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domenica 19 maggio 2024

Sculture e pensieri dello scultore Severino allo Studio Marcello Tommasi

24-05-2014
"Fra le cose che può fare l'arte c'è quella di aiutare a riscoprire una propria intima individualità, che non sia canalizzata dalle mode, dai gusti, dal potere. L'arte è sempre servita a questo..Poi io non so fare altro, per cui è meglio che mi rassegni a fare quello che faccio!". Questa la calzante presentazione che Federico Severino, eclettico scultore autodidatta, da di sè e della sua mostra "Stravaganze poetanti con divertimento, ma non troppo", che dal 24 maggio al 28 giugno 2014 sarà ospitata nelle sale rinascimentali dello Studio Marcello Tommasi (via della Pergola, 57), e curata da Etra evénts. L'esposizione, all'interno di uno spazio che Francesca Sacchi Tommasi ha trasformato in un luogo privilegiato di libera espressione per pittori e scultori contemporanei, e destinato al recupero della grande tradizione dell'arte figurativa, consta di nove opere inedite in bronzo policromo dalle quali emerge marcatamente il sicretismo figurativo tra estetica occidentale e orientale. La prima scultura che si ammira arrivando sulla soglia d'ingresso è "La fanciulla che impone il silenzio", raffigurante una donna che sembra invitare i visitatori a lasciarsi trasportare non tanto dai disturbi sonori, quanto dalla fantasia di pensiero evocata dalla visione dei lavorati bronzei creati dall'artista bresciano. Nonostante la folta presenza di pubblico all'apertura, il Maestro Severino si preoccupa di immedesimarsi nei fruitori culturali, nel tentativo continuo d'instaurare un rapporto interazionale fra pubblico e artista che miri alla reciproca comprensione. "Questa è una mostra che entrando, se io appartenessi ad un certo clima culturale, potrei permettermi di dire -Mah!-. E non è un questione di disinteresse o altro, è che, molto probabilmente, i media tendono in qualche modo a selezionare l'informazione culturale, artistica, visiva a certe fasce d'utenza, per cui si presuppone che possa interessare una cosa piuttosto che un'altra. Penso che non debba essere necessario avere, e qui salta fuori il problema grosso dell'arte contemporanea, un'informazione specifica, dettagliata, per avvicinarsi al mondo dell'arte. Dal momento in cui l'arte è apparsa sulla Terra, è accaduto che inizialmente avesse delle funzioni: è partita come scultura ed è servita a rappresentare il mondo mitico e religioso, poi è diventata strumento del potere, in seguito segno di ribellione e di rivolta allo stesso. Mentre, negli anni '70 del secolo scorso, era considerata tale soltanto quella che si impegnava socialemente. Oggi le cose sono cambiate." Il rapporto dialettico si sposta quindi sul ruolo ricoperto dalla sfera artistica nel più ampio contesto della società contemporanea, tanto che lo scultore si domanda: "Ha senso pensare che ci sia un'antagonista da individuare in questo mondo? Io non so se l'antagonista forte e prepotente appaia come poteva apparire qualche decennio fa". L'unica risposta che sa darsi è che "esiste una sorta di -potere occulto- che rappresenta una congiunzione di idiozie, di interessi forti, di disinformazione, che poi arriva ad essere l'ignoranza imposta alle masse, intese in senso positivo, che vorrebbero realizzarsi come individui". Sintetizzando in maniera estrema si potrebbe dire che in questo modo le individualità vengono massificate perchè educate ad avere certi gusti piuttosto che altri. Ed è proprio questo che la mostra vuole smentire, costruendo la possibilità di continuare ad avere una diversa concezione di ciò che ci circonda, a prescindere dalle convenzioni sociali imposte dalla modernità. Una sorta di occhio nascosto che scruti la realtà da una visuale non imposta, che faccia della non adesione alle convenzioni il proprio punto di forza. Nei pezzi di bronzo modellati con sapiente maestria si ritrova infatti, sopra ogni altra cosa, la volontà di rivalutare la miopia umana caratterizzante il mondo sociale odierno, attraverso una lente d'ingrandimento che trascenda dagli stereotipi e dai cliché contemporanei. Severino conclude la sua riflessione arrivando ad un punto focale della sua visione, senza tuttavia accontentarsi delle conclusioni a cui è giunto e trovando quella che, per lui, è la vera forza che si contrappone, osteggiandolo, al potere dell'arte e dell'espressione culturale. "Non c'è più l'antagonismo. E non esiste più neanche l'arte che vuole proporsi come antagonista, come trasgressiva. Ma allora se nelle accademie gli insegnanti delle mie generazioni insegnano che bisogna essere trasgressivi, vorrei sapere a chi o a quale tipo di rivale si rivolgono, se non a tutto un sistema che è quello che ci sta narcotizzando, anestetizzando". Le nove statue inedite, aperte al pubblico dal martedì al sabato con orario 15,00-20,00, hanno proprio la finalità di trasportare i visitatori in un luogo privilegiato che faccia da grembo alla nascita di una rinnovata interazione fra uomo ed opera artistica.

Sculture esposte: "Stanti sposi equestri", "Piccoli immortali equestri", "Piccola sposa equestre", "Danzatrice gandarica con il piccolo maestro alato", "Iniziatica navigazione amorosa sul fiume", "Nausicaa", "La fanciulla che impone il silenzio", "Testa sorridente con arcano", "Teti raccoglitrice di telline", "Della prima consolazione".

Per soddisfare altre curiosità è possibile visitare il sito: www.etraeventsfirenze.it

di Lorenzo Bargelli