La storia “privata” dei Martelli, una delle più significative dinastie fiorentine, al fianco dei Medici dal Quattrocento nella gestione degli affari e della politica, rivive oggi grazie al lancio di una piattaforma digitale che raccoglierà gli oggetti Martelli, rinvenuti grazie al lancio di una call e di una vera e propria “caccia al tesoro” su scala internazionale.
La vicenda dei Martelli abbraccia secoli di storia fiorentina, di ricchezza, arte e nobiltà. Poi però, nel Novecento, arriva la fine della dinastia con la prematura morte degli eredi maschi e l’isolamento delle tre sorelle sempre più chiuse nel fervore religioso. Il mistero dietro il portone del palazzo chiuso, la vendita di tutto ciò che apparteneva al passato “privato”, l’oblio tra i ricordi, la perdita dell’identità quotidiana.
Che fine ha fatto quel patrimonio “privato” dei Martelli? Dove sono i dipinti, le opere, gli oggetti di vita vissuta del Palazzo in via della Forca che furono venduti, donati ma anche indebitamente sottratti fra la fine dell’Ottocento e per gran parte del Novecento?
Da oggi c’è la possibilità di ottenere delle risposte perché l’Associazione Amici dei Musei di Palazzo Davanzati e Casa Martelli avvia l’innovativo progetto “Sul filo della storia, oggetti Martelli cercasi”; volto alla ricerca di quanto non più in loco. Il progetto, condiviso dai Musei del Bargello e sostenuto da Fondazione CR Firenze, si svolge in collaborazione con Associazione culturale fund4art. Cuore del progetto, finanziato nella prima parte, e oggetto della conferenza stampa, è la piattaforma digitale www.casamartellifirenze.it che ha lo scopo di consentire sia agli addetti ai lavori, sia ad un pubblico interessato e curioso, di partecipare a un’esperienza collettiva di tipo nuovo.
Il progetto di ricerca degli oggetti e delle opere perdute arriva a circa venti anni dall’acquisizione da parte dello Stato del Palazzo e della sua collezione, e a circa dieci anni dall’apertura del Museo di Casa Martelli, gioiello artistico in cui rivive l’anima più aristocratica di Firenze, unico nel suo genere perché nato dalla stratificazione creata da una famiglia nobiliare nei secoli.
Paola D’Agostino, Direttore dei Musei del Bargello: “Sono grata all’Associazione Amici dei Musei di Palazzo Davanzati e Casa Martelli per aver attivato questo progetto di ricerca e di restituzione virtuale. Immagino che diventerà per loro progetto prioritario anche nei prossimi anni, nell’aggiornamento e nella gestione della piattaforma digitale”.
Alessandro Belisario, Presidente dell’Associazione Amici dei Musei di Palazzo Davanzati e Casa Martelli: “Siamo qui per presentare un Progetto che è una innovative commistione fra una call scientifica e una call popolare. Fondamentale sarà il rapporto con il quartiere, il territorio di riferimento, gli operatori economici, le realtà fiorentine, le scuole, le istituzioni, affinché questa specie di caccia al tesoro diventi di interesse e curiosità comune”.
Monica Bietti, già direttore del museo di Casa Martelli: “La vita di ogni giorno è piena di oggetti. Oggetti del vivere comune, oggetti che riempiono le nostre case. Fanno parte delle nostre necessità, indicano il nostro stile di vita. Una casa-museo più ne è ricca, più può comunicare al pubblico vasto e diversificato, la micro o macro-storia dei suoi abitanti. E nel bel palazzo aperto al pubblico nel 2009 mancano quasi completamente gli oggetti della vita della famiglia che lo abitò dal sec. XVII al 1986, quando l’ultima delle Martelli, Francesca, morì”.
“Casa Martelli è un patrimonio prezioso per la storia della città – dichiara il Direttore Generale di Fondazione CR Firenze Gabriele Gori – ed è importante sia conosciuta e apprezzata anche dai fiorentini più giovani. Anche per la loro formazione assicuriamo il nostro sostegno a tutte quelle particolari testimonianze di un passato che deve essere conservato e valorizzato come lo sono anche il Museo Horne, lo Stibbert e Palazzo Davanzati”.
Un patrimonio disperso
Proprio per questa vicinanza temporale immaginiamo che molti potranno aiutare a ricondurre in “casa” almeno virtualmente qualcuno di quegli oggetti la cui riacquisizione potrà ricostituire almeno parte del patrimonio fatto di cose, di gesti, di spazi, di persone che abitavano la casa ora divenuta museo.
Il progetto di ricerca
Ma in che modo si potrà partecipare alla ricerca? Semplicemente si tratterà di aderire a una sorta di “caccia al tesoro” dove chiunque abbia notizie, ricordi, immagini e, anche, oggetti potrà collaborare alla ricostruzione virtuale del patrimonio dei Martelli. Le segnalazioni potranno avvenire anche in forma anonima utilizzando la sezione “come aiutarci” della piattaforma con la finalità di ricostruire I fili di una storia tramite i suoi oggetti quotidiani.
Non solo: il patrimonio così faticosamente “ritrovato” diventerà un museo virtuale e interattivo, a integrazione e completamento di quello che Francesca Martelli desiderava lasciare alla città per ricordare nei secoli la storia della sua famiglia, con la pregevole quadreria (con opere di Piero di Cosimo, Luca Giordano, Domenico Beccafumi ed altri) e con gli ambienti e i saloni, favorendo una conoscenza sempre più approfondita di questa dimora che da sei secoli esiste nel centro storico di Firenze.
Accompagnati da “Marti il Grifo” - questo il nome della mascotte del progetto, si andrà alla ricerca degli oggetti e delle opere disperse; la sua lente da detective ci condurrà nel museo virtuale e interattivo rendendo la ricerca un “gioco” per grandi e piccini.
Chi erano i Martelli
Dai primi del Quattrocento sino al Settecento, la famiglia Martelli ha conosciuto la nobiltà e il potere in forte consonanza con i Medici. Con i signori di Firenze aprirono banche, attività commerciali e mercantili, finanziarono artisti, raccolsero opere d’arte a testimonianza del ruolo e del raggiunto potere. Donatello e gli scultori della sua cerchia, Filippo Lippi, Botticelli, Piero di Cosimo furono fra gli artisti a cui entrambe le famiglie si rivolsero e commissionarono opere in parte ancora conservate. A pari dei Medici, nel Seicento i Martelli iniziarono a collezionare dipinti e oggetti destinati a una “galleria” all’interno del loro palazzo che fu arricchita e ampliata fino alla prima metà dell’Ottocento, restando una delle prime e più ammirate dal “Grand Tour” in città.
Cambiato il modo di fare economia e finanza, decadute le rendite fondiarie, mutato il clima politico, dalla seconda metà dell’Ottocento la famiglia iniziò a vendere parte del patrimonio a musei e collezionisti europei e internazionali. A tutto questo si aggiunse la fine della dinastia dovuta alla prematura morte degli eredi maschi dell’ultima generazione, e la scelta delle sorelle Paola, Caterina e Francesca di cedere o donare in favore di chiese, conventi, istituti religiosi. I documenti ci narrano di vendite continue ad antiquari e privati facendo da riscontro al vuoto assoluto degli armadi nelle guardarobe del palazzo. Così si è spezzato il “filo della storia” della famiglia Martelli che oggi stiamo cercando di riunire, per tessere una nuova inedita storia da narrare nel museo.
È questo che muove l’attuale ricerca volta a colmare un vuoto che avvertiamo sempre più profondo nella storia di una delle più importanti famiglie fiorentine, vissuta al potere accanto ai Medici e ai Lorena per oltre quattro secoli.
Altri dettagli:
Da oggi sulla piattaforma digitale è già possibile scoprire le tappe della storia – grazie ad una precisa timeline - e i modi per riconoscere il patrimonio Martelli (stemmi, pezzi mancanti, la ricostruzione di come si presentavano le stanze del Palazzo) per rendere più semplice la caccia al tesoro e riconsegnare questi oggetti alla memoria.
A supporto dell’iniziativa sarà creata una rete di condivisione con partner territoriali e internazionali capaci di promuovere la campagna. Saranno inoltre creati contenuti sui materiali rinvenuti, con studio e ricerca sull'evoluzione dell'aspetto della Casa Museo nei secoli, diffusi anche attraverso canali social dedicati. Sarà quindi interessante ricostruire i passaggi di mano e di proprietà degli oggetti, legandoli alla storia del collezionismo internazionale, e ricostruendo una rete di rapporti in parte conosciuta, in parte inesplorata.