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domenica 22 dicembre 2024

Un viaggio nell'anima segreta della Pergola: il racconto di ''In sua movenza è fermo''

12-01-2016
L'anima di un teatro non vive solo di ciò che vediamo. Il suo cuore non pulsa solo sul palcoscenico, non batte unicamente al ritmo delle voci in scena. Un teatro vive anche di ciò che si nasconde ai nostri occhi, di ciò che avviene nelle sue parti più segrete dove brulicano personaggi reali, dove occhi, cervello, mani e cuore sono al servizio dello spettacolo. Luoghi invisibili al pubblico, ma dove si accende la magia del teatro; luoghi vitali e frenetici, depositari di storie centenarie. Luoghi che si nascondono anche nel Teatro della Pergola, ma che con successo da ben 11 anni, una domenica al mese, fanno cadere quel velo di sacra inviolabilità per essere scoperti, esplorati, raccontati da "In sua movenza è fermo", l'appassionante viaggio-spettacolo della Compagnia delle Seggiole che ci guida dietro le quinte, nel sottopalco, nei sotterranei del più antico teatro all'italiana.

Perchè il titolo "In sua movenza è fermo"? Perché questo era il motto dell'Accademia degli Immobili che tra il 1652 e il 1656 fondò la Pergola e il cui stemma, un mulino a vento visibile anche durante il percorso, evocava la fermezza e la virtuosità delle loro azioni. Da allora sono trascorsi 350 anni, 350 anni di storia che hanno visto centinaia e centinaia di personaggi vivere questi spazi, legati da un uguale amore per il proprio mestiere e le arti. Alcuni di loro, durante questo viaggio, torneranno dal passato per ripopolare gli stessi luoghi che li hanno visti operare nei secoli scorsi; "ombre gentili" che ci incontreranno, ci guarderanno negli occhi, ci parleranno di ciò che hanno vissuto proprio lì, tra macchine, corde, quinte, sale e camerini. Si confideranno a noi spettatori-viaggiatori, si mostreranno commosse, appassionate, spesso ironiche, nostalgiche di un passato lontano. Avranno voglia di raccontarsi, di raccontare una Pergola che non abbiamo vissuto e nella quale sarà bello sbirciare: noi non dovremo far altro che ascoltare le loro storie e, perchè no, chiudere gli occhi per immaginarci in un altro tempo. Nel loro tempo.

A farci da guida e voce narrante lungo il percorso è Massimo Manconi, che ci accoglie in un luogo simbolo della magia e della sacralità del teatro, là dove lo spettacolo ha inizio, ovvero sotto la botola in legno attraverso la quale vengono issate le scene sul palco. Accompagnati da Manconi e seguendo un selciato originario del Settecento, ci addentriamo nel vicolo delle carrozze, l'antico accesso al palcoscenico che nella storia passata della Pergola era una vera strada a cielo aperto, dove passavano le carrozze del Granduca e dei nobili. Ai lati del vicolo possiamo ancora vedere le nicchie utilizzate come botteghe artigiane: da qui uscivano parrucche, baffi, barbe e scarpe grazie alla presenza di sarti, parrucchieri e calzolai che lavoravano esclusivamente al servizio della Pergola. Da qui arriviamo al pozzo e alle grandi vasche, dove venivano lavate e pitturate le stoffe: l'acqua, infatti, era importantissima per un teatro prima dell'avvento della luce elettrica e la Pergola decise di dotarsi proprio di questo pozzo, con cui contrastare un incendio alla minima fiamma. Dopo aver attraversato altri corridoi, giungiamo alla "stanza dei rumori" dove chiudere gli occhi per qualche istante e lasciarsi suggestionare, incantare dalla magia del teatro che prende vita: vento, tuoni e saette sembreranno reali in questa stanza, grazie ad alcune macchine capaci di ricreare una vera tempesta in corso.

Continuiamo il nostro viaggio e raggiungiamo prima il Saloncino, utilizzato per cene di gala, concerti o sfilate e poi la Sala Oro, dove campeggia lo stemma e il motto degli Immobili: è qui che incontriamo la prima "ombra gentile" del nosto viaggio, lo storico impresario della Pergola Alessandro Lanari (interpretato da Luca Cartocci) che percorreva tutta l'Italia alla ricerca di artisti. Grande la sua dedizione al lavoro, al bene del teatro: fu lui a stipulare il contratto con Giuseppe Verdi commissionandogli il "Macbeth", un atto di coraggio e istinto, che venne premiato dal successo riscosso nel 1847. Ed è sempre Lanari a condividere con noi spettatori uno dei pensieri più belli che emergeranno da questo viaggio: "Il teatro non morirà mai, ma rinascerà sempre da se stesso come una Fenice. Siate orgogliosi di respirare questa aria, siate orgogliosi di sedervi su queste poltrone". Pochi passi e raggiungiamo un luogo ben conosciuto dal pubblico della Pergola, il foyer o "atrio delle colonne", dove improvvisamente irrompe la seconda e bizzosa, "ombra": quella della soprano Marianna Barbieri Nini (Natalia Strozzi), sempre elogiata dal maestro Verdi, come lei non mancherà di sottolineare. Una Lady Macbeth che nel 1847 incantò la Pergola grazie alla sua voce "potente come 1.200 cavalli" e che ora coinvolge gli spettatori-viaggiatori con i suoi capricci da diva, reclamando un orlo da fare all'abito di scena durante le prove dello stesso Macbeth. Salutate le buffe bizze della soprano, andiamo a scoprire il dietro le quinte del teatro, per uno degli incontri più toccanti dell'intero viaggio: quello con l'ombra gentile e "amara" di Antonio Meucci (Fabio Baronti), che lavorò come macchinista proprio alla Pergola, creandovi persino l'antenato della sua invenzione più celebre, ovvero un telefono acustico che consentiva di comunicare direttamente con i tecnici operanti sulla graticcia. Non è di questo, però, che Meucci vuole parlare: lui vuole raccontarci di quella giovane sarta di nome Ester che incontrò lavorando in teatro, diventando poi l'amore della sua vita. "Se parlassi della mia invenzione senza prima parlare di lei, sarebbe come cercare di capire la pioggia senza considerare le nuvole", ci confida e l'incontro si fa intenso, vibrante commosso. Lasciati i ricordi di Meucci, ci spingiamo verso il palcoscenico: qui il sipario si aprirà improvvisamente davanti a noi, spalancandoci lo sguardo alla magnifica visione della Pergola, mentre il ritmo del cuore pare accelerare dall'emozione, salendo fino alla gola. Proprio qui, accanto al palco, troviamo poi un vero "sacrario", il leggendario Primo Camerino fatto costruire nel 1906 appositamente per Eleonora Duse (che voleva essere vista per prima solo dal suo pubblico) in occasione di quel "Rosmersholm" di Ibsen con l'allestimento scenico di Edward Gordon Craig. Un incontro, quello con un giovane ed eccentrico Craig, rievocato dalla simpatica sarta personale della Duse (Sabrina Tinalli), la quarta "ombra gentile" che, seduta di fronte alla porta del camerino, ci svelerà aneddoti sulle bizzarrie e sulla personalità della Divina. Il viaggio sta per concludersi, non prima però di raggiungere uno degli spazi più sorprendenti dell'intero teatro: per scoprirlo, dobbiamo scendere alcuni scalini e addentrarci nel sottopalco, dove si aprirà ai nostri occhi la sezione museale della Pergola, ricca di oggetti teatrali storici come la macchina costruita nel 1857 dal capo macchinista Cesare Canovetti per sollevare la platea all'altezza del palco, oppure lo scranno realizzato per Verdi nel 1847 perché si potesse riposare all'occorrenza. Qui nel sottopalco, però, non saremo soli: ad accoglierci troviamo l'ultima "ombra", proprio quella di Cesare Canovetti (Marcello Allegrini) che costruiva la magia del teatro, che fabbricava "il cilindro dal quale qualcun altro avrebbe fatto uscire il coniglio" senza mai apparire in scena, ma sempre camminando in punta di piedi e sussurrando, servendosi solo di muscoli, passione, chiodi e martelli.

Qui si conclude il nostro percorso: un viaggio nell'anima della Pergola, quella che non prende gli applausi dal pubblico seduto in sala, ma che fa sì che il suo sipario possa aprirsi ogni sera sul palcoscenico. Un'anima invisibile, il suo ingranaggio vitale, il principio di tutto: il cuore pulsante che, come ricordato da Lanari nel nostro viaggio, deve farci sentire orgogliosi di "respirare questa aria".

Se volete vivere in prima persona lo straordinario percorso della Compagnia delle Seggiole, segnatevi le prossime date: 14 febbraio, 13 marzo, 17 aprile e 8 maggio. 

Per informazioni e biglietti: www.teatrodellapergola.com

di Alessandra Toni