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martedì 23 aprile 2024

Base / Progetti per l'arte: "La favola della mela", la nuova mostra di Jose Dávila a Firenze

10-09-2021
Base / Progetti per l'arte, la galleria di artisti per altri artisti in Via San Niccolo 18r a Firenze, presenta venerdì 10 settembre 2021, dalle ore 17.00 alle ore 20.00, la mostra "La favola della mela" che Jose Dávila ha ideato specificamente per lo spazio. Il progetto è costituito da due installazioni scultoree site specific che, attraversando i due ambienti dello spazio non profit di Firenze, entrano allo stesso tempo in conflitto e in sintonia tra di loro. Una roccia sospesa, un tubo di metallo circolare destinato alle costruzioni, un palloncino bianco, una pietra a terra e infine una mela in bronzo sono gli elementi che l'artista messicano pone in un inedito dialogo pieno di tensioni visive e fisiche. L'obiettivo è quello di approfondire, da punti di vista differenti, alcuni temi ricorrenti nel suo lavoro, come la nozione di equilibrio e di straniamento, di scultura e di monumento, di ordine strutturale e caos generativo, fino a porre la questione su cosa si possa intendere oggi con il concetto di naturale o di moderno. Il centro dell'esperienza che Dávila propone allo spettatore fino al 10 novembre 2021 è legata alla visualizzazione, alla volontà di sfidare o di sovvertire gli effetti della gravità. Sono queste tensioni – secondo l'artista – che hanno plasmato e influenzato la storia della scultura - dall'antica Grecia al Rinascimento, dal Neoclassicismo al Modernismo, al pari della ricerca della manipolazione dei materiali o della sintesi di una forza simbolica specifica.

La favola della mela, titolo della mostra, è un simbolo perfetto di come funzionano i sistemi di comunicazione tra cui la scienza e l'arte. Sistemi che hanno la capacità di agire come veicoli narrativi per introdurre concetti astratti nel regno del quotidiano. Le sculture, all'interno di questa mostra, possono essere viste, al pari di gesti intermedi, a metà tra la distruzione incombente e la permanenza immutabile. È la messa in scena di un istante che si espande all'infinito. In parte è una critica al presente espanso dell'oggi tecnologico, dove tutto sembra che avvenga solo qui e ora, ma anche un modo per riflettere sul nostro passato, sul modo di ricordare e di conseguenza sulle modalità di costruzione del nostro futuro”. Con queste parole Dávila descrive il suo intervento a Base specificando inoltre che “utilizzando l'oggetto mela come metafora di una delle più eminenti leggi della fisica (pensiamo alla teoria di Isaac Newton) e contemporaneamente fungendo da simbolo dell'umanità cristiana-occidentale (la rappresentazione del peccato originale), punto a proporre un'esegesi della tradizione della scultura minimalista anni '60, ricorrendo a un vocabolario orientato all'esperienza delle forme che metto in risalto per mezzo della specificità dei loro materiali.”

Jose Dávila (Guadalajara, Messico, 1974; vive e lavora a Guadalajara) ha studiato architettura presso l'Instituto Tecnológico y de Estudios Superiores de Occidente dal 1993 al 1998, tuttavia si considera autodidatta nei termini della sua formazione artistica e dei suoi processi creativi. Fin dall'inizio della sua carriera, a cavallo degli anni '00, realizza delle sculture, pitture, opere fotografiche, installazioni architettoniche e interventi ambientali rivolti a trasformare la percezione dello spazio o a ri-significare gli oggetti della quotidianità. Tutte le varianti di una forma per lui nascono dalle condizioni e dalle caratteristiche dei materiali e dei mezzi utilizzati per manifestarla e immaginarla portandolo così a far convivere fragilità e resistenza, calma e tensione, geometria e caos, traccia e ripetizione, paradosso e norma. Questa sua pratica è direttamente connessa all'esigenza di confrontarsi con il serbatoio della memoria collettiva dell'Arte Concettuale e dell'Arte Povera, ma anche con l'architettura moderna del secolo passato per indagare l'eredità del movimento modernista e su come sia possibile oggi tradurlo, appropriarsene e reinventarlo. Le opere di Dávila si trovano nelle collezioni permanenti di numerose istituzioni tra cui: Museo Universitario Arte Contemporáneo (MUAC), Mexico City, Mexico; Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, Madrid, Spain; Inhotim, Brumadinho, Brazil; Albright-Knox Museum, Buffalo, New York; the Zabludowicz Collection, London; Museum of Modern Art, Luxembourg. Dávila è stato il vincitore nel 2014 dell'EFG ArtNexus Latin America Art Award, ha ricevuto il sostegno della Andy Warhol Foundation, una residenza Kunstwerke a Berlino e il National Grant for young artist del Mexican Arts Council (FONCA) nel 2000. La Getty Foundation ha recentemente assegnato una sovvenzione per sviluppare un'indagine sul suo percorso creativo. Tra le molte pubblicazioni internazionali in cui è citato il suo lavoro sono da menzionare: Cream 3, ed. Phaidon; 100 artisti latino americani, ed. Exit e The Feather e The Elephant, ed. Hatje Cantz.

BASE / Progetti per l’arte è un’idea di artisti per altri artisti. BASE è un luogo unico per la pratica dell’arte in Italia, la cui attività iniziata nel 1998, viene curata da un collettivo di artisti che vivono e operano in Toscana e che si fanno promotori di presentare a Firenze alcuni aspetti, tra i più interessanti dell’arte del duemila. BASE è un dialogo sulla contemporaneità aperto ad un confronto internazionale. BASE / Progetti per l’arte, Via di San Niccolò 18r, 50125 Firenze, è uno spazio non profit la cui attività, coordinata da Lorenzo Bruni, è promossa e sostenuta dagli artisti fondatori con il contributo del Comune di Firenze - Estate Fiorentina 2021 - e dell’Associazione BASExBASE.

Per maggiori informazioni: www.baseitaly.org