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domenica 19 maggio 2024

''Il terzo tempo'' di Enrico Maria Artale: sport & cinema all'Auditorium Stensen

06-03-2014

"Il rugby è il contrario di quello che sembra, non è caos, non è rabbia, è questione di testa e autocontrollo", così viene descritto questo sport nel film "Il terzo tempo" del giovane regista italiano Enrico Maria Artale, presentato da Stensen Cinema e Aeroporto Firenze Rugby presso l' Auditorium Stensen. Ha introdotto l'evento Giacomo Lucibello, presidente di U.S. Firenze Rugby 1931 ASD, che ha sottolineato l'importanza di valori come il rispetto ed il sostegno reciproco all' interno della squadra, valori sui quali questa società ha scommesso e che si impegna a promuovere come standard sportivi, ma anche e soprattutto come norme di vita. Un momento di incontro e condivisione, che porta l' amore per il rugby sugli schermi e la passione dei rugbisti nelle sale cinematografiche. Un fortunato connubio tra sport e cinema, sancito dalla comune matrice educativa. E infatti, si tratta proprio di un film di formazione, di rieducazione alla vita e ai legami umani, e che rivela il potenziale sostegno che lo sport può donare alla società. Un sostegno che il Firenze Rugby 1931 si impegna ad assicurare con il progetto "Rugby, la meta è oltre", mettendo la palla ovale al servizio del Carcere di Sollicciano (Firenze). Un progetto onorevole, in continuità con la trama stessa del lungometraggio. Protagonista è infatti Samuel, un ragazzo problematico con un padre mai conosciuto e una madre tossicodipendente, che colma il vuoto della sua esistenza con crimini e scetticismo. Un giovane chiuso in un' incubatrice darwiniana, che lo nutre di rabbia e diffidenza. Uscito dal riformatorio e inserito in un programma di riabilitazione, passerà dalla cella all' azienda agricola di un piccolo paese della provincia romana; poi il salto di qualità, nel campo da rugby. Il tutto, affidato alle fragili e squilibrate mani dell' assistente sociale Vincenzo, ex rugbista ed allenatore della squadra locale. "Il rugby non ha regole, ma leggi", e così, mentre Samuel allena forza, velocità e resistenza, si conforma e si converte ad una "religione" prima tanto disprezzata e fa di quei due tempi da 40 minuti la sua più grande speranza. "Poi c'è il terzo tempo..Che è tutta un'altra cosa", l' incontro post partita, dove non esiste alienazione dello sconfitto, nè mistificazione del trionfante. C'è solo sport, umanità, calore. Una tradizione saldamente radicata nel mondo sportivo, ma che potrebbe dare respiro a diversi ambiti del nostro presente. Un film dalla regia essenziale e leggera, dal linguaggio semplice e diretto e anche dai molti silenzi, della voce e del cuore, che riesce, senza inutili eccessi, a mantenere viva l' attenzione sullo sport e sui sentimenti; fortemente simbolico e metaforico, negli elementi della squadra, simbolo di amicizia e nucleo familiare, dello sport, metafora di vita, e del campo da rugby, utopia di una società perfetta. Non la classica storia del bene che redime il male, ma di due persone (Samuel e Vincenzo) che si salvano a vicenda e di uno sport in cui non importa chi segna la meta, ma ciò che conta è la squadra e il passaggio della palla ovale tra i giocatori.
Parole chiave: fratellanza, riscatto, speranza, sostegno, fiducia.

di Enrica Pulcinelli