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domenica 19 maggio 2024

Reporter alla Pergola: ''Tra gotico e attualizzazione: il Riccardo III di Gassman''

12-05-2014

Colpisce e non poco il Riccardo Terzo di Gassman, versione rivista e corretta del famoso testo shakesperiano. E' uno spettacolo che sembra firmato da uno dei migliori Tim Burton, con le sue atmosfere gotiche e dark, e invece il merito è dell'adattamento di Vitaliano Trevisan che ha saputo rendere godibilissima un'opera che certamente non è delle più semplici. Già, perchè la trama è impegnativa e poco lineare, però la scelta di adottare un linguaggio moderno e semplice, senza tuttavia sacrificare monologhi e espressioni del testo originale, rende tutto più chiaro e comprensibile. E se questo non bastasse, lo spettacolo meriterebbe il prezzo del biglietto solo per le scenografie, i costumi, il trucco e le luci. La scenografia in particolar modo regala grandi emozioni e sembra spesso di vivere di vita propria, interagendo naturalmente con gli attori e strutturando bene l'azione. Due pannelli laterali fungono da schermi su cui proiettare immagini vive e cangianti. L'esempio più riuscito è la scena in cui i fantasmi delle vittime di Riccardo visitano in sogno il loro assassino: le ombre virtuali e l'attore in carne e ossa interagiscono così bene da risultare molto credibili.
Gassman dà la sua originalissima interpretazione del personaggio shakespiriano, dando vita a un crudele antieroe pronto a tutto pur di ottenere il potere. Se esistesse una parola per indicare la simpatia verso i cattivi (intesi come protagonisti di storie e film) sicuramente descriverebbe bene il sentimento che si prova verso il Riccardo Terzo di Gassman. Cattivo lo è sicuramente, e senza neanche quelle zone grigie dove la coscienza rimprovera le azioni malvagie. Solo di fronte alla fine proverà esitazione al pensiero delle colpe di cui si è macchiato, non tanto per il rimorso quanto per la paura delle conseguenze dei suoi gesti.
La volontà di svecchiare e modernizzare un'opera, certo non moderna, ha però portato ad alcuni eccessi che inficiano il risultato complessivo dello spettacolo. Prima di tutto la scelta di cercare necessariamente e costantemente il sorriso del pubblico, con alcune volte ironia riuscita, altre volte invece con battute fuori luogo: è il caso della scena in cui Riccardo e il suo fidato sicario giocano a calcio con la testa mozzata della vittima di turno. Anche la scelta di utilizzare canzoni contemporanee è sembrata fuori luogo e stridente in un contesto altrimenti coerente. Sono dettagli che disturbano ma non rovinano uno spettacolo, che non si può che giudicare positivamente.

Andrea Baroncini