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domenica 19 maggio 2024

''Synecdoche, New York'' di Charlie Kaufman: quando la vita diventa spettacolo

25-06-2014

Caden Cotard è un regista teatrale in piena crisi artistica. Dopo essere stato lasciato dalla moglie Adele, che si trasferisce in Europa insieme alla figlia, Caden cerca di mettere in scena un'idea molto ambiziosa: rappresentare la propria vita. Il suo palcoscenico sarà l'intera città di New York, ma non quella vera, bensì quella minuziosamente ricostruita all'interno di un gigantesco capannone. In un crescendo di stranezze gli attori imitano altri attori, tanto che ad un certo punto distinguere quelli veri da quelli falsi diventa un compito arduo.

Già il titolo, Synecdoche ovvero “sineddoche” figura retorica con la quale in letteratura si intende una parte per il tutto o viceversa, racchiude in sé tutto il film: un film che ricorda un po' una matrioska russa, e che riporta sul grande schermo Philip Seymur Hoffman, attore premio Oscar per il film biografico A sangue freddo sulla vita di Truman Capote, scomparso nel febbraio di quest'anno.

Il regista Kaufman, alla sua prima esperienza dietro la macchina da presa ma non certo estraneo al mondo del cinema (sua, ad esempio, è la sceneggiatura di Essere John Malkovich), si sente libero di dare fondo alla propria creatività, creando un personaggio ossessionato dal controllo della propria vita, prima e dalla morte, poi.

di Michela Monticelli