A Firenze torna a risplendere la passione per il collezionismo di arte contemporanea. Nella città dei Medici, si rinnova RINASCIMENTO +, un riconoscimento internazionale che il Museo Novecento in collaborazione con MUS.E consegna a eminenti personalità del collezionismo e del mecenatismo per il loro sostegno all’arte e agli artisti. La cerimonia si è svolta domenica 3 ottobre 2021 alle nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio, alla presenza del Sindaco di Firenze Dario Nardella.
In questa seconda edizione, il premio è stato conferito a Gemma De Angelis Testa, Heiner Friedrich, Giuliano Gori, Maria Manetti Shrem, Leonid Mikhelson e Margherita Stabiumi per la visionarietà, generosità e dedizione con cui si sono prodigati nel tempo in varie forme di mecenatismo e nel collezionismo, per incrementare benessere culturale, formazione e sperimentazione artistica. A loro sarà consegnato il gioiello Crisalide di Sole, ideato e realizzato da Maria Sole Ferragamo, giovane designer che ha ereditato dal nonno Salvatore Ferragamo il senso della bellezza e dell’innovazione nelle forme e nei materiali.
“Il nome scelto, RINASCIMENTO +, fa riferimento alla magnificenza dell’arte passata in una visione non statica ma di continuità e di trasformazione.” spiega Sergio Risaliti, direttore artistico del Museo Novecento, ideatore dell’iniziativa “RINASCIMENTO + parla dell’arte e degli artisti, dei collezionisti e dei mecenati, del gusto per la bellezza, del suo rigenerarsi e travalicare le epoche, della rinascita sempre continua dell’amore per l’arte e del perpetuarsi di una creatività innovativa di generazione in generazione. Firenze è ‘destinata storicamente’ a consegnare un riconoscimento internazionale come questo, restituendo un’immagine di sé come città creativa oggi, in cui la luminosa stagione del Rinascimento non è spenta, e dove la passione per l’arte e la sperimentazione non è sfiorita. Un riconoscimento che trova le sue ragioni di essere nella storia e nell’arte del Rinascimento, ma vive delle nuove ambizioni del presente. Palazzo Vecchio e Museo Novecento sono luoghi ideali per ricucire il legame tra antichità e contemporaneità, tra i mecenati di allora e i collezionisti di oggi”.
Non c’è dubbio che Firenze sia stata la culla del collezionismo e del mecenatismo moderno, fenomeni culturali, sociali ed economici necessari all’evoluzione artistica occidentale e al successo di ogni avanguardia. Il Rinascimento, infatti, non si sarebbe affermato senza i Medici, i Sassetti, i Tornabuoni, i Gondi e i Rucellai, solo per citare alcuni dei più grandi sostenitori dell’arte e della cultura in quel tempo glorioso. “Un desiderio di bellezza – prosegue Risaliti il direttore artistico del Museo Novecento - non pomposamente sfoggiato, ma coltivato ambiziosamente come fruttuoso e duraturo beneficio nell’orizzonte della gloria e della memoria future, e soprattutto come anelito alla trascendenza cercando di bilanciare il lato angoscioso e doloroso dell’esistenza terrena, il trauma della violenza e della malattia, che in quell’epoca erano all’ordine del giorno. Dalle passioni dei singoli illuminati, dal loro gusto, dai loro raffinati pensieri, sono nati i musei moderni, a partire dagli Uffizi. La dimensione del privato si è estesa a quella pubblica, per una condivisione allargata di un privilegio originariamente vissuto nella sfera privata”.
Da quell’epoca, Firenze ha esercitato un preciso mandato nei secoli, una funzione necessaria alla strutturazione del sistema dell’arte moderna. La città nei secoli è stata luogo del fare arte, della critica d’arte e dell’investimento in arte: una vocazione, quest’ultima, ininterrotta anche nell’Ottocento e nel Novecento, quando le grandi famiglie borghesi e industriali hanno perseverato in questa logica collezionando e investendo in bellezza e cultura. Firenze è sopravvissuta al suo glorioso passato come crocevia d’artisti, filosofi, poeti, architetti e poi di mecenati italiani e stranieri che nella città di Lorenzo Il Magnifico e di Botticelli hanno coltivato affari, relazioni diplomatiche, alleanze politiche ed economiche attratti tutti dall’aura del Rinascimento. Tra questi si ricordano Stefano Bardini, dal cui gusto e capacità imprenditoriale come mercante d’arte è scaturito quel gioiello museale che è il Museo Stefano Bardini. L’eclettico Frederick Stibbert e lo storico dell’arte Herbert Percy-Horne, le cui collezioni sono un pezzo importantissimo della storia fiorentina. Senza dimenticare il lascito effettuato dallo storico dell’arte Charles Alexander Loeser, con straordinarie opere del Rinascimento oggi conservate in Palazzo Vecchio.
Anche il Museo Novecento è testimone di questa passione per la bellezza e il suo perpetuarsi nelle epoche storiche. L’istituzione museale è nata grazie alla presenza in città di una straordinaria collezione privata donata nel 1970 al Comune di Firenze. La Raccolta Alberto Della Ragione – ricca di 200 opere dei maggiori esponenti dell’arte moderna italiana – rappresenta il vero e proprio pilastro del Museo Novecento. Questo patrimonio di opere d’arte è stato donato alla città all’indomani dell’alluvione del 1966, come ricorda Della Ragione, “quale frutto di una vita d’intensa passione e come un atto di adesione agli sforzi che si fanno per restituire alla città il ruolo di viva capitale dell’arte”. Un patrimonio ingente di sculture e dipinti, che è prova del gusto del collezionista capace di affacciarsi da profondo intenditore nel mondo dell’arte italiana della prima metà del Novecento, con una sua particolare inclinazione e logica critica. Nelle parole del collezionista si leggeva allora un preciso messaggio, valido ancora oggi: ricucire la distanza tra passato e presente, poter colmare lacune e contribuire a un ruolo di Firenze nella contemporaneità̀.
Sono queste le premesse storiche e critiche all’origine di RINASCIMENTO +. Parte allora dal Museo Novecento l’idea di questo premio internazionale che è anche un riconoscimento alla storia nobile del collezionismo e a un’idea del rinascimento come categoria aperta, come narrazione non compiuta definitivamente. Un omaggio alla continua trasformazione dei linguaggi creativi, all’amore per l’arte, alle passioni del collezionista.
Crisalide di Sole è il premio ideato e realizzato da Maria Sole Ferragamo. La crisalide ospita nel suo grembo la forma originale per farla volare di nuovo. La creatività può far rinascere a ogni stagione umana la bellezza, che prenderà sempre nuove forme e altri colori, in materiali e linguaggi sempre diversi. Ecco il significato di quel segno + aggiunto alla magica parola Rinascimento. Che così si manifesta nel suo significato più profondo, di spirito vivificatore, di perenne evoluzione, metamorfosi e reincarnazione. In Crisalide di Sole, il Rinascimento non è quel sogno pietrificato in un passato irrepetibile. Quel desiderio di bellezza, di trascendenza, di armonia cosmica vive sempre e ‘semper’ rinasce. Il concetto di Rinascimento, di rinascita, restituisce un futuro alla memoria fragile dell’individuo: nascere di nuovo, fare accadere le
cose di nuovo, ogni giorno inseguendo armonia e varietas. La natura ci fornisce un esempio straordinario di questo processo nel ciclo evolutivo delle farfalle. Da bruco a crisalide, da crisalide a farfalla. Di questi tre, l’elemento più statico ma al contempo più ricco di novità che genera e crea, è quello della crisalide. Dentro di se, convivono tutta la storia del bruco e tutto il desiderio della farfalla. Crisalide di Sole, si compone di un volume esterno apparentemente statico e rigido, a protezione di una sfera di cristallo al suo interno. La sfera racchiusa nella pelle dell’involucro restituisce allo sguardo di chi la osserva forme geometriche sempre nuove. La crisalide, per Maria Sole, è anche il collezionista, che sa far tesoro di grandi esempi del passato per sostenere e proteggere l’arte di oggi e incoraggiare quella futura. La realizzazione dell’opera in pelle di recupero, cristallo, metallo e marmo ha visto il contributo di eccellenze fiorentine, quali Horme e Accoppiature Mistral per l’involucro in pelle, Leofrance e Cristalleria Nuova Cev, oltre al contributo grafico di Dania Menafra.