Città di Firenze
Home > Webzine > Giovani Reporter > Edera Summer Camp: "Mercato immobiliare fiorentino e studenti statunitensi" di Mattia Barlucchi
mercoledì 15 ottobre 2025

Edera Summer Camp: "Mercato immobiliare fiorentino e studenti statunitensi" di Mattia Barlucchi

12-09-2025
"Il mercato immobiliare fiorentino degli studenti statunitensi" di Mattia Barlucchi è l'articolo scritto all'Edera Summer Camp, il laboratorio gratuito di Edera Rivista e Informagiovani del Comune di Firenze per giovani su strumenti comunicativi e linguaggio giornalistico in programma dal 9 al 12 giugno 2025 al PARC Performing Arts Research Centre.

Firenze è una delle città al mondo che ogni anno accolgono più studenti statunitensi. Sono infatti più di cinquanta i colleges e le universities che offrono ai propri studenti la possibilità di passare un periodo della loro formazione nel capoluogo toscano.

L’espansione di questo settore è dovuta al fatto che l’Italia è provvista di un percorso legale definito, unico in tutto il mondo, che consente alle università estere di avere filiazioni riconosciute dal MIUR come enti no profit che possono erogare lezioni e far sostenere esami come un qualsiasi ateneo locale. In aggiunta, dal 2020, gli studenti stranieri di tali istituti sono esentati dalla procedura per il permesso di soggiorno per periodi inferiori a 150 giorni (la durata di un semestre, in pratica).

Queste legislazione dedicata ha permesso lo sviluppo di un vero e proprio business della formazione. Un comparto che dà lavoro a 11mila persone e che non arresta la sua crescita: con un volume di arrivi che aumenta di circa il 10% l’anno, siamo passati dai circa 33mila studenti del 2021, fino ai 42mila di oggi – più che in ogni altro paese europeo o nel mondo.

Di questi oltre quarantamila, ben 18mila arrivano nella sola Firenze, e la città si trova a dover far alloggiare un’ingente mole di giovani yankee con una capacità di spesa estremamente superiore a quella di un comune studente italiano.

Può variare sensibilmente il costo dei programmi statunitensi, ma si va da circa 15-20mila dollari fino a più di 40mila a semestre accademico (che non dura sei mesi pieni, ma quattro o poco più). Cifre da cui possono essere tranquillamente dedotti anche mille o più dollari al mese per l’affitto.

A parte casi eccezionali, sono le università stesse a provvedere all’alloggio dei propri alunni. Pochi atenei, i più facoltosi, li sistemano in ville in collina o in palazzi in centro di loro proprietà. Altri ragazzi vivono invece in casa da una famiglia italiana. Un tempo questa pratica era la più diffusa e per molti lo scambio culturale si fondava su di essa, ma ormai è nettamente minoritaria, complice lo scarso interesse della popolazione studentesca per questa opzione. La vasta maggioranza degli studenti americani finisce invece nel centro cittadino, in appartamenti condivisi in affitto.

Per il proprietario di un’abitazione in centro, il fitto pagato dalle università estere può essere molto redditizio: gli studenti statunitensi dormono in camera doppia, per cui ogni casa può rendere il doppio dei danarosi affitti; inoltre, grazie all’avvicendarsi di più studenti, la casa può restare occupata anche per dieci mesi l’anno.

Nonostante la sua redditività, il mercato riservato agli universitari d’oltreoceano subisce la concorrenza della proliferazione degli airbnb che sottrae sempre più abitazioni del centro storico. L’aumento dei flussi ha quindi condotto più università a ricorrere agli “studentati” di lusso o a sistemare i ragazzi persino in camere triple.

Tra bnb, hotel e altre strutture ricettive al turismo, bisogna dunque considerare anche l’apporto delle grandi masse di alunni esteri: in un centro che sembra sempre più saturo, e sempre più inaccessibile per i giovani e per gli studenti comuni.