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venerdì 01 novembre 2024

"The Weather was Mild on the Day of my Departure", incontro online in diretta con Paolo Parisi

04-02-2021
Giovedì 4 febbraio 2021, alle ore 17.30, si terrà l'incontro online in diretta di Paolo Parisi, artista e docente all'Accademie di Belle Arti di Firenze, con il critico e curatore Lorenzo Bruni, in occasione della mostra "Paolo Parisi. The Weather was Mild on the Day of my Departure" alla Building Gallery di Milano. Link alla diretta Facebook: www.facebook.com/building.gallery/ 

Il progetto "The Weather was Mild on the Day of my Departure" è costituito da quattro nuovi cicli di opere che riflettono sulla pratica della pittura e che rappresentano gli ultimi tre anni dell’intensa ricerca dell’artista. Alle opere del 2018-2020 si aggiungono quattro sculture e un video del 2013 che condividono la stessa riflessione allargata sull’oggetto quadro e sulla relazione di quest’ultimo con il contenitore in cui si inserisce. Tutte le opere hanno in comune l’esplorazione del tema dell’eredità del Modernismo e della pittura monocroma, ma anche e soprattutto del viaggio – fisico e mentale – inteso come scoperta e condivisione del mondo con “l’altro diverso da sé”.

La mostra è stata concepita come una narrazione unica che si sviluppa all’interno della Building Gallery di Milano chiamando in causa lo spettatore per mezzo di opere, di cicli e tecniche differenti. L’obiettivo è un’analisi sull’importanza dell’esperienza diretta della visione che, come ci suggeriscono le opere, risulta essere completa soltanto nel momento in cui viene raggiunto un equilibrio tra concetti quali: osservare e percepire, fare esperienza e interpretare, immagine figurativa e astratta, maschile e femminile, saper ricordare ma anche dimenticare. Tentativo che coincide con l’idea di individuare una terza via che sfugga al dualismo occidentale del secolo passato.

I nuovi cicli di opere vanno dai quadri monocromi The Whole World in a Detail (Fabric) (2020) – superfici cangianti per effetto della particolare stesura del colore che rimandano alla preziosità illusoria delle stoffe tipiche della pittura rinascimentale – alle opere site specific dal titolo Alle ragazze d’Italia! (2021), immagini di paesaggi dell’archivio personale dell’artista stampate su stoffa trasparente ricamata con elementi geometrici modernisti ripresi da un manuale di cucito. Gli altri due cicli sono The Whole World in a Detail (2018-2019) – pitture basate sulla ripetizione della forma quadrata del pixel fotografico che però nega se stessa per effetto della stratificazione dei colori – e The Weather was Mild on the Day of my Departure (2018), da cui è preso il titolo di tutta la mostra, costituito da dittici che mettono in relazione un monocromo dipinto, con un’immagine fotografica del paesaggio dello stretto di Messina, tra la Sicilia e il resto d’Italia.

Quello che accomuna le opere di Paolo Parisi in mostra alla Building Gallery di Milano, oltre alla riflessione sugli strumenti della pittura, è la volontà di analizzare i codici con cui l’essere umano interpreta la misurazione, l’immaginazione e la percezione del suo attraversare i luoghi, ma anche come li ricorda e li progetta. Questa esigenza è all’origine sia del lavoro installativo su stoffa Alle ragazze d’Italia!, sia dei dittici The Weather was Mild on the Day of my Departure, come pure delle opere del 2013. Queste ultime sono le sculture della serie U.s.a.i.s.o. (Uno sull’altro in senso orario) (2013) – volumi che rappresentano l’elemento “casa” o “studio” costituite da strati di fogli di cartone e calchi degli stessi, realizzati in gesso – e l’opera video dal titolo Untitled (postcards film) (2013) la cui narrazione cambia continuamente grazie ad un sistema computerizzato che determina in modo random la sequenza delle immagini stratificandole tra loro, processo messo in evidenza anche dalla musica elettronica studiata per l’occasione. Questi due cicli, pur non appartenendo all’ultima produzione dell’artista, sono stati inseriti nel percorso espositivo per evidenziare la coerenza di intenti che da tempo Parisi affronta trovando soluzioni sempre nuove con cui aprire campi di riflessioni distanti, ma anche vicini, tra loro.

Il tema che ritorna costantemente nei lavori di Parisi, che scandiscono la percezione e la re-immaginazione dei due piani dello spazio architettonico della Building Gallery di Milano – come scrive il curatore della mostra Lorenzo Bruni – è il colore e la sua reazione alla stratificazione del tempo della visione. Il colore, nel suo caso, diviene viscere e intelletto nello stesso istante. Infatti, il risultato a cui conduce lo spettatore è quello di interrogarsi sull’idea di esperienza diretta in un tempo dominato dalla globalizzazione digitale e dalla pandemia mondiale, che ha costretto le persone a vivere nel proprio spazio privato pur in totale iper-connessione con tutti e tutto. La necessità di ragionare sulla contraddizione contemporanea di “essere o raccontarsi” è risolta proponendo già una direzione di soluzione per mezzo del titolo della mostra che è preso in prestito dal testo di Joshua Slocum, il primo uomo che nel 1895 naviga il globo in solitaria. La frase in questione fa riferimento al momento della sua partenza dalle coste di Boston senza motore, senza radio, senza GPS, senza carte elettroniche… e persino senza sapere nuotare. Tutto indica una totale aderenza all’istante che non protende al passato, bensì alla scoperta del possibile futuro”.

Paolo Parisi (Catania 1965) vive e lavora a Firenze. L’esperienza dell’arte come pratica cognitiva e la variazione della percezione – legata al cambiamento del proprio punto di vista – sono aspetti fondamentali della sua opera. Una determinata colorazione delle vetrate consente di trasformare la luce del giorno in un altro colore. Il suono registrato dalle sonde collocate sotto la crosta dei vulcani può rendere udibile il movimento della materia. La scultura, realizzata a strati di fogli di cartone ondulato, può essere praticata al suo interno, come se fosse una cavità naturale. Il lavoro di Paolo Parisi riflette sulla pittura e sulle relazioni che essa può instaurare con ciò che le sta intorno, rendendo la fruizione dell’opera un’esperienza fisica che permette di stabilire nuove relazioni tra contenuto e contenitore. Sin dagli esordi la ricerca dell’artista appare incentrata sulla trasformazione in immagine artistica di un assunto iniziale non arbitrario, in quanto volutamente recepito attraverso strumenti che escludono l’interferenza del dato psicologico quali la cartografia, il rilievo architettonico e l’ottica fotografica.
Dal 1993 affianca l’attività artistica a quella didattica, presso le Accademie di Belle Arti (di Bologna e, dal 2010, di Firenze) e attraverso numerose conferenze, workshop e lectures tenute in tutto il mondo. Questo interesse per la trasmissione di un’esperienza condivisa dell’arte si manifesta anche attraverso la partecipazione alla fondazione dello spazio no-profit Base / Progetti per l’arte di Firenze, che propone, sin dall’inizio della sua attività (1998), una riflessione sul ruolo dell’arte contemporanea nella società attuale e sulle modalità di autodeterminazione aldilà delle coercizioni imposte dal mercato dell’arte e dal suo sistema.
A partire dagli anni ’90 ha esposto in numerose gallerie e musei italiani ed esteri.

Per maggiori informazioni: www.paoloparisi.net