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domenica 19 maggio 2024

''Pontormo. Un amore eretico'' di Giovanni Fago al Cinema Odeon

01-04-2014

La passione per l'arte e la forza comunicativa del cinema si assorbono l'una con l'altra grazie alla collaborazione tra Odeon Firenze e la Fondazione Palazzo Strozzi, in occasione delle mostre "Pontormo e Rosso Fiorentino" e "Questioni di famiglia": il Cinema Odeon di Firenze dà appuntamento ogni Martedì, fino al 20 Maggio, a cittadini e non per approfondire riflessioni e tematiche legate a queste esposizioni artistiche. Un cinema che non è solo mezzo di intrattenimento, ma che si fa narratore della nostra storia, e che deve interessare soprattutto i fiorentini, come afferma Eugenio Giani, Presidente del Consiglio Comunale. La rassegna si è aperta Martedì 1 Aprile, un incontro con la macchina da presa diretta dal regista Giovanni Fago per il film "Pontormo. Un amore eretico". Pittore e filosofo, pauroso della morte, personalità singolare compresa e incompresa, amato e sospettato, Jacopo Carucci da Pontormo è descritto dal Vasari come una sorta di bambino prodigio, una promessa artistica che lo stesso Michelangelo non mancò di elogiare, scorgendo nella sua arte una molecola così metafisica da affermare che "avrebbe portato la pittura al cielo". Attraverso espressioni, fatti e parole, il film sfiora le caratteristiche di questo personaggio, facendo leva sul suo animo irrequieto e libero, sempre in cerca di nuove prove da superare e sul suo occhio scrutatore e attento ad ogni particolare, mai soddisfatto del proprio lavoro. Afflitto dagli acciacchi della vecchiaia, da un lavoro senza tregua e dalla volontà di superare ciò che già era stato raggiunto, dagli altri e da se stesso. I suoi tormenti, la solitudine a cui volontariamente si condanna sono sfumati dai numerosi riferimenti storici: le strade di una Firenze cinquecentesca, le figure di Cosimo I e del Bronzino, la Santa Inquisizione che come un tarlo si insinua e scava più in profondità per combattere la Riforma Protestante; un'istituzione così ossessionata dall'eresia da trovarla (o volerla trovare) ovunque, fino a soffocare la libertà artistica e culturale. Una libertà di cui l'animo del Pontormo non intende privarsi, senza scendere a compromessi, senza lasciarsi piegare dalle minacce, rispondendo soltanto all'integrità della propria coscienza e alla purezza della propria arte. Un film che legge ed illustra gli ultimi anni di vita del Pontormo, racchiusi in un diario oggi conservato presso la Biblioteca Nazionale di Firenze e che raccontano il periodo della decorazione del coro di San Lorenzo, un'opera in cui secondo il Vasari furono abbandonati i "buoni modelli" della pittura e "non fu osservato nè ordine di storia, nè misura di tempo, nè ordine di prospettiva; ma pieno ogni cosa di ignudi". Parole che descrivono un preciso gusto estetico, dai sapori regolari e geometrici, ma anche dall'amaro retrogusto di diffidenza e difficoltà di comprendere un istinto così sperimentale e anticlassicista. "Ogni colore per accendersi deve avere un pò di nero mischiato insieme", si dice nel film, e il nero del Pontormo si ritrova nel suo silenzio, nel suo isolamento e nel carattere scostante e solitario. La pellicola scorre e si delinea un carattere ambivalente, geloso custode e carceriere dei suoi lavori, l'amore platonico nei confronti di una donna accusata di stregoneria (Galatea Ranzi, presente in sala) e la devozione "eretica" per l'arte.
Gli affreschi del coro di San Lorenzo furono cancellati da Giangastone de' Medici durante un lavoro di restauro.       

"Si travagliava il cervello che era una compassione, guastando e rifacendo oggi quello che aveva fatto ieri" Giorgio Vasari

Per informazioni: www.palazzostrozzi.org

di Enrica Pulcinelli