"Firenze Disco, con Bruno Casini negli anni ’80" di Matteo Nicolini. Questo articolo è stato scritto all'Edera Summer Camp, il laboratorio gratuito di Edera Rivista e Informagiovani del Comune di Firenze per giovani su strumenti comunicativi e linguaggio giornalistico in programma dal 17 al 20 giugno 2024 al PARC Performing Arts Research Centre.
Firenze, negli anni Ottanta, era un mondo colorato, all’avanguardia e creativo. «I fiorentini erano molto avanti in tutto: musica, moda, teatro, arte», sintetizza Bruno Casini, grande testimone di quella golden age e autore di Frequenze fiorentine. Firenze Anni ’80. Dal mondo anglosassone arrivavano le principali culture giovanili di quegli anni, dal rock al punk, fino alla new wave. L’epicentro di questa vitalità erano i club, e Casini, che in quei club ci ha lavorato, elenca i locali alternativi più importanti di quella Firenze.
«Lo spazio che anticipa gli anni Ottanta – spiega - è il Banana Moon, in Borgo degli Albizi, in cui, dal 1977 al 1980, mi occupavo della programmazione». Musica, teatro, cinema underground, i primi concerti di new wave italiana hanno luogo in questo piccolo spazio da 250 posti, dove «la nostra filosofia era la contaminazione». Ci passano personalità come Ivan Cattaneo, Battiato, Benigni, i Gaznevada e gli Skiantos da Bologna. «Piero Pelù veniva di nascosto perché i suoi genitori non volevano che frequentasse il locale, che era il posto dei capelloni, dei drogati, degli scoppiati - racconta Casini -. Il Banana Moon è la miccia che accende il decennio e chiuse i battenti proprio nel 1980». Si passa quindi al Casablanca, situato presso la Casa del Popolo di Rifredi. Alla serata inaugurale uno sconosciuto Johnson Rigueira canta per la prima volta Vamos a la playa. La programmazione è ampia e va dalla musica al teatro, dai giovani comici alle mostre fotografiche. «In circa due anni il Casablanca diventa il fiore all’occhiello della scena fiorentina anche grazie alla promozione di due radio: Controradio e Radio Cento Fiori. Spesso i membri della Casa del Popolo si lamentavano del nostro pubblico agitato ed estremo, ma vanno ringraziati: in quel periodo erano molto importanti perché ospitavano queste esperienze giovanili».
Nell’estate 1982 Bruno Casini inizia a programmare il Manila di Campi Bisenzio: «un altro tipo di locale, fuori dal centro, con circa 1000 persone di capienza». Musica new wave e moda vanno a braccetto. Ci suonano, tra gli altri, gli Spandau Ballet e Marc Almond dei Soft Cell e si dà molta visibilità ai giovani stilisti fiorentini: «li invitammo tutti a una grande festa nel maggio 1984 che, dato il clamore mediatico suscitato, portò alla nascita di Pitti Trend, salone dedicato ai giovani stilisti italiani e internazionali esistito fino ai primi anni Novanta». Dopo quel periodo, in cui Firenze «anticipava la moda» - citando lo stilista Sandro Pestelli – qualcosa è cambiato. «Oggi è una città addormentata – afferma Casini – che vive troppo di passato e troppo poco di presente e futuro. Gli enti e le istituzioni preferiscono dare energie economiche a realtà culturali adulte. C’è carenza di spazi giovanili e di situazioni dove suonare dal vivo. Ma credo che l’underground esista ancora, solo che non riesce a uscire dalle cantine e a trovare un suo spazio all’esterno».