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domenica 19 maggio 2024

Alessandro Gassman porta alla Pergola il ''Riccardo III'' di Shakespeare

10-02-2014

"Il mio regno per un cavallo, il mio regno per un cavallo!" La celebre richiesta di un disperato Riccardo III viene fatta propria da Alessandro Gassman davanti ad un teatro gremito, silenzioso ed attento, partecipe del dramma che stava andando in scena. Questo uno dei tanti momenti di alto pathos che la rappresentazione di "Riccardo III", di e con Alessandro Gassman, ha regalato al pubblico del Teatro della Pergola di Firenze.

"La decisione di affrontare, per la prima volta anche da regista, un capolavoro di William Shakespeare non è disgiunta dal felice incontro artistico con Vitaliano Trevisan. Ho sempre avuto nei riguardi del Bardo (Shakespeare), forse per l'incombenza di gigantesche ombre familiari, un certo distacco, un approccio timoroso; le messe in scena dei suoi capolavori, lo confesso, non sono mai riuscite a coinvolgermi del tutto, forse per la difficile sintonia con un linguaggio così complesso e articolato ma anche, in molte traduzioni, oscuro e arcaico. Un ostacolo che mi ha sempre impedito di immaginare una messa in scena in grado di restituire l'immensa componente poetica ed emozionale e allo stesso tempo di innervare di asprezza contemporanea il cuore pulsante ed immortale dell'opera shakespeariana attraverso il registro comunicativo a me più congeniale, ovvero quello della modernità e dell'immediatezza.

La lettura di un adattamento di un testo 'minore' di Goldoni curato da Trevisan, sorprendentemente moderno ed originale, ma al tempo stesso accurato e rispettoso dell'autore, ha fatto scattare in me l'idea che quel tipo di approccio potesse essere non solo possibile ma altrettanto efficace nei riguardi dell'opera di Shakespeare che da anni sognavo di rappresentare: Riccardo III.

I primi incontri con Trevisan e i successivi scambi di opinione non hanno fatto altro che confermare questa prima impressione; ci siamo trovati concordi nell'idea di trasmettere i molteplici significati di questo capolavoro attraverso una struttura lessicale diretta e priva di filtri, che liberasse l'opera d ragnatele linguistiche e ne restituisse tutta la complessità, la forza, la bellezza e la sua straordinaria attualità.

Il 'nostro' Riccardo, col suo violento furore, la sua feroce brama di potere, la sua follia omicida, la sua 'diversità' dovrà colpire al cuore, emozionare e coinvolgere il pubblico di oggi (mi auguro in gran parte formato da giovani), trasportando in un viaggio affascinante e tragico, attraverso le pieghe oscure dell'inconscio e nelle 'deformità' congenite nell'animo umano."

Con queste parole Gassman aveva espresso il suo punto di vista, le sue convinzioni e le sue speranze.

E' stato un successo assoluto, il Teatro della Pergola ha visto una ottima reazione di pubblico, sia adulto che giovane (come da auspicio di Gassman), che si è lasciato trasportare dalla riedizione moderna ed attuale del "Riccardo III", uno fra i più celebri drammi storici dell'immortale autore inglese. Il pubblico, preso per mano da Alessandro Gassman e dal resto del cast, ha seguito gli attori alla scoperta delle passioni umane messe in scena con grande maestria.

"E' bene avere rispetto di Shakespeare in quanto uomo di teatro. Però abbiamo cercato di rendere più comprensibile il linguaggio perché Sheakespeare è criptico, è per un pubblico diverso da noi. Nel caso di Riccardo III gli spettatori del tempo conoscevano già la storia, perché era loro contemporanea, inoltre veniva subito dopo quella di Enrico IV che tratta della guerra delle due rose che per la gente comune di allora era storia recente. La richiesta di Alessandro era esattamente di questo tipo: arrivare ad elaborare un testo che arrivi al pubblico e che sia comprensibile per tutti. E' un'idea di regia molto popolare, nel senso migliore però del termine, così che chiunque posa godere dello spettacolo, capire la storia e anche riderne. Riccardo III è anche un testo ironico, anzi a volte grottescamente comico."

Così Vitaliano Trevisan, anch'egli uomo di teatro, racconta la genesi di questo spettacolo e la collaborazione con il Gassmann regista, spiegando le loro proposte e idee; il grande lavoro di preparazione fatto prima dell'apertura del sipario traspare nelle oltre due ore di spettacolo, con una cura che va dalla preparazione dei personaggi/attori, alle musiche scelte (in alcuni casi volutamente moderne e popolari), all'attenzione per la scenografia, sorretta da effetti 'visual', che senza dubbio aiutano lo spettatore ad entrare nell'atmosfera shakespeariana.

Altro successo del duo Gassman-Trevisan è indubbiamente quello di essere riusciti a squarciare il velo di Riccardo III, facendo uscire in un paio di occasioni, situazioni che potrebbero essere prese dalla lotta per il potere del nostro tempo. Si perché l'enorme opera di Shakespeare occupa una posizione di assoluto rispetto tra i grandi classici anche per questo, per la sua capacità di ritrarre aspetti psicologici e caratteriali propri dell'essere umano, che la scena sia l'Inghilterra del tempo o una qualsiasi altra non è importante, le passioni e le oscure trame che a volte caratterizzano l'animo umano sono senza tempo, così come le opere di Shakespeare.

"I cattivi, i villains per dirla all'inglese, sono spesso più interessanti dei buoni. Riccardo III e Macbeth hanno alcune somiglianze, come la smisurata sete di potere o la superstizione e le paure ancestrali; in nessuno dei due casi però si arriva al male assoluto, anche se nel caso di Riccardo III si ha un cattivo completo, caratterizzato anche dalla deformità fisica. Uccide parenti e amici, che poi gli tornano di fronte in sogno urlando despair, and die (dispera, e muori)! E Riccardo, come Macbeth vede sgretolato il proprio castello di malvagità, pezzo per pezzo. rimorde la codarda coscienza di che volle farsi re, e a Radcliffe dice ho paura. Così tra i due è impossibile stabilire che dei due sia il più cattivo. Entrambi figli della stessa madre, colei che da sempre rende a teatro irresistibile e purificatrice l'esibizione di ciò che non è virtù."

Complimenti dunque a tutti, da Gassman a Trevisan, a tutto il cast, e al Teatro della Pergola che ha proposto, ancora una volta in questa stagione uno spettacolo di qualità, riuscendo così a rimanere fedele al suo nome.

"Interpretare Riccardo III è come aver scalato una montagna" Alessandro Gassman.

di Guido Innocenti