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mercoledì 24 aprile 2024

''Nessuna Più'': 40 autori contro il femminicidio

28-11-2014
Martedì 25 novembre 2014, in occasione della "Giornata mondiale contro la violenza sulle Donne", è stato presentato al Caffé Letterario delle Murate il libro "Nessuna Più", edito da Eliot: una raccolta di 40 racconti con protagoniste donne vittime di violenza maschile, i cui proventi verranno devoluti al Telefono Rosa, associazione che da tanti anni ormai ascolta le donne e le inserisce in un perscorso di assistenza psicologica e legale.
La presentazione di questo lavoro è stata l'occasione per discutere il tema della violenza di genere e del femminicidio con alcuni scrittori ma anche con donne che lavorano nei centri anti violenza. Durante i numerosi interventi è stato spesso sottolineato di come la violenza domestica sia un grave problema sociale e culturale, però non è stato solo un resoconto delle statistiche, delle cronache e delle ingiustizie legate ad essa, ma anche l'occasione per parlare di alcuni spunti di risoluzione. Lidia Castellani, moderatrice dell'incontro, ha puntato il dito contro i media che sono arrivati tardi a costruire una discussione sul femminicidio: quando lei nel 2010 ha pubblicato il libro "Il corpo non sbaglia", la violenza contro le donne non era ancora considerata una tematica di rilievo pubblico, a causa di un'ignoranza diffusa; ed anche se riconosce che da allora si è affrontato il problema ed è stato cominciato un percorso, ancora sono presenti molti problemi sul linguaggio che viene utilizzato nel parlare di queste cose: "le parole non sono neutre e i giornali sbagliano nella rappresentazione dei femminicidi, riportano sempre il racconto del fatto di cronaca incentrandolo sul carnefice, non sulla vittima". Quello che lei ha suggerito con il titolo del suo libro - scritto dopo che una sua amica fu uccisa dal marito e che lei non aveva saputo riconoscere come vittima di abusi - è che i segnali corporali non sbagliano: bisogna saper capire il disagio dal silenzio in cui si chiudono molte donne e star loro vicini, sostenerle.
Perché se si vuole, anche a livello istituzionale, si possono ottenere dei risultati. Da molti anni nel Regno Unito è stato implementato un sistema di protezione per le donne vittime di violenza domestica, il Global Foundation for the Elimination of Domestic Violence (Edv) creato da Patricia Scotland - un avvocato che ha ricoperto anche diversi incarichi istituzionali; l'Edv cerca di creare una rete di vari soggetti che, ognuno con le sue competenze, cerca di attivarsi il più velocemente possibile nell'assistenza. Una delle grandi promotrici del progetto è stata la scrittrice palermitana Simonetta Agnello Hornby, che ha esercitato per tanti anni la pratica di avvocato a Brixton, Londra, dove ha anche aperto con alcuni soci il primo studio legale del Regno Unito dedicato ai casi di violenza in famiglia. Il libro "Il male si deve raccontare", curato assieme a Marina Calloni, riporta una serie di racconti delle sue esperienze come avvocato, ma parla anche esaustivamente del modello Edv e di una sua possibile attuazione in Italia: infatti il ricavato delle vendite è devoluto al sostegno di questo progetto.
Si può fare qualcosa anche nel nostro piccolo, però, e la Hornby ha parlato a lungo di questo. Tutto parte dal fatto che queste donne sono persone a cui va ridato il rispetto che è stato sottratto loro: un'assenza di riguardo e ascolto che le porta a nascondersi, ad isolarsi e a sentirsi in colpa per le violenze subite. Invece bisogna educarsi al rispetto, "cominciando dalle cose piccole, ogni minimo passo in avanti sono metri fuori dal baratro. Aiutarle a recuperare un valore di sé, bisogna dare a queste donne qualcosa in cui non possono sbagliare. In poche parole, ricreare un essere umano".
Inoltre ha ribadito che, secondo lei, si ha torto a vedere la cosa come aspra contrapposizione uomo-donna, quando invece per ricominciare è necessario costruire un dialogo perché anche molti uomini hanno subito o fatto esperienza di violenza in abito familiare. Ed è quello che ribadisce anche Marco Vichi - uno degli autori che ha contribuito a "Nessuna Più" - che dev'esserci uno sforzo congiunto per fare un salto di qualità culturale e di pensiero: gli uomini devono rivalutare la loro posizione, non più concepirsi come possessori esclusivi della vita di una donna, e le donne stesse devono essere forti e lasciare gli uomini violenti, per dire basta e non permettere il perpetuarsi di una mentalià distorta e debole. A questo proposito, l'Assessore alle Pari Opportunità del Comune di Firenze, Sara Funaro, ha ricordato che i centri antiviolenza a Firenze sono completamente gratuiti. Centri in cui, come quello gestito dall'Associazione Frida, le donne sostengono le donne a decidere con la loro testa con azioni di sensibilizzazione e prevenzione.
L'Assessore Funaro ha inoltre concluso dicendo che l'impegno contro la violenza non deve esaurirsi in un solo giorno, bensì essere costante e partecipato. "Non dobbiamo mai smettere di parlarne, se lo facciamo ogni buona cosa fatta scompare ed è come se tutto perdesse significato".

di Fiammetta Pibiri