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domenica 19 maggio 2024

''Il Tesoro d'Italia'': l'arte secondo Vittorio Sgarbi alla Libreria Feltrinelli

27-01-2014

Lunedi 27 Gennaio, alla Libreria Feltrinelli di Firenze(via dei Cerretani) Vittorio Sgarbi ha presentato il suo nuovo libro "Il tesoro d'Italia", edito da Bompiani. Il critico d'arte è stato introdotto da Sergio Risaliti, il quale ha individuato nel "Tesoro d'Italia" una sorta di Sherazade post litteram, un insieme di racconti che, come quelli della principessa persiana, sono escogitati per evitare la fine, in questo caso la fine dell'arte, o, per meglio dire, l'ignoranza di fronte al patrimonio artistico che l'Italia possiede. Sgarbi infatti imposta il suo libro attorno a una considerazione di base, quella per cui l'Italia ha un patrimonio artistico di inestimabile valore, che però viene ignorato dai cittadini italiani. Il libro è quindi una mappatura geografica e meticolosa delle opere d'arte italiane, frutto di autori più conosciuti e altri più sconosciuti, un percorso che parte dalle Marche e tocca ogni angolo della penisola. Il libro è pensato dall'autore in modo originale: una sorta di manuale di Storia dell'Arte fuori dai canoni dei testi tradizionali che circolano nelle scuole. E' un racconto che non impone lo studio dell'Arte ma che cerca, attraverso la bellezza di immagini che parlano da sole, di suscitare interesse senza che ci venga insegnato nulla, di entrare incosciamente dentro di noi un po' come fa la musica. Sgarbi posiziona la sua opera come la quarta fase di un processo di trattazione della Storia dell'Arte descolarizzata iniziato nel 1931 con l'Officina Ferrarese di Longhi, il primo a proporre una visione geografica dell'arte, proseguito nel 1951 con l'avvento della fotografia della pittura e con la nascita di Caravaggio, autore ignoto prima della mostra di quell'anno a Palazzo Reale a Milano, e negli anni 60' grazie al contributo dei fratelli Fabbri inventori dei Maestri del Colore, una catena di libri che contribuiscono a far uscire l'arte dai Musei, a far conoscere artisti minori e a renderla padroneggiabile e conoscibile a tutti secondo l'ideale di corrispondenza tra bellezza e immagini. L'altro grande leit motiv che caratterizza "Il Tesoro d'Italia" è la visione per cui l'arte non può essere scissa in arte classica e arte contemporanea; L'arte è una e una sola, non esiste alcuna spaccatura temporale, anche perchè si possono tranquillamente paragonare e trovare punti di convergenza tra opere di Mondrian e Pietro della Francesca, perchè in qualche modo il romanticismo di Friedrich è stato anticipato da un pittore Anonimo italiano del 400', perchè Masaccio e Masolino possono essere accumunati a Cattelan.

Duccio Mazzoni