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lunedì 29 aprile 2024

Comics in Context: interviste ai writers che hanno partecipato al workshop

13-10-2014
Blek

"Ho cominciato a dipingere a quindici anni, quando ho preso in mano il primo spray, poi da lì ho continuato un po' a fasi alterne; ho smesso poi ora ho ripreso"

Come sei arrivato a questo stile, che è anche abbastanza particolare? 
Ho iniziato come writer, a fare le classiche lettere, poi piano piano mi sono appassionato proprio alla loro morfologia, a come son composte... queste linee possono essere un disegno o delle parole e quindi dire un qualcosa.

Che cos'è per te la street art?
Un modo per comunicare qualcosa di forte in modo immediato.

In base a cosa fai le tue opere, su temi sociali o su quello che senti?
Per quanto riguarda la calligrafia, scrivo frasi che siano belle esteticamente ma che possano far pensare, infatti scrivo sempre delle domande, in modo che la persone che le legge riesca a pensare.

Perché questa volta invece sei arrivato ad un'affermazione, "Comunication is the only way"?
Perché questa è un'affermazione, secondo me la comunicazione è l'unica via che può risolvere, dare un qualcosa.

Quindi hai cercato di rappresentare questo nella tua opera oppure hai voluto dare un tuo significato più profondo sulla pace?
Semplicemente ho messo delle parole nel corpo della colomba, che è uno dei simboli della pace, quindi ho rappresentato la comunicazione con un simbolo, un connubio significativo tra disegno e calligrafia, che rende tutto più immediato.

Qualche prospettiva che hai per il futuro?
Inserirmi nel mondo della calligrafia e della street art.

Cosa vorresti chiedere al Comune di Firenze?
Più spazi, come luoghi di aggregazione, perché tanti giovani possano stare insieme ed interagire, ti arricchisci tu e si arricchiscono gli altri, è un dare avere.

L'importanza di questa manifestazione è stata...?
L'aggregazione dei giovani, stare tutti insieme, in gruppo si lavora meglio e ci si contamina. Ed è una cosa fantastica!



Luigi Ciullo

"Mi chiamo Luigi e questa occasione è il mio battesimo con la street art. Sono uno scultore, ho anche un po' di competenze di pittura però è tutt'altra cosa dato che sono abituato a piccoli formati, ed anche per quanto riguarda la tecnica, non è come dipingere con pennelli che hanno un diametro al massimo di due centimetri. Mi hanno attratto la curiosità e la difficoltà di mettersi alla prova"

Quindi hai scelto questo workshop per cominciare o avevi già deciso di fare street art?
Ho deciso di mettermi alla prova per conoscere un modo più creativo di usare le bombolette, che uso già in scultura per dare delle patine o creare delle sfumature. In questo caso l'utilizzo è completamente diverso, crei un tratto ma anche dei volumi come se tu avessi un pennello, addirittura una matita.

Che cos'è per te l'arte?
L'arte è una bugia che però fa vivere meglio.

Nella tua esperienza d'artista è la prima volta che ti confronti con un tema sociale come quello della pace?
Il tema sociale quasi sempre è presente anche se non in maniera diretta, ogni artista ha la vocazione e il dovere di indicare degli aspetti problematici che si presentano alla società e quindi svolge un compito sociale.

Quale è stato il lato positivo e quale, se c'è stato, il lato negativo di partecipare ad una manifestazione come questa? Quello positivo è stata la sfida di una cosa inedita, nel bene e nel male, dato che per me è stato molto difficile. Di molte delle cose che ho creato non sono soddisfatto.

Quindi nel fatto di lavorare in gruppo hai trovato una forza?
Certo, alcune cose cercavo di carpirle guardando gli altri.

Ti sentiresti di chiedere al Comune di fare altre iniziative come questa?
Sulla street art c'è molto da migliorare... il centro storico è vincolato dal mito intoccabile del Rinascimento, ma al di là di quello il Comune potrebbe solo guadagnarci da questa forma artistica. Questi contesti dimostrano che quando c'è qualità il decoro delle città migliora. Almeno stabilire quali spazi possono essere concessi e quali no.

Progetti per il futuro?

Nessuno, vivo alla giornata, vorrei continuare a fare arte anche se è molto difficile vendere in questo periodo.


Simone Pratesi
(Intervista a cura di Fiammetta Pibiri)

"Ho iniziato a dipingere tre anni fa facendo l'Istituto d'Arte a Porta Romana, insieme ai miei amici. Ho sempre avuto la passione, è da quando sono bambino che conosco Fone, Urto, che sono quelli che hanno portato avanti il writing a Firenze. La strett art è molto espressiva, soprattutto in jam perché ci sono tantissime persone che interagiscono tra loro, non c'è l'essere in solitario"

Questa è la prima volta che partecipi ad un workshop?
Ho fatto una jam a La Spezia dove mi sono molto divertito, ma sento di non avere ancora molta esperienza, quindi vengo apposta per imparare. Mr Wany è stata una buona guida, ho appreso molto cose.

Chiederesti al Comune di appoggiare altre iniziative simili?
Chiederei di autorizzare sempre più muri, di organizzare sempre più jam, di chiamare sempre più persone, di dare sempre più possibilità creative. Soprattutto per far capire che non è vandalismo, è ovvio che sul Duomo non andrei mai a fare una scritta, su un muro in cemento di una casa, autorizzato, invece sì, così facendo puoi ancheabbellire una zona che altrimenti rimarrebbe anonima. Si andrebbe a creare uno spazio in cui riuscire a trasmettere un messaggio, una passione, un lavoro.. Qui cinque minuti fa era pieno di bambini che sono venuti a guardare, tantissima gente è venuta e si è incuriosita.

Quando crei ti confronti con temi sociali come quello della pace o cerchi spunti più personali?
Il tema della pace è abbastanza complicato, è molto vasto e controverso, riuscire a renderlo sui muri o sui pannelli richiede una certa elaborazione. Non ho molte occasioni per dipingere, faccio prevalentemente su carta, se potessi avere gli spazi per poter creare avrei sicuramente più idee e spunti, anche personali. Avrei più calma e sicurezza.

Progetti futuri, prospettive artistiche?
Sono uscito l'anno scorso dall'Istituto d'Arte e ho avuto molte richieste anche da altre scuole ma onestamente non sono il mio campo. Mi piacerebbe diventare animatore 3D, sono appassionato di videogiochi e film, mi incuriosisce il riuscire a dare vita ad una creazione mia, a dargli una forma espressiva viva; è la gestualità che voglio raggiungere, l'espressività.



Anonimo

"Il mio background artistico è più da grafico che da writer, ho fatto diverse copertine. Da writer ho cominciato a quattordici anni. La mia zona è di periferia, il Valdarno è una realtà che rimane lì, non c'erano molte persone con cui confrontarsi, però io ho viaggiato e ho incontrato persone che facevano le mie stesse cose. è stato un evolversi"

Cos'è per te questa forma artistica?
Per me è sfogo, quando vuoi vai in giro con le tue bombolette, cerchi un muro e trovi l'adrenalina da scaricare nel tuo piccolo mondo di pace.

Ti è piaciuto il tema del workshop?
Di solito faccio lavori su commissione, quello di oggi è un free style, non avevo un bozzetto. Ho preso le bombolette e ho creato. Per me la street art dev'essere qualcosa che hai fatto te in quel momento. Di solito faccio due o tre linee a caso e poi trovo le forme.

Progetti futuri?
Progetti futuri con il writing non esistono, è una cosa che richiede troppi soldi ed impegno per essere fatta a livello di "progetti per il futuro".

C'è qualcosa che ti senti di chiedere alle istituzioni?
No, è inutile, il writing è illegale, a noi piace così, se fosse legale non sarebbe la stessa cosa. è normale che sia illegale, perché intacchi la proprietà di un altro, privato o dello Stato.

E se ti dessero la possbilità di fare altre esperienze come questa? Ti piaciuta?
Sì, perché sei circondato da persone che lo fanno da tanto, da cui puoi imparare. Mr Wany è uno dei più importanti e già a quattordici anni mi vedevo i suoi video.



Fiammetta Pibiri

Martina Viviani