Città di Firenze
Home > Webzine > Giovani Reporter > ''La ricotta'' e ''Il mestiere delle armi'' al Cinema Odeon
domenica 19 maggio 2024

''La ricotta'' e ''Il mestiere delle armi'' al Cinema Odeon

06-05-2014

A Firenze continuano "I Martedì al cinema con Palazzo Strozzi", la rassegna cinematografica che, grazie alla collaborazione tra il Cinema Odeon e Palazzo Strozzi, unisce arte, immagine e storia, raccogliendo una notevole affluenza di pubblico. I film proposti attivano e gettano luce su temi legati alle mostre "Pontormo e Rosso Fiorentino" e "Questioni di famiglia".
In particolare, la prima esposizione è stata al centro dell'attenzione e dello schermo Martedì 6 Maggio, con la proiezione dei film "La ricotta" di Pier Paolo Pasolini e "Il mestiere delle armi" di Ermanno Olmi. Due registri italiani le cui pellicole evocano l'una l'arte, l'altra il periodo storico di due grandi personalità del Rinascimento. I 35 minuti de "La ricotta" presentano un fluido visivo che scorre e si interrompe, con ripetizioni ritmiche ed ironiche che uniscono toni alti e toni bassi, che donano alle immagini un forte senso di plasticità. Semplice la trama, eppure capace di lasciare un pò d'amaro in bocca e una scintilla di riflessione nella testa (che sta poi a noi trasformare in fiamma). Un gruppo di attori lavora per mettere in scena la Passione, ma tra balli, risate e schiamazzi, tra tutto il rumore delle voci e della mente, l'unico che sembra cogliere l'essenza della vicenda (e forse della vita stessa) è il regista (Orson Welles), questa figura così emblematica e solitaria, assurda nel suo volontario isolamento, quasi come una coscienza del mondo che nessuno ascolta, tagliente nel silenzio e nelle poche parole. Gli italiani sono "il popolo più analfabeta, la borghesia più ignorante d'Europa", così risponde alle domande di un giornalista, che lo guarda ma non lo vede, che lo ascolta ma non lo sente fino in fondo, che resta attonito e sconcertato, ma senza alcuna risposta quando si ritrova accusato di essere un ignorante ed un qualunquista. E allora chi è il protagonista di questa storia? Il povero Stracci, che interpreta il ruolo di uno dei due ladroni e che muore sulla croce per un'indigestione di cibo? "Crepare. Povero Stracci, non aveva altro modo per ricordarsi che anche lui era vivo", commenta il regista, l'unico che sembra cogliere la sacralità di una scena come la Deposizione del corpo di Cristo, che si serve delle opere del Rosso e del Pontormo per far luce sul presente, mutuandole nei colori accesi e nella disposizione delle figure. E allora possiamo riflettere sulla passione del Rosso e del Pontormo per la loro arte e sulla superficialità con cui lo stesso evento è toccato dagli attori del film nel film che Pasolini ci presenta. Una polemica sociale che all'epoca non fu colta; una totale assenza di filtri per cui il "reale" regista (Pasolini) fu accusato di "vilipendio alla religione di Stato". E poi "Il mestiere delle armi" con la "santa" figura di Giovanni de' Medici, ferito da un colpo di falconetto nel combattimento contro i lanzichenecchi, guidati dal generale Georg von Frundsberg. Un uomo che si batte in difesa della propria religione, ma che rimane incompreso e tradito dai suoi stessi alleati, e delle vicende storiche che, con poche parole e con il realismo della ricostruzione, ci portano indietro ad un tempo mai vissuto, ad un'Italia diversa da quella che oggi conosciamo, ma che il Pontormo e il Rosso Fiorentino assorbirono nella propria pelle e sulla propria arte.
Parole chiave: commistione, storia, cultura, realismo, ironia

 Per informazioni: www.odeonfirenze.com

 
   di Enrica Pulcinelli