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domenica 19 maggio 2024

Under the skin: quando gli alieni sono femmes fatale e non i soliti omini verdi

01-09-2014

Una misteriosa donna percorre le strade della Scozia su un furgone bianco, attirando uomini soli grazie alla propria bellezza: nessuno delle malcapitate vittime ha mai un dubbio nell'accettare il passaggio. Ma cosa si nasconde dietro questa donna?
Scarlett Johansson interpreta la parte di un alieno che rapisce uomini soli, senza legami, per portarli poi in una stanza oscura dove scompaiono letteralmente in uno strano liquido nero. Non sappiamo il suo nome né da dove venga, e per scoprire il suo vero aspetto dovremmo aspettare fino alla fine del film. L'alieno sembra incapace di provare dolore, pietà o rimorso per ciò che fa, quando all'improvviso sembra risvegliarsi da questo torpore e comincia così quella che potremmo definire l'inizio di una trasformazione. Non esterna, cioè intesa come cambiamento fisico, bensì interna, spirituale. L'alieno viene sempre più sopraffatto dal suo corpo e da ciò a cui esso è legato: i sensi e le emozioni. Più vaga e si inoltra nel territorio umano più si trova “intrappolato” in un viaggio alla scoperta di sé e del corpo che abita.
È un film che potrebbe restare indigesto ai più, basta dire che per quasi due ore di proiezione i dialoghi sono davvero ridotti all'osso. Si comunica per immagini (perché a volte le parole sono di troppo) il percorso di crescita e maturazione di una creatura che, alla fine, si rivela essere umana tanto quanto chiunque altro.
Il regista Glazer si ispira al romanzo di Michel Faber,  autore dell'omonimo Sotto la pelle, dove l'aliena Isserley rapisce gli uomini del pianeta terra, chiamati Vodsel, per cibarsene.

di Michela Monticelli