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domenica 19 maggio 2024

Intervista ai Sixtynine, dalla Slovenia all'Hard Rock Cafè di Firenze

02-09-2014
Energia ed emozione: questi gli ingredienti del concerto dei Sixtynine, rock band slovena esibitasi venerdì 29 agosto all'Hard Rock Cafè di Firenze. Il set unplugged non ha impedito a Tomi e compagni di scatenarsi e dare il meglio di sé di fronte al pubblico del locale, che ha mostrato di apprezzare la musica e il talento del gruppo. Non sono mancate naturalmente le occasioni per interagire con l'audience, come quando Tomi si è rivolto ai ragazzi seduti in prima fila proprio davanti alle casse: "scusate se la musica è troppo alta, per sdebitarci vi daremo una copia del cd. Buon appetito!"
Prima di salire su uno dei palchi più prestigiosi della città, Tomi (voce) e Tadej (chitarra) ci hanno concesso una breve intervista per conoscere meglio la band e i suoi progetti futuri. Eccola!

Ciao Tomi e grazie per l'intervista. Iniziamo con una domanda banale: da dove viene il nome?
Ciao a tutti! In realtà non ci abbiamo pensato troppo. Abbiamo formato la band, abbiamo iniziato a comporre i pezzi e poi a un tratto ci siamo detti: come ci chiameremo? È spuntato fuori questo nome, per scherzo, e alla fine è rimasto.

Passiamo alle domande serie: il tour. Come sta andando finora? Si tratta di un tour europeo?
Sta andando tutto bene, suoniamo e ci divertiamo. No, non si tratta di un tour europeo. Ora stiamo concludendo i lavori del nostro primo album studio; quando verrà pubblicato faremo un tour più ampio e vedremo come e dove. Per ora ci limitiamo a suonare in Slovenia, in Italia, in Serbia e in posti abbastanza vicini a casa.

È la prima volta che suonate a Firenze?
A Firenze sì, ma non è la prima volta in Italia. L'anno scorso abbiamo suonato al Reset Festival di Torino. È stata una bellissima esperienza, ci hanno accolto con le braccia aperte. Prima di salire sul palco eravamo un po' spaventati, perché le persone non si fermavano ad ascoltare gli altri gruppi. Ma quando abbiamo iniziato a suonare ci saranno state duecento o trecento persone, e ad ogni pezzo il pubblico aumentava e si è creato un bel gruppo di followers.

Che ci dici del concerto di stasera? Vi piace la location?
Certo, Firenze è un posto speciale. Da dieci anni parlo con mia moglie di venire a visitare la città, e quest'anno sono venuto da solo. Sicuramente l'anno prossimo tornerò con tutta la famiglia. Siamo molto onorati di suonare all'Hard Rock Cafè, è un posto stupendo e suonarci è il sogno di molte band. Ringrazio Plindo per l'occasione che ci ha dato!

Quello di stasera sarà un concerto unplugged. È una caratteristica del tour o si tratta di un evento speciale?
No, nelle altre date abbiamo suonato con un set elettrico. Però non è la prima volta che suoniamo in acustico, ci è successo l'anno scorso per la TV di Capo d'Istria e a Torino, appunto.

Parliamo del cd: ci puoi dire quando uscirà?
Il nostro primo album si chiamerà "You are me". Ancora non posso dirvi quando uscirà: abbiamo inciso tutto, ci rimane da fare il mastering dei pezzi. Ora stiamo cercando la casa discografica per la distribuzione, tentando di far incastrare le diverse esigenze.

Per quanto riguarda i testi: ci sarà un concept o comunque un argomento principale?
I testi li abbiamo scritti io e Andrea Effe e parlano tutti d'amore. Abbiamo cercato di sviscerare tutti gli aspetti del sentimento: il primo amore, la gelosia, le difficoltà, l'amore paterno. Insomma: amore a 360 gradi.

Una cosa interessante è che registrate i pezzi dal vivo, in un'unica sessione live. Perché questa scelta? Trovate che aggiunga qualcosa all'album?
Decisamente sì. Quando suoni dal vivo si crea un'energia, un'atmosfera che non si può creare quando registri le singole tracce per ogni strumento separatamente. E non badi tanto a essere esatto e preciso in quello che suoni, cerchi il feeling. Tanto più che si parla d'amore! La musica deve trasmettere certe sensazioni che si possono ottenere solo registrando dal vivo, deve avere un certo flow.

Molti gruppi negli ultimi anni mostrano tendenze simili: registrazioni live, vecchi sistemi di missaggio, rilancio dei vinili. Secondo te è solo una moda passeggera o c'è dietro un motivo più profondo?
Onestamente non saprei rispondere, penso che molto dipenda dalle band: alcuni lo fanno semplicemente per moda, perché "è cool". Altri lo fanno come elogio del passato, altri ancora perché ci trovano un gusto retrò che li affascina. Per noi funziona così, ci piace l'atmosfera che si respira nelle all-together live session. Probabilmente anche il secondo album sarà fatto in questo modo: tutti insieme, "Rec on" e vai.

Quali sono le principali influenze musicali, sia come gruppo che come singoli componenti?
Questa è una bella domanda (ride). È molto difficile da dire. Io ho 41 anni, i due chitarristi e il batterista ne hanno 27, il bassista 30. C'è una grande differenza d'età e quindi anche di generi e band a cui ci riferiamo. Al chitarrista piace Slash, al batterista Guccini, a me piacciono gli Skunk Anansie, al bassista i Muse. Quando componiamo un pezzo cerchiamo di unire tutto questo, è importante che le canzoni piacciano innanzitutto a tutti noi.
Tadej: La prima regola che ci siamo posti è proprio questa: prima di tutto la canzone deve piacere a noi. E se piace a tutti i membri, allora è un buon pezzo. Così è anche più facile che venga apprezzato dal pubblico.

Tenete molto a sottolineare il fatto di essere indipendenti. Ci dici qualcosa sulla vita di una rock band indipendente?
Siamo indipendenti perché pensiamo che l'industria musicale, oggi, non aiuti i giovani e gli artisti emergenti. Perciò, come si suol dire, "se la montagna non va da Maometto, Maometto va alla montagna". Ci siamo buttati dentro e ora nuotiamo. Creiamo le canzoni da soli, le registriamo da soli, facciamo il mastering da soli, cerchiamo le date praticamente da soli. A noi piace suonare, e continueremo a farlo in qualunque condizione.

Intendete mantenere questa natura anche in futuro?
Non so, c'è la speranza che qualcosa cambi ma dipende dalle case discografiche.
Tadej: Finora tutti quelli che hanno collaborato con noi e hanno creduto in noi hanno contribuito tantissimo, anche a spese loro. Se trovassimo una casa discografica che crede nel progetto allora sì, potremmo fare una collaborazione.

Per chiudere, una curiosità: Tomi, qualche tempo fa hai partecipato alla versione slovena del "Tale e quale show". Ci vuoi dire qualcosa a riguardo?
Sì, è il corrispettivo del programma che avete anche in Italia. Ho partecipato un po' per scherzo e ho vinto. Facevo imitazioni di Axl Rose, James Brown, Iggy Pop, Ozzy Osbourne, Louis Armstrong, Cher, Johnny Cash, Robbie Williams, Andrea Bocelli ed altri. È stata una bella esperienza; dopo la vittoria mi ha contattato una radio slovena e ora faccio lo speaker. Devo dire però che è parecchio stressante riuscire a integrare famiglia, lavoro e musica.

Direi che è tutto, vuoi fare un saluto?
Certo! Vi ringrazio, saluto tutti i lettori e li invito a visitare il nostro sito, il canale Youtube e ascoltare i nostri pezzi. E a comprare il nostro disco, ovviamente (ride).

Noi a nostra volta ringraziamo i Sixtynine per la disponibilità, Plindo per aver organizzato la serata e per l'impegno con cui promuove la musica indipendente, e vi rimandiamo ai loro siti web per ulteriori informazioni.
www.sixtynine.si
www.plindo.com

Daniele Mu


Ecco alcune foto dell'evento