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domenica 19 maggio 2024

Reporter alla Pergola: ''Mariano Tufano: un viaggio attraverso i costumi del Riccardo III''

12-05-2014

“Attraverso le vesti stracciate si mostrano i vizi minori. Gli abiti da cerimonia e le pellicce li nascondono tutti.” sosteneva Shakespeare. E nel RiccardoIII, orchestrato e portato sulle scene italiane da Alessandro Gassman, vizi certo non mancano. Proprio nascosti, forse no. Sicuramente però, un testo così impegnativo deve essere affiancato da una costumistica che sappia riempire la scena, senza dominarla. Sbarcato lo spettacolo al Teatro della Pergola, la meraviglia nel vedere riuscita questa impresa mi ha positivamente colpito. Sotto il sole freddo di York si muovono personaggi fra i più terribili mai descritti dal Bardo e, assieme a loro, un David di Donatello dallo spessore non indifferente: Mariano Tufano, costumista napoletano, alla sua seconda collaborazione con Alessandro Gassman (ricordiamo “Razza bastarda”, per i cui costumi ottenne il prestigioso riconoscimento cinematografico italiano), il quale mi ha gentilmente concesso una breve intervista e grazie al quale ho avuto soddisfatta la curiosità di affacciarmi in un mondo dal quale sono sempre stata affascinata. Solitamente il lavoro del costumista è un lavoro di documentazione, conoscenza, ricerche storiche. Per il RiccardoIII è stato seguito uno percorso simile? “Certo, per Riccardo ho seguito il percorso progettuale che uso di solito: prima faccio una ricerca iconografica seguendo il testo e le sensazioni che il testo mi rimanda. Inoltre, dopo i primi incontri col regista, parte la ricerca ancora più mirata. Nel caso di Riccardo ho indirizzato la ricerca verso le casate reali inglesi, quelle passate, nello specifico nel periodo di Giorgio V, padre della regina Elisabetta, più o meno intorno al 1930-35. Poi il tutto è stato contaminato dalla specifica richiesta di Gassman nel volere un'atmosfera Burtoniana, per cui il mondo delle diplomatiche e delle divise di palazzo si è unito al mondo brit-ghoth e steampunk.” Qualcuno degli attori ha espresso dubbi sul proprio costume? C'è stato un confronto? “L'incontro con gli attori é fondamentale, nella misura in cui, anche inconsciamente, essi influenzano con la loro fisicità e i loro movimenti il mio lavoro. In questo allestimento nessuno ha avuto problemi, anche perché cerco di aiutarli in tutto, spesso anche sacrificando alcune mie scelte pur di farli sentire a loro agio.” C'è un po' questo viaggio nel tempo con i costumi: a partire dal personaggio di Rivers, il cui abbigliamento è vistosamente diverso dagli altri, passando per Buckingham, che si distingue dal “macellaio” Tyrrel per l'eleganza un po' grottesca che presenta. Richmond, però, non è affatto rassicurante con quella divisa dagli echi nazisti che indossa... “Più che un viaggio nel tempo è un liberarsi dagli schemi delle epoche. Io faccio prevalentemente cinema e conosco ed amo la ricostruzione d'epoca, ma in questo caso, partendo dal 1930 e dai costumi di corte come divise diplomatiche, frack, li ho rivisti in chiave Burtoniana; ho raccontato (almeno, ho cercato) un mondo senza le briglie del tempo, ma solo dei caratteri e dei personaggi. Il nazismo di cui tu parli probabilmente è frutto delle divise che, a quel tempo, avevano più o meno le stesse fogge...” Concentrandoci invece su Riccardo: il primo costume mi ha dato l'impressione di un soldato, una sorta di ufficiale in missione, una missione sanguinaria; al contrario, una volta conquistato il trono sia ha un cambio di stile e di qualità: ha avuto direttive precise da Alessandro riguardo i suoi costumi?“I costumi di Riccardo raccontano i tre momenti di potere di questo monarca sanguinario. Il primo è una divisa come spesso indossavano i membri di famiglia reale inglese intorno al 1930 (anche Clarence, suo fratello, la indossa) con l'aggiunta di un tutore - ingranaggio che racchiude il braccio storpio. Il secondo, quello dell'incoronazione, è una divisa ricamata, ispirata a quelle che indossava Ludwig di Baviera, altro monarca folle e barocco. La tenuta da guerra è una semplice corazza in cuoio e avorio con una lunga pelliccia ecologica, che racconta un mondo di guerra e di barbarie, la quale mi era stata rappresentata da Alessandro nei suoi bozzetti (disegna egregiamente e prepara bozze a cui ispirarsi per i suoi personaggi, inclusi storyboard per i movimenti di scena).” Il costume più difficile che ha realizzato per il RIII? “Non esistono costumi difficili, esistono allestimenti difficili, e questo lo è stato; ma le difficoltà a me piacciono e in più gli abiti sono stati tutti disegnati uno per uno, come i gioielli e i copricapi. A realizzarli è stata la grande sartoria Tirelli, luogo dove io mi sono formato e cresciuto. Più fortunato di così!”. Sul sito dell'acclamato costumista (www.marianotufano.com , sezione teatro) è possibile ammirare tutti i costumi del RiccardoIII, tornato in Italia con un Gassman regista e attore, che non può lasciare indifferente. Tenete a mente questo nome: Mariano Tufano. Sono certa che la sua carriera ci riserverà ancora molte sorprese!

Giada Moneti