Città di Firenze
Home > Webzine > Giovani Reporter > ''Unity in Diversity'': intervista all'artista Erica Tamborini
giovedì 25 aprile 2024

''Unity in Diversity'': intervista all'artista Erica Tamborini

09-11-2015

"All united in their diversity" è lo slogan impresso sulla targa commemorativa del convegno "Unity in Diversity". L’opera è stata realizzata dall'artista Erica Tamborini e consiste in una lastra di marmo di Carrara, contenuta in una specifica cornice in pietra serena, sulla quale è incastonato il giglio rosso fiorentino, realizzato in porfido, accompagnato dal titolo dell’evento. Sulla targa verranno incisi i nomi delle Città partecipanti al convegno, in modo da lasciare una memoria storica dell’iniziativa.
Ecco una breve intervista all'artista:

1) Erica, sei la giovanissima artista che è stata scelta per realizzare un'opera in occasione del convegno internazionale "Unity in Diversity" promosso dal Comune di Firenze. Raccontaci qualcosa di te e l'emozione per questo importante incarico.

L’emozione dominante – una volta superata la sorpresa – è stata, in principio, un misto di orgoglio e volontà di riuscire all’altezza del compito a cui ero stata chiamata e che mi ha immediatamente catapultata in un microcosmo fantasmatico. L’idea cardine dell’opera che poi è stata realizzata è scaturita con inattesa immediatezza: un richiamo simbolico alla prima opera d’arte concettuale, di una astrazione che precorre secoli di storia dell’arte, qual è la Tomba di Giovanni e Piero de’ Medici in San Lorenzo… Opera magistrale del Verrocchio. Per me non soltanto un monumento rinascimentale di grande rilevanza ma anche una delle installazioni site specific di più alto esito formale e concettuale che mai sia stata concepita, di una simbologia e astrazione struggenti. Quest’intuizione mi ha esaltata. Poi è subentrato il terrore di non riuscire a mano che si chiariva la delicatezza e la complessità della traslazione di questo richiamo simbolico sul fronte artistico contemporaneo. E qui, per fortuna, ha recitato un ruolo trainante il gruppo, il collettivo messo in gioco da Florence Management Way e dallo stesso Comune di Firenze. Lo spirito di gruppo è stato fondamentale. Ho avuto il sostegno di molte persone… Ho ricevuto inaspettati incentivi. Il lavoro d’équipe ha sollecitato l’affermazione di una poetica relazionale un po’ particolare, la mia poetica… motivandomi fortemente. È bello sentirsi parte di un team affiatato e potersi confrontare e nutrire del concorso di un collettivo… Mi è sembrato di veder concretamente attivata così la mia stessa poetica Insight… Questo è stato importante per me.

2) Come è nato il progetto?

Devo fare un passo indietro: qualcosa come un mese fa… Sono stata chiamata da Florence Management Way – F.M.W., Associazione internazionale di Management no profit, e mi è stato proposto di pensare un’opera rispondente al tema del convegno, testé promosso dalla municipalità fiorentina, Unity in Diversity. Naturalmente mi è stato creato un contatto diretto con il Comune e in particolare l’Assessorato delle Relazioni Internazionali con il quale si sono sviscerati gli obiettivi del simposio. Contemporaneamente, ho avuto un forte sostegno da parte del Consiglio Direttivo di Florence Management Way. In particolare, grazie al fecondo dialogo con il Presidente Gianni Gentili, è emersa l’importanza di incidere su marmo le città rappresentate dai sindaci e dalle delegazioni partecipanti al forum, con in pectore il Sindaco di Firenze Dario Nardella. Tutte queste città egualmente artefici dell’attrazione e diffusione di valori universali che uniscono nella Diversità. Valori che il Sindaco di Firenze ha voluto fortemente irradiare dalla città della Bellezza in memoria di Giorgio La Pira, a sessant’anni dalla conferenza organizzata nel 1955 da quest’ultimo, allora Sindaco di questa città d’arte che ha vocazione universale. Questo incentivo di Florence Management Way è motivabile dal fatto che F.M.W., in quanto associazione che privilegia le eccellenze manageriali/valoriali riconducibili in sintesi alla bellezza e a tutto ciò che rappresenta una città come Firenze, si è proposta di corroborare attraverso una precisa scelta che privilegiava i giovani, un contributo artistico ad hoc; un contributo in grado dunque di potenziare la sfida globale veicolata dal simposio promosso dal Comune di Firenze. Presumo che la scelta di rivolgersi a una artista della mia generazione esprima in sé da un lato gli scopi programmatici di F.M.W. e dall’altro almeno in parte gli stessi obiettivi del convegno. Senza dimenticare la vocazione e il ruolo nella storia della città di Firenze. Pari significato viene ad assumere, credo di poter dire, l’aver coinvolto F.M.W. come partner di progetto un giovane imprenditore toscano, Luca Rossi, della mia stessa generazione, impegnando per la attuazione dell’opera e cioè una targa in marmo su cui incidere per la storia futura una memoria simbolica di questo evento, l’azienda di Luca, l’azienda Rossi Celso dal 1932 di Pietrasanta (Lucca), in cui si coniugano lavorazione tradizionale e all’avanguardia dei marmi pregiati… che sono una delle risorse della Toscana… Ne è nato innanzi tutto un fecondo dibattito interno alla stessa F.M.W. e subito dopo, un ancor più fecondo dibattito allargato. Allorquando il Comune di Firenze ha accolto e fatto proprio il progetto, includendolo fra le presenze di arte che “partecipano” al convegno. Enfatizzando e nobilitando così la stessa tematica proposta dall’incontro tra i sindaci: Unity in Diversity. Alla fine è scaturita – come ho detto – una più ampia e ricca discussione che ha implicato il Comune in molti suoi referenti. Così con il concorso di tutti, attraverso questa coralità che ha unito le singole peculiarità e competenze, è maturata la volontà di portare a compimento l’opera concettuale che ho proposto al gruppo traducendola, per dirla nel mio lessico, in un’opera relazionale. Un’opera idealmente collettiva in cui, muovendo dal ricorso storico, la tomba di Verrocchio di Piero e Giovanni de’ Medici in San Lorenzo, si è giunti alla realizzazione di questa targa epigrafica che verrà collocata dal Comune di Firenze in una sede prestigiosa… Devo forse precisare in cosa consista il richiamo storico… Le misure dell’epigrafe, le cornici, la stessa scelta dei materiali, tutto in questa targa ha valenza simbolica e si rifà, in scala, alle dimensioni del monumento del grande Verrocchio… Il valore e il senso pieno di questa scelta, tuttavia, mi si è manifestato solo dopo, a opera conclusa e collocata nel cortile monumentale di Michelozzo, cuore di Palazzo Vecchio, dopo una frenetica corsa contro il tempo di Luca e dei suoi bravissimi tecnici... Ho avuto piena percezione di ciò in un primo momento vedendo l’opera nel cortile monumentale di Michelozzo, in Palazzo Vecchio, in un secondo momento nell’incontro, emozionante, con il Sindaco di Firenze. Difatti, nel Salone dei Cinquecento, al momento di avviare l’atto performativo di raccolta delle firme dei delegati e dei sindaci presenti, ho illustrato al sindaco di Firenze, Dario Nardella, l’opera prima che questi apponesse la prima firma, dando il via alla performance.

3) Tu hai viaggiato molto, studiato e lavorato sia in Europa che negli Stati Uniti: avendo vissuto in prima persona l'incontro tra culture, qual è la tua opinione sul tema del convegno, ovvero "l'unità nella diversità"?

Assolutamente straordinario e coinvolgente. Un tema che costringe a riflettere iniziando a sbarazzarsi di false barriere, di vuote credenze, di cliché e stereotipi abusati. Direi inoltre che questo tema consenta di affrontare la sempre delicata contemporaneità artistica. Tanto spesso abusata, manipolata e tradita… Fin troppo spesso l’arte contemporanea è subordinata a istanze affatto estranee ma alla fine, come l’arte storica, anch’essa deve emergere in tutta la sua unicità estetica e dunque etica, nella sua diversità o libertà soggettiva e corale… Lo ho vissuto ovunque, da New York a Milano… Senza sentire barriere o muri che impedivano il dialogo con la realtà circostante e tutte le sue criticità, tutti i suoi potenziali…

4) Come gli ideali di unità e dialogo, al centro del convegno, hanno influenzato la tua arte in questi anni?

Devo dire che mi sono riconosciuta in questo. È stato un po’ come ritrovarmi in una comunità aperta in cui era naturale agire secondo le mie idee-guida. In fondo, Insight, questo portale artistico che ho costituito nel 2013, si avvale proprio di ciò… unità e dialogo tra diversità significative, tra competenze differenti, tra culture e linguaggi diversi, nell’unità di una concezione estetica che potrei anche dire neoilluminista… Ma le definizioni di questa mia arte relazionale un po’ eccentrica meglio lasciarle agli addetti ai lavori, alla critica d’arte… Piuttosto vorrei richiamarmi a quanto a detto il Sindaco di Firenze, giacché la mia poetica vi si riferisce esplicitamente. Nardella ha recitato il motto latino “Si vis pacem non para bellum, si vis pacem para pacem” (“Se vuoi la pace non preparare la guerra. Se vuoi la pace, prepara la pace”). Mi permetto di aggiungere una frase di chi ha anche vissuto con la propria persona una completa dimensione artistica… Operaio, attore, poeta: “La Pace è frutto della Giustizia, ma anche della Carità e dell’Amore” (Giovanni Paolo II, Roma 11 febbraio 1991), e l’Amore è la forza che, appunto, tiene unito il mondo nelle sue diversità.