Si dice che il teatro sia lo "specchio della vita". Come se, una volta apertosi il sipario, assorbisse l'interiorità dello spettatore, ne catturasse le fragilità, le poche virtù e le tante bassezze, per poi restituirle in un'immagine apparentemente deformata e artificiosa, ma intimamente autentica e vera. Questo è il teatro e la compagnia guidata da Glauco Mauri e Roberto Sturno, dal palco del Teatro Niccolini di Firenze, lo ha dimostrato tra comicità, bizzarria e lirismo, puntando lo specchio verso il pubblico e restituendo loro "Quattro buffe storie". E' questo, infatti, il titolo dello spettacolo da loro proposto, con la messa in scena di quattro atti unici scritti da chi, l'animo umano, lo ha messo a nudo, deriso, compatito: da una parte Luigi Pirandello con "Cecè" e "La patente" e dall'altra Anton Cechov con "Domanda di matrimonio" e "Fa male il tabacco".