Il “punto di forza” dell’Università di Firenze. Fra biodiversità e natura, ecco la facoltà di scienze faunistiche di Lorenzo Ragoni. Questo articolo è stato scritto all'Edera Summer Camp, il laboratorio gratuito di Edera Rivista e Informagiovani del Comune di Firenze per giovani su strumenti comunicativi e linguaggio giornalistico in programma dal 17 al 20 giugno 2024 al PARC Performing Arts Research Centre.
L’ambiente che ci circonda e la fauna che lo abita sono essenziali per la nostra esistenza, quindi è nostro dovere comprenderli e proteggerli. Purtroppo occuparsi dell’ambiente risulta spesso difficile in quanto non vi è sempre un compenso remunerativo tale da poter vivere con questa attività, ma a Firenze è presente un corso di laurea che si pone come obiettivo quello di sviluppare persone che abbiano una visione e una conoscenza complessiva del sistema fauna-uomo-ambiente, così da creare una figura professionale che possa lavorare per una corretta gestione del territorio.
Purtroppo questa facoltà non è molto conosciuta e spesso non viene presa in considerazione per le poche informazioni che si possono trovare riguardanti il corso, ma fortunatamente alcuni ragazzi (spesso in maniera fortuita purtroppo) riescono a oltrepassare questi ostacoli. Come Tommaso Fantechi, laureato in scienze faunistiche, o Ginevra Panicacci, studentessa del corso, che hanno deciso di intraprendere questo percorso alla scoperta di ciò che vive intorno a noi in natura.
Come hai conosciuto questa facoltà?
«Un po’ a caso sinceramente, mi sono diplomato e poi dopo un paio di mesi sabbatici, su internet ho fatto un po’ di ricerche e mi sono fatto attrarre dal nome. Sarebbe importante più pubblicità, diciamo che vi è un sito molto dispersivo e poco informativo. Poi dopo aver letto il piano di studi mi sono convinto e ho intrapreso questa facoltà» ci racconta Tommaso.
Praticamente ci dice lo stesso anche Ginevra: «Online, sono sempre stata appassionata dal mondo animale e mentre cercavo una facoltà che mi consentisse di studiarlo e mi è apparso questo corso».
Cosa dovrebbe fare di più l’università di Firenze per pubblicizzare questa facoltà?
«Innanzitutto dovrebbe spingere più che sull’unicità del corso su una maggiore chiarezza dei possibili futuri impieghi lavorativi, anche perché tutte le persone con cui mi sono laureato hanno trovato un impiego poco dopo, quindi la facoltà lascia sbocchi lavorativi e questi andrebbero pubblicizzati di più. Bisognerebbe far capire inoltre che il corso di laurea non è così banale come si crede poiché vi è anche un’importante parte analitica e lascia possibilità di impiego anche da un punto di vista di analisi e gestione» ci dice Tommaso.
La facoltà dove è situata? E che impressione ti ha dato l’ambiente?
«Su Internet viene scritto che è situata al piazzale delle Cascine, ma le lezioni vengono fatte a Novoli, mentre gli esami vengono dati alla stessa Novoli, alle Cascine o a Sesto Fiorentino; di conseguenza si ha una situazione molto variegata e che spesso può mettere in difficoltà.
Per quanto riguarda la seconda domanda si tratta di un ambiente abbastanza ristretto, in media a frequentare siamo dai 15 ai 20 ragazzi e quindi puoi legare con i professori; è molto diverso da altri ambienti universitari» ci racconta Ginevra.
Nel complesso questa facoltà ti lascia un’esperienza positiva?
«Assolutamente sì, io ho continuato volentieri dentro agraria, anche perché scienze faunistiche ti dà la possibilità di continuare dentro la facoltà senza problemi, il che non è scontato, oltre a esserci la magistrale stessa per scienze faunistiche. Nel complesso dunque mi ha lasciato soddisfatto; inoltre ho sentito che hanno intenzione di migliorare il corso di studi rendendolo più professionalizzante, riducendo magari crediti a materie più marginali e aggiungendone a materie più pratiche» ci spiega Tommaso.