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domenica 19 maggio 2024

Reporter alla Pergola: ''Visti dal pubblico: Riccardo III -­ Intervista a una spettatrice''

12-05-2014
Cosa colpisce maggiormente dello spettacolo Riccardo III?
La scenografia di Amodio, che contribuisce a trasmettere il senso di tragicità e drammaticità, costante nello spettacolo. È riuscito a riprodurre le atmosfere gotiche dei castelli nebbiosi e dei sotterranei tetri, inserendo allo stesso tempo elementi attuali, come la sedia a rotelle e i vestiti moderni. Poi è impossibile che non colpisca l’interpretazione di Gassman, che non è da meno nel ruolo di regista. Possiede una forza contagiosa che tiene insieme gli attori.

Qual è il senso di proporre un testo di quasi quattrocento anni fa, che a sua volta parla di fatti storici avvenuti duecento anni prima? È ancora attuale?
Decisamente sì. Lo stesso senso che ha rileggere i classici della letteratura. Shakespeare parlava di esseri umani che sbagliano e reagiscono, di passioni che, nel bene e nel male, abitano in noi ancora oggi. L’essere umano, in quanto sede di passioni, è attuale. La corsa al potere, la violenza, l’appropriarsi della vita altrui per concorrere a una posizione alta mi sembrano tremendamente attuali.

Come riesce un personaggio connotato così negativamente come Riccardo III a manipolare tutti coloro che gli stanno intorno?
Riesce a manipolarli convincendoli che esista anche per loro una possibilità di grandezza, rendendoli succubi del suo stesso sogno. Anche questo, purtroppo, è molto attuale.

Alessandro Gassman ha detto “Il mio Riccardo III è alla portata di tutti”. Cosa ne pensa di questa affermazione?
Sono totalmente d’accordo. È una rappresentazione che colpisce e illumina anche chi non conosce il testo o in generale il teatro shakespeariano. Quando si mettono in scena le passioni e temi come l’avidità e il potere, tutto diventa comprensibile. La grandezza dell’attore sta nel renderlo ogni volta una sorpresa.

Nel 1968 lo stesso ruolo era stato portato in scena da Vittorio Gassman, padre di Alessandro, sotto la direzione di Luca Ronconi. Qual è il legame tra le due rappresentazioni?
Sicuramente un legame forte e importante. Ma altrettanto forte è l’energia rinnovatrice di Alessandro, che sul palco si è vista. La messa in scena è innovativa, come lo è l’interpretazione del protagonista. Il padre Vittorio aveva dato al duca di Glouchester l’aspetto di un ometto deforme, il figlio opera una scelta contraria e intelligente, facendo di Riccardo un gigante dall’andatura instabile. Dal punto di vista fisico l’ho trovato azzeccato, perché la sproporzione era la personificazione della sua mania di grandezza. Un connubio perfetto.

L’emozione più grande?
Ogni volta che Gassman entrava in scena.

Intervista a una spettatrice (Irene, studentessa di Lingue a Firenze).


Elisa Grimaldi