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domenica 19 maggio 2024

Reporter alla Pergola: ''I Pilastri della società. Premesse''

12-05-2014
Il presupposto, I Pilastri della società di Henrik Ibsen, è un testo ricco di significato (anche) extra scenico, che si sposa drammaticamente bene con la situazione socio-politica (soprattutto) italiana attuale. I Pilastri della società non è certo uno dei testi più frequentati di Ibsen: Gabriele Lavia spiega al pubblico, nell’incontro del 7 novembre scorso promosso dal teatro della Pergola, di aver scelto di mettere in scena I Pilastri della società perché aveva scoperto il testo nella biblioteca di Orazio Costa, chiosato dal Maestro stesso con le indicazioni per la messa in scena.
L’idea iniziale di Lavia era di portare in teatro Il Giardino dei Ciliegi di Anton Cechov assieme alla scomparsa Mariangela Melato.
Il nodo della questione è la rivelazione della verità: il console Bernick (Lavia) in giovane età commise un atto scandaloso per l’opinione pubblica, ma l’amico Johann (Graziano Piazza) si assume la responsabilità dell’accaduto, ed è costretto a fuggire negli Stati Uniti. Su questa menzogna il console Bernick costruisce una vita esemplare, diventa Il modello morale dei suoi concittadini, si colloca alla vetta della scala sociale, diventa uno dei pilastri della società, grazie a una strabiliante carriera imprenditoriale e politica e a un comportamento (all’apparenza) integerrimo.
Ma se il pilastro, la menzogna, crolla, può l’architettura di buonismo, perbenismo, sobrietà (“La politica è corrotta perché la società è corrotta”) sorreggere “i fatti” effettivamente compiuti (“noi siamo gli uomini del fare”) dal console Bernick?
I pilastri della società ci ricorda che non c’è libertà senza verità, perché chi mente è schiavo della propria menzogna.

Rosalba Bonaccini