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domenica 19 maggio 2024

Reporter alla Pergola: ''Visti dal pubblico: I ragazzi irresistibili - Intervista a uno spettatore''

12-05-2014
Cosa ne pensa della scelta del testo da parte della compagnia del Teatro Stabile di Genova?
Quello che ho visto con lo Stabile di Genova è sempre stato un teatro di alta qualità. Ha proposto più volte il teatro impegnato di Brecht, per fare un esempio. Nel 2009 ho visto L’anima buona di Sezuan, opera ambientata nella lontana Cina che affronta temi universali, come l’eterno conflitto tra il Bene e il Male. Trovo che la scelta di mettere in scena la commedia brillante I ragazzi irresistibili sia ancora più coraggiosa: il teatro leggero è spesso sottovalutato e considerato puro intrattenimento, come se le riflessioni potessero germogliare solo dalle grandi tragedie.

I protagonisti sono due vecchi comici al tramonto. Con quale dei due personaggi l’empatia è più forte?
Con Willie Clark, il primo personaggio che vediamo sulla scena e che impariamo subito ad amare. È un uomo insofferente e orgoglioso, ostile verso l’ex collega con cui ha condiviso così tanto. Sono qualità non nobili, è vero, ma Willie è anche e soprattutto un personaggio ironico, che non smette di scherzare pur nell’astio e nell’autocommiserazione.

Neil Simon è uno dei commediografi viventi più rappresentati in tutto il mondo. Quali sono i motivi secondo Lei?
La sua forza è tutta nella caratterizzazione dei personaggi. È facile immedesimarsi negli individui creati da Simon, perché sono simili a noi, non sono esseri perfetti che non sbagliano e agiscono sempre secondo giustizia e onestà. Inoltre Simon riesce a combinare gli elementi classici della commedia americana con una certa profondità di spirito, che innalzano la comicità a un livello ancora superiore. Il testo è stato scritto nel 1972.

La sua comicità è ancora brillante?
Sì. La sua comicità supera i limiti temporali, per fortuna. Non esiste solo una comicità temporale, e se esiste è la comicità peggiore. Pensiamo all’immortale Chaplin, agli immortali fratelli Marx, all’immortale gruppo dei Monty Python. O a Shakespeare, che si rappresenta ancora oggi proprio perché il suo teatro non è mai tramontato. La comicità di Simon ha ben poco a che vedere con la comicità televisiva e questa riflessione è presente anche nella messa in scena di Sciaccaluga, che introduce le risate registrate nella scena della prova del famoso sketch dei due comici. Queste risate finte, che disturbano i poveri Willie e Al, ignari dei nuovi meccanismi del piccolo schermo, vogliono essere una denuncia alla perdita dell’immediatezza della comicità, che è diventata standard e controllata.

Il vaudeville non esiste più. Quali forme di comicità si avvicinano oggi a questo genere?
Negli anni ’70 e ’80 in Italia c’erano forme simili, a cui diamo il nome di cabaret o varietà: la smorfia di Troisi, Arena e Decaro, il trio di Lopez, Solenghi e della Marchesini, ma anche il Verdone camaleontico degli indimenticabili sketch. Andando ancora indietro nel tempo non bisogna dimenticare Walter Chiari, esempio di vaudeville immortale, o Renato Rascel. Oggi si ride di cose diverse, ma anche gli odierni cabarettisti sanno combinare la leggerezza con la critica e la riflessione.

Tra cinquant’anni I ragazzi irresistibili farà ancora ridere?
Il tempo è impietoso. Sicuramente farà ridere qualcuno, anche solo i filologi della risata. I ritmi della comicità potranno essere diversi e ci potrebbe essere un diverso atteggiamento nei confronti della volgarità della battuta. Ma allo stesso tempo c’è un eterno ritorno, spesso si torna indietro per riscoprire ciò che era stato dimenticato e si impara con piacere che vecchio non è quasi mai sinonimo di obsoleto.

La versione cinematografica con Walter Mattau e George Burns e quella televisiva con Woody Allen e Peter Falk hanno contribuito alla fama di The sunshine boys. In quale forma si esprime al meglio la commedia di Simon? Grande schermo, piccolo schermo, o teatro per il quale è stata concepita?
In teatro, senza dubbio. Poi, se ben fatta, può avere una sua giustificazione cinematografica e infine televisiva. Simon è molto adattabile al piccolo schermo, ma certe cose sono pensate innanzitutto per il teatro.

I ragazzi irresistibili: più comicità o riflessione amara?
È difficile scindere i due momenti in maniera netta. Più comicità, ma la vera comicità non può prescindere dal senso di tragedia. 

Intervista a una spettatore (Vittorio, insegnante)


Elisa Grimaldi