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martedì 07 maggio 2024

Social e confronto generazionale al ''Festival delle Generazioni'' a Firenze

03-10-2014

Il rapporto tra generazioni diverse, in particolare quello tra genitori e figli, è un tema divenuto abituale e a volte quasi ossessivo per la società d’oggi. È vero però che rimane una questione centrale e spinosa; se un tempo i genitori non mostravano molte preoccupazioni riguardo il rapporto da maturare con i propri figli, impegnati com’erano a dar loro regole e abitudini di vita, oggi le cose sono molto cambiate. La distanza tra le due generazioni si è assottigliata a livello gerarchico e quasi ribaltata con l’avvento tecnologico: sono spesso i figli a dover far comprendere ai genitori, neofiti della rete, regole e sistemi.

Su queste dinamiche si è concentrato l’incontro avvenuto presso la Biblioteca delle Oblate giovedì 2 ottobre, dal titolo “L’amicizia su Facebook non si chiede: si negozia”. A guidare la discussione c’erano Giovanni Boccia Artieri, professore ordinario presso l’Università di Urbino dove insegna Sociologia dei New Media e Internet Studies, Comunicazione Pubblicitaria e Linguaggi Mediali, accompagnato da Barbara Sgarzi, giornalista, blogger e docente universitaria presso l’Università SISSA di Trieste. Due esperti del settore, ma soprattutto due genitori che come tali affrontano quotidianamente il problema della comunicazione con i figli e l’evoluzione tecnologica che attraversano.

Molti si saranno chiesti come fare a capire qualcosa di più della vita dei propri figli, spesso cadendo nel mito illusorio, ma sempre d’effetto, che una volta era più facile fare i genitori; non è esattamente così, il problema di certo è legato alla scarsa conoscenza che mamme e papà hanno dei nuovi mezzi di comunicazione, che spesso vengono additati come le fonti di tutti i mali. I due studiosi ci dicono che le cose non stanno proprio in questo modo.

Secondo le ricerche svolte da Federico Capeci per il suo libro “Generazione 2.0. Chi sono, cosa vogliono, come dialogare con loro”, ci sono alcuni falsi miti da sfatare: in primo luogo l’idea che vede i giovani tra i 18 e i 30 chiusi tra le mura domestiche molto più che in passato, invece sembra che il tempo trascorso fuori sia in aumento rispetto al passato; molti credono che anche il tempo della socializzazione sia diminuito con i social network e internet, in realtà anche questo sarebbe in aumento; l’unica fetta che si assottiglia è quella relativa al tempo passato davanti alla tv, che è in diminuzione.

È pur vero che il tempo che una volta si dedicava alla televisione, la “babysitter” tanto criticata, è stato incanalato verso quelli che sono i canali dell’intrattenimento contemporaneo, tempistiche probabilmente più difficili da calcolare se si tiene conto che spesso la visione avviene in una camera chiusa. Allo stesso modo il tempo della socializzazione, sebbene sicuramente in aumento, spesso si trova ad essere condiviso tra gli amici reali e quelli che sono in costante contatto sui social.

Non meno interessante è la questione della dipendenza tecnologica, che se nei giovani si manifesta attraverso un attaccamento quasi fisico ai dispositivi che permettono la costante connessione con il mondo, nei genitori si manifesta come trasformazione o prolungamento dell’ansia genitoriale: attraverso la rete, i social e le classiche funzioni telefoniche le possibilità di controllo e di annullamento del distacco del “cordone ombelicale” sono aumentate, permettendo una comunicazione continua attraverso una vasta gamma di canali.

Sia Artieri che la Sgarzi fanno quindi notare come spesso ci si lamenti della dipendenza tecnologico-multimediale dei propri figli senza badare alla specularità di atteggiamenti da parte di chi dovrebbe dar loro gli strumenti per difendersi e affrontare il mondo di internet.

Di certo molte sono le difficoltà da affrontare nel tentativo di stabile una comunicazione valida e reale tra generazioni diverse e proprio sul modo di stabilire una nuova e proficua comprensione cercherà di agire il festival, in un programma articolato su tre giornate (2-3-4 ottobre), che come sottolineato dagli organizzatori punterà ad avviare un percorso che possa risolvere la crisi della società di oggi, non solo economica, attraverso discussioni con importanti personalità del panorama culturale italiano. Un obiettivo ambizioso, ma che senza dubbio se raggiunto aprirà nuove e interessanti prospettive, oltre a ridurre il distacco tra mondi che spesso vengono presentati come opposti, ma che sono complementari.

Per ulteriori informazioni: http://www.festivaldellegenerazioni.it

di Luca Pollara