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domenica 19 maggio 2024

''Romeo e Giulietta. Ama e cambia il mondo'' al Nelson Mandela Forum

18-04-2014

Applaudito da oltre 258.000 spettatori (sinora...) in 138 repliche, oltre 180.000 like su Facebook, 320.000 visite al sito ufficiale, 450.000 visualizzazioni su youtube. Numeri vincenti degni di un kolossal musicale dei record. "Romeo e Giulietta. Ama e cambia il mondo" ha debuttato nell'Ottobre 2013 all'Arena di Verona, ha conquistato il pubblico romano (con quasi 3 mesi di rappresentazione), quello milanese ed ha trionfato al Palapartenope di Napoli con 18.000 presenze in soli 5 giorni. Dal 7 all'11 Maggio lo spettacolò incanterà il PalaOlimpico di Torino per poi riscendere verso il capoluogo Toscano, dove si fermerà al Mandela Forum di Firenze dal 14 al 18 maggio 2014. E se vogliamo continuare a parlare di numeri: 45 artisti, 550 mq di palco, oltre 270 costumi per 23 cambi di scena. Cifre che sono una promessa e una firma, quella di David Zard, che è leggenda e garanzia: lo storico produttore che ha portato in Italia nomi del calibro di Madonna, Bob Dylan, Michael Jackson, i Genesis e i Rolling Stones e che nel 2002 ha offerto al pubblico italiano l'opera di Cocciante "Notre Dame de Paris". Un'eccellenza tutta italiana, che lo stesso manifesto definisce come "il musical più spettacolare ed emozionante mai visto in Italia". Una frase che David Zard ripete con fermezza autoclassificando il frutto della sua passione ancor prima del parere dei media, derubandoli un pò di quel potere di filtro e definizione primaria; difficile tuttavia contraddire quelle due gocce di acquerello azzurro che parlano con entusiasmo insieme alla voce. Parole che si muovono su un terreno di lunga esperienza, forti del consenso di un pubblico che alla fine della rappresentazione non trattiene l'emozione e si avvicina al palco alla ricerca del personaggio preferito o per lasciarsi andare al canto, al ballo e alla gioiosa atmosfera generale. Uno spettacolo in piena regola con le tendenze megalomani del produttore di Tripoli, nel senso che ogni dettaglio è sviluppato al massimo delle sue potenzialità, all'insegna della perfezione, nel senso che non c'è stato alcun freno alla messa a punto di questa vera e propria "bomba" scenografica e musicale, dove le emozioni salgono in un climax inarrestabile per esplodere in un "boom" finale. L'eccellenza italiana è dunque la chiave di volta dell'intera produzione: un cast eccezionale dove spiccano due artisti toscani di grande talento quali Vittorio Matteucci, nel ruolo del Conte Capuleti, e Silvia Querci che interpreta la nutrice; un corpo di ballo tutto nazionale, (ad eccezione di un ballerino brasiliano) diretto dalla coreografa Veronica Peparini e la regia di Giuliano Peparini, direttore artistico del talent show "Amici", che è riuscito a dare nuova linfa ad una delle storie più amate. Perfezione anche nella parte tecnica: un sistema di video mapping per le scenografie, sfondi suggestivi con il cielo che cambia, uccelli e rami che si muovono e la stessa città di Verona. Un'occasione unica visti anche i costi dei trasporti e il fatto che questo musical si regga in piedi completamente sulle proprie gambe, come specifica David Zard criticando l'assenza di finanziamenti per quella che considera come la "costruzione di un grande palazzo, che essendo molto bello potrà essere affittato". Molte infatti le richieste a livello internazionale: Russia, Germania, Israele, Corea e Thailandia sono già pronte ad accoglierlo. Un bene durevole e mobile che mette in moto l'economia dei luoghi di sosta e costituisce una preziosa fonte di lavoro, coinvolgendo oltre 120 persone tra cast e crew; dove parti cantate e recitate si alternano dando vita ad un vero e proprio dramma musicale con impianto pop, dove i profili dei personaggi sono ritagliati seguendo i contorni che Shakespeare aveva pensato. Un "musical dell'evasione", che nonostante la tragedia finale che tutti conosciamo, risveglia la fantasia e scalda persino i cuori più scettici; un palco che propone un appuntamento con la cultura made in italy e di qualità, sfatando il mito dell'ignoranza italiana e del teatro elitario, pensato per una cerchia ristretta e non come diritto universale. Una storia, quella di Romeo e Giulietta, che non perde mai il suo fascino, forse la più rappresentata, un pò per la tenerezza che sucita la sfortunata vicenda dei due giovani amanti, un pò perchè, anche se non si può cambiare il loro destino, si può comunque dare nuovo tempo al loro amore, creare un luogo, un attimo, una nuova occasione in cui possano rivivere.

"When you gonna realize it was just that the time was wrong, Juliet" Dire Straits

Per informazioni: www.romeoegiulietta.it