: «Io sono più di 30 anni, da ragazza ho fatto anche altri lavori sempre nell’ambito commerciale come la sarta o la commessa, specialmente nel periodo estivo».

Se doveste indicare un aspetto positivo, ma anche uno negativo, di questa professione, quale sarebbe?

Riccardo: «L’aspetto positivo è lo stare all’aria aperta e a contatto con le persone, quello negativo è la troppa pressione fiscale da parte dello Stato».

Cristina: «Concordo con Riccardo su tutto, il nostro lavoro ha anche una funzione sociale e di aggregazione, si crea un legame con i clienti».

Cosa pensano le altre persone, sia conoscenti che non, di quello che fate?

Riccardo: «In generale, le persone sono curiose e ci chiedono se le cose sono come molti anni fa ovvero se merita ancora intraprendere questa strada e io la sconsiglio purtroppo».

Cristina: «Molti amici che abbiamo hanno la stessa vita quindi sanno cosa vuol dire, però molti si stupiscono di come, nonostante l’età, sopportiamo ancora fattori come il clima (essendo all’aperto appunto siamo esposti a ogni fenomeno atmosferico) o la sveglia così presto».

Cosa sentite che vi da questo lavoro, o cosa vi ha insegnato?

Cristina: «Parto io? (ride) Sicuramente ti fa imparare cosa vuol dire la pazienza, il rispetto e la tolleranza e ti fa guardare per davvero le persone».

Riccardo. «Anch’io avrei imparato queste cose, ma purtroppo devo ammettere che non ho più la costanza necessaria, anzi vorrei smettere (amareggiato)».

Che qualità si deve possedere per svolgere questa attività e se potete spiegare più tecnicamente come funziona.

Riccardo: «Quello che abbiamo detto prima, ma anche la cordialità, il sorriso. Da un punto di vista tecnico, bisogna investire molto, per la merce, per il furgone, per i posti stessi».

Cristina: «Esatto, concordo nuovamente, poi un aspetto tecnico che la gente magari non sa è il nostro orario, che non è mai lo stesso, perché dopo la vendita spesso dobbiamo andare a rifornirci, quindi la nostra giornata lavorativa è molto più lunga delle altre. O ancora il fatto che siamo molto precari, non sappiamo mai quanto venderemo e se venderemo anche in base al tempo: infatti alle volte capita di dover smontare il banco prima ed è lavoro perso che non torna indietro».

Un’ultima domanda, voi vendete articoli da donna, quanto per voi la moda conta e quanto volete beneal prodotto che avete scelto?

Riccardo: «In realtà ci piace ancora, anzi scegliere i pezzi è la parte più bella e creativa ed è anche una sfida perché non sai se andrà».

Cristina: «Ci piace anche scegliere materiali di qualità e che abbiano un prezzo onesto».

Vi ringrazio del vostro tempo, potete salutare con uno dei vostri sloganpreferiti?

Ridono e Riccardo dice: «Sono avvilito».