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venerdì 26 aprile 2024

Caffè-Scienza: le Smarty Plants del Professore Stefano Mancuso

16-01-2015
Il genere umano senza le piante si estinguerebbe rapidamente mentre loro senza di noi vivrebbero meglio.
Il 99,7% della biomassa presente sulla Terra è fatta di piante, le creature più grandi del nostro pianeta sono piante, eppure di circa 50mila disegni rupestri giunti fino ai giorni nostri, soltanto cinque hanno una pianta come oggetto della rappresentazione. Questo rapporto di uno a 10mila dimostra come le piante sono da sempre organismi sottovalutati per la loro apparente staticità e il fatto di essere soggette a predazione.
Il Professor Stefano Mancuso, direttore del Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale (LINV) presso l’Università di Firenze e uno tra i maggiori esperti a livello mondiale, afferma: "Le piante sono organismi intelligenti in quanto seppure non dotate di neuroni e organi, hanno la capacità di percepire gli spazi e i suoni, hanno una perfetta consapevolezza di sè e dell'altro, oltre ad una buona capacità di memorizzazione". Tutto ciò è stato dimostrato, dallo stesso professore, attraverso l'illustrazione di esperimenti e video in time-lapse durante la "Cafferenza - Smarty Plants: verdi non vuol dire stupide" organizzata dall'associazione Caffè-Scienza alla Biblioteca delle Oblate di Firenze giovedì 15 gennaio 2015. Basta ricordare infatti, tornando indietro di un po' di anni, che anche Aristotele le aveva descritte come dotate di una semplice anima vegetativa, qualcosa che era legato soltanto al fatto che erano vive e potevano riprodursi. Questa visione si affermò e rimase invariata per millenni, fino all'avvento di Charles Darwin che, dallo studio delle piante, ricavò parecchie informazioni utili anche alla teoria evoluzionistica. In uno dei suoi ultimi libri “The power of movement in plants”, sostiene molto chiaramente che l’apice radicale (ossia la punta della radice) può essere considerato come un analogo del cervello di un animale inferiore. 

Info: www.linv.org

Davide Del Deo