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mercoledì 15 ottobre 2025

Edera Summer Camp: "La musica chiama. Firenze risponde?" di Emanuele D'Onofrio

12-09-2025
"La musica chiama. Firenze risponde? L’ascesa delle giovani band tra sogni e ostacoli" di Emanuele D'Onofrio è l'articolo scritto all'Edera Summer Camp, il laboratorio gratuito di Edera Rivista e Informagiovani del Comune di Firenze per giovani su strumenti comunicativi e linguaggio giornalistico in programma dal 9 al 12 giugno 2025 al PARC Performing Arts Research Centre.

La fine delle prove. Lo studio di registrazione che si svuota. La giornata che giunge al termine. Anche oggi giovani band fiorentine hanno lavorato duro per inseguire un sogno. La musica. Quella forma di arte che accompagna le giornate di tutti. C’è chi la ascolta sui mezzi la mattina, chi durante lo sport, chi sotto la doccia. C’è chi la ascolta per svagarsi, chi per caricarsi, chi per non pensare ad altro. Non per tutti è la stessa, ma nessuno può farne a meno. Fa parte delle nostre vite.

Firenze, famosa in tutto il mondo per la sua bellezza, l’arte e l’architettura, nasconde anche storie di chi vive la città sotto un altro punto di vista, quello della musica. Tra serate, eventi e contest, giovani band si esibiscono e suonano tra il sogno della musica e le difficoltà che incontra una band emergente.

I Diana Gloom sono una di queste.

La band, fondata da Elettra durante il liceo e composta anche da Niccolò, Bianca e Duccio, prende il suo nome da celebri donne della storia e da un orologio, presente nello studio in cui provano, che riporta proprio il nome Diana.

«La passione per la musica - raccontano - è qualcosa che abbiamo fin da piccoli, ci è stata trasmessa dai nostri genitori, ascoltando canzoni alla radio e provando strumenti dove capitava. La musica rappresenta la nostra identità. Può accompagnare in qualsiasi emozione o contesto che si sta attraversando, sia nei momenti più tristi che in quelli felici, può dare supporto, caricare o aiutare a distrarsi. Facciamo musica perché non possiamo farne a meno, è una cosa che ci viene naturale. E vogliamo poter fare lo stesso per le persone, cioè desideriamo che qualcuno possa ritrovarsi nei nostri testi e nelle nostre canzoni».

Da qualche mese, infatti, è uscito il loro primo inedito Semafori Rossi. «Questo brano parla dell’ansia che può assalire alla fine delle superiori, nel capire cosa fare nella vita. E in un mondo sempre più veloce è anche importante fermarsi un attimo invece di prendere il verde. Ed è un consiglio utile per tutte le situazioni».

Ma Firenze è una città che lascia fare musica ai giovani? «All’inizio è difficile partire, farsi conoscere e farsi apprezzare - spiegano - poi pian piano qualcosa si muove. Ci esibiamo soprattutto in contest e serate organizzate da ragazzi. Nei locali è più difficile suonare perché danno spesso spazio a cose già sentite, come le cover band, piuttosto che alle novità. E quando accade, l’esito della serata viene valutato in base alle persone che la band riesce a portare. Gli eventi più importanti a cui abbiamo partecipato sono stati fuori da Firenze. Ora continueremo a suonare e pubblicare nuovi brani. Però probabilmente in futuro sarà necessario spostarsi altrove per fare lo step successivo».

Nonostante Firenze sia una città piena di artisti, locali ed eventi, sembra che per una giovane band sia difficile emergere. I palchi e gli eventi più ambiti si trovano fuori dalla città e la scarsa apertura verso le novità non aiuta.

La musica c’è. Ora tocca a Firenze decidere se ascoltarla.