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domenica 19 maggio 2024

''A proposito di Davis'' di Joel e Ethan Coen: la strada solitaria di un uomo

10-02-2014

Llewyn Davis (Oscar Isaac) è un musicista folk spiantato e abbastanza sfortunato. Nella New York di inizio anni '60 cerca di sfondare nell'ambiente musicale ma senza troppo successo. Con la chitarra in spalla (e un gatto in braccio) si aggira come un fantasma nel grigiore della Grande Mela alla ricerca del divano di un amico su cui passare la notte. È la determinazione a portarlo a girovagare per l'America, di locale in locale, in cerca dell'opportunità, quella con la O maiuscola, in grado di cambiargli la vita. Solo che per Llewyn l'opportunità sembra tardare ad arrivare.
Quello che i fratelli Coen decidono di descrivere, ispirandosi alla vera storia del musicista folk Dave Van Ronk, è un perdente. Non si possono usare altri termini. Raccontano un'altra faccia del mondo dello spettacolo, non il successo non il declino dopo il successo, ma un angolo nascosto, quel momento in cui il successo è a portata di mano ma non si è in grado di raggiungerlo.
Llewyn non è solo in lotta con se stesso, ma lo è soprattutto con la vita, con il destino, un fato avverso che continua a farsi beffa di lui.
Ma forse non è nemmeno la lotta contro il destino quanto la caparbietà dell'uomo a non rinunciare al suo sogno. Fatto sta che a rigirare il coltello nella piaga, alla fine, appare anche lo spettro di Bob Dylan (non il vero Dylan), che con la sua sagoma inconfondibile sale sul palco e comincia a cantare l'unico folk che un po' tutti, bene o male, conoscono; ed è in questo momento che si capisce come Llewyn, oltre ad incassare pugni veri rifilati da mariti gelosi che rivendicano l'onore ferito delle proprie mogli, venga messo k.o. dalla vita stessa. Il suo momento forse non arriverà mai. L'uomo e il suo sogno sono destinati a rimanere nell'ombra.

di Michela Monticelli