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domenica 19 maggio 2024

Reporter alla Pergola: ''Servo per due: tanti applausi tra commedia dell’arte e Favino Varietà''

12-05-2014

Commedia dell’Arte reloaded. Pierfrancesco Favino e Paolo Sassanelli pescano nel DOP del teatro italiano per (ri)portare sulle assi del palcoscenico l’origine e l’attualizzazione del grande teatro nostrano. La scommessa è arditissima e vinta con una pioggia d’applausi. In Servo per due niente è a caso e niente scappa di mano, seppur molto lo sembri. La rivisitazione, mai stralunata né iperbolica, è così ponderata da parere, allo stesso tempo, gran carrozzone e svizzero marchingegno teatrale.
Servo per due è Commedia dell’Arte nel pieno significato goldoniano e cinquecentesco: di arte come mestiere e professionismo, di istrioni per i quali l’improvvisazione è un repertorio fluido e studiatissimo, di singoli che hanno ragione d’esistere solo nel loro essere “fraternal compagnia”. E in questo il Gruppo Danny Rose ha l’affiatamento della più invidiabile Compagnia dei Gelosi. Ritmi incalzanti, tempi comici perfetti, gran movimento on stage. Il corpo e la corporeità sono centrali sia sul palco, in gestualità marcate e sketch al limite dello slapstick, sia giù dal palco, nel coinvolgimento di un (non) pubblico pronto a farsi attore con l’estrema genuinità dell’uomo comune.
La scenografia richiama quella “di un tempo”: tele dipinte prospettiche, due porte laterali generatrici dell’azione, una scena di città pronta a trasformarsi in interno domestico. Gli oggetti sono ridotti al minimo, quanto basta all’interazione con gli attori. Il resto è campo aperto alla bravura degli interpreti.
Ma la tradizione è aggiornata ad una “versione 2.0”: non ci sono maschere né nasoni né abiti carnevaleschi. L’epoca è il 1936, l’ambientazione una Rimini che, tra caldi bicchieri di spuma e personaggi riecheggianti la Gradisca del felliniano Amarcord, profuma, come i costumi, di vintage. Un teatro che getta la maschera del cattedratico Balanzone e scende tra il pubblico per tornare alla sua origine “popolare” con intermezzi (o intermedi) giocati come parentesi da spettacolo di Varietà o spot da Carosello, tra Natalino Otto (Mamma mi ci vuol la fidanzata) e Wanda Osiris (Sentimental).
Pierfrancesco Favino, Zanni furbo e maneggione, sciocco e pasticcione, è di vulcanica bravura. Ma è altrettanto pregevole la prova dell’intero gruppo (in cui meritano una menzione speciale Pietro Ragusa, Giampiero Judica e Bruno Armando). Di grande impatto visivo e sonoro la prova della band Musica da Ripostiglio.
In sintesi, Servo per due è uno spettacolo totale, di recitar cantando e “commedia (non) all’improvviso”, che, frutto di un grosso training artistico e fisico, è capace di affascinare gli studiosi ma anche dilettare chi chiede solo una serata di ottimo intrattenimento.

Tommaso Tronconi