Città di Firenze
Home > Webzine > Giovani Reporter > ''Gabriele d'Annunzio, tra amori e battaglie'' al Teatro Goldoni
domenica 19 maggio 2024

''Gabriele d'Annunzio, tra amori e battaglie'' al Teatro Goldoni

28-04-2014

Quando arte, parole, movenze corporee, suoni e note musicali si incontrano, due sono i risultati fatali: un totale fiasco o una perfetta armonia. Quello che è accaduto al Teatro Goldoni di Firenze rientra senza dubbio nella seconda categoria. Perfettamente studiato, incredibilmente mixato e assolutamente entusiasmante l'audace commistione di teatro, poesia, letteratura e linguaggio di una consolle. Surreale eppure così concreta l'evocazione del poeta, scrittore, drammaturgo, patriota, eroe italiano e di quel mito, di quell'aura di "superuomo" che abilmente aveva costruito intorno a sè, con la stessa abilità e scaltrezza con cui sapeva liberare le passioni e i desideri del suo spirito, lasciandoli correre selvaggi con la furia di inarrestabili purosangue. Uno spettacolo originale ed innovativo quello portato in scena da Edoardo Sylos Labini per la regia di Francasco Sala, che riesce a trasformare il teatro in un'improvvisa macchina del tempo, immergendoci completamente nella sontuosa atmosfera del Vittoriale degli italiani, l'ultima dimora di d'Annunzio a Gardone Riviera, mausoleo delle sue ossessioni e manie di grandezza. Un teatro che si muove, che coinvolge abbattendo qualsiasi barriera fisica tra reale e surreale, tra vita e finzione, mescolandosi con il verosimile, dissolvendosi e assorbendo i frammenti vacanti dei nostri pensieri. Musiche, suoni violenti, metallici, quasi magici ci lasciano prima increduli per poi incastrarsi e fondersi con gesti e parole dei protagonisti, guidandoci tra gli amori passionali e le eroiche battaglie del Vate. Prima la seduzione della giovane e bella duchessina Maria Hardouin, poi la relazione epistolare con Eleonora Duse; e ancora la Francia e di nuovo l'Italia a combattere per il proprio paese durante la Prima Guerra Mondiale, il volo su Vienna e l'impresa di Fiume, il malcontento popolare e la "vittoria mutilata", in un excursus storico e allo stesso tempo poetico e letterario. Poi l'esilio al Vittoriale con la pianista Luisa Baccara, la discesa verso l'oscurità tra droghe e depressione. Dopo tanto tempo, d'Annunzio si ricongiunge simbolicamente con Firenze, la città che gli presentò Eleonora  Duse e che lo accolse alla villa "la Capponcina"; e si presenta in tutta la sua amata presunzione, mentre nutre il suo ego compiaciuto di interminabili lodi e lusinghe. Con la costante presenza della fedele domestica Aelis, che come una narratrice dalla lingua un pò pettegola colma fino all'orlo il calice della nostra curiosità e sotto lo sguardo del dj Antonello Arpea, in alto sullo sfondo con la sua consolle, racchiuso da una cornice come un grande e imponente quadro. Non solo sottofondo musicale alle vicende del Vate, ma una figura che nello sciogliersi della trama e della vita stessa appare quasi autorevole e ultraterrena per la sua irremovibile presenza, un personaggio che interagisce e partecipa alla rappresentazione e alla riuscita stessa dello spettacolo e chissà che forse non simboleggi qualcos'altro, magari un alter ego sentenziatore che osserva dall'alto della parete e della coscienza umana, un monito costante, con la trascendenza e la saggezza di un dipinto nei secoli ha potuto conoscere la natura e la corruttibilità dell'anima. Il grande poeta, il "superuomo" che niente e nessuno poteva domare, al servizio della propria arte (paradossalmente anche nelle debolezze del corpo e dello spirito...), appare in tutta la sua ansia di rinnovamento, dinamismo e smisurata perfezione. Un desiderio che lo assorbe nella sua interezza, che lo guida ripudiando ogni gesto, relazione o pensiero che avesse a che fare con la normalità, con il vivere quotidiano dell'uomo comune. E forse questo uragano di stravaganza e massimizzazione ci fa pensare che non è poi così male, o che addirittura potrebbe essere quasi accettabile, la pazienza con cui tante piccole formiche operaie lavorano senza ozio nè piacere, senza cercare il fuoco rovente di ogni giorno, ma aspettando con pazienza, senza forse che sì, forse che no, di veder maturare i frutti delle proprie fatiche, vivendo serenamente in corsie predefinite da semplici routine.    

"Non ritroverete mai la vostra donna -amata, amante- cosi' com'era quando da lei
vi separaste
" Gabriele d'Annunzio

di Enrica Pulcinelli