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sabato 02 novembre 2024
Street Art Firenze: danneggiamento del murale "The lost Giant" di Stormie Mills
15-02-2022
“Ci sono persone che anziché custodire e proteggere quanto di bello c’è nella nostra città si divertono a deturpare ogni cosa per il semplice gusto di distruggere. Quello compiuto a Villamagna è un gesto grave e anche profondamente stupido: chi l’ha commesso priva non solo se stesso, ma anche gli altri cittadini di poter godere di un’opera d’arte”. Lo hanno detto il sindaco Dario Nardella e l’assessore alle Politiche giovanili e allo Sport Cosimo Guccione a proposito del danneggiamento del murale ‘The lost Giant’ realizzato dallo street artist australiano Stormie Mills. Il sindaco Nardella e l’assessore Guccione ringraziano l’artista che si è subito offerto di tornare a Firenze per sistemare il murale e, come lui stesso ha detto, “rendere questa cicatrice un ricordo migliore”.
L’opera di Stormie Mills, invitato dal Comune di Firenze con Florence Biennale, era stata inaugurata nell’aprile 2018, una delle prime espressioni di street art nei luoghi selezionati in città per la libera creatività e talento dei writers. ‘The lost Giant’ in barca con i colori dei Canottieri Firenze, il “gigante perduto” che lo street artist aveva realizzato su un muro di Via Villamagna, in un luogo di aggregazione giovanile - nel Quartiere 3 -, vicino alla scuola primaria Kassel e in un edificio che ospita anche la Filarmonica Rossini.
«L’arte è da sempre strumento di civilizzazione e di apertura delle coscienze e delle menti delle persone - ha detto Jacopo Celona, Direttore generale di Florence Biennale che quattro anni fa aveva promosso la realizzazione dell’opera di Mills -. Con questo spirito la Florence Biennale, fin dalla sua fondazione, ha promosso la più ampia diffusione delle arti e della cultura anche nelle periferie urbane e in particolare nei luoghi di aggregazione. Non solo: negli anni sono nati diversi progetti di arte urbana. Nel 2017 è stata ospitata la prima street artist donna dell’Afghanistan, Shamsia Hassani, con un murale (l’unico in Italia) che ha trovato collocazione sul muro perimetrale dell’Istituto tecnico Leonardo da Vinci di Firenze. Nel 2018 è arrivato in città l’artista australiano Stormie Mills, i cui lavori sono incentrati proprio sulla natura solitaria delle periferie che in moltissime città del mondo ospitano i suoi Lost Giants (Giganti perduti) in cerca di casa. Le sue opere attingono a un profondo senso di isolamento eppure ogni personaggio sembra portare un messaggio di speranza. Ogni ‘gigante perduto’ racconta una storia più grande, l’opera si sviluppa e viene creata dall’artista in dialogo con la comunità che la ospita e che ne diventa il custode. Per questo l’opera di Mills non era solo un importante lascito artistico alla città di Firenze, ma rappresentava qualcosa per la comunità del Quartiere 3 a cui era stato donato. Infatti, come casa per questo ‘gigante perduto’, che indossava una maglia con i colori dei ragazzi della Canottieri Firenze, era stato scelto un luogo di aggregazione giovanile, vicino alla scuola primaria Kassel e in un edificio che ospita anche la Filarmonica Rossini. Realtà queste che esprimono al meglio la volontà di contribuire alla crescita della nostra società e alla formazione delle nuove generazioni attraverso lo sport e la musica. Per tutte queste ragioni - prosegue Celona -, non risulta facile comprendere quale possa essere stato il motivo di un simile gesto, tanto deprecabile da non colpire solo l’artista e la sua opera, ma in particolare una comunità intera e i valori che esprime. Un’azione perpetrata in modo gratuito, apparentemente senza una spiegazione e soprattutto che non può essere in alcun modo giustificata. Se qualcuno si fosse sentito in qualche modo colpito da questa opera o dai valori che voleva trasmettere probabilmente ha scelto una esibizione di dissenso assolutamente incivile, a dimostrazione che c’è ancora molto da fare per rendere la nostra società e le persone che la compongono in grado di condividere dei sani valori di tolleranza e civiltà. Siamo profondamente dispiaciuti e come Florence Biennale ci siamo già resi disponibili con il Comune di Firenze e con le istituzioni del Quartiere 3 per collaborare nuovamente, con il coinvolgimento dell’artista Stormie Mills, partendo proprio dal luogo teatro di questa triste, quanto incomprensibile vicenda, con l’obiettivo di riaffermare l’importanza del rispetto e della tolleranza come valori fondanti per un futuro sostenibile».
Da parte sua Donata Meneghello, Presidente della Filarmonica “Gioacchino Rossini” di Firenze, aggiunge: «Non faceva male a nessuno, quel gigante perduto. The Lost Giant è un tipo senza età, dall'aria pacifica sulla barchetta, con quel mezzo sorriso tra il rassegnato e sognante. Il murale di un famoso artista internazionale è stato asfaltato da ignoti con brutali passate di rullo. Ci eravamo affezionati a quella figura un po' goffa dipinta sul lungo muro giallo, inconsapevole custode del nostro piazzale. Un’amara sorpresa per tutti, musicisti, sportivi, ragazzi delle nostre sedi, i bambini della primaria Kassel che lo intravedevano dalla cancellata di fronte. Un gesto di spregio gratuito: accanimento, censura, invidia, rancore sociale, o più semplicemente per effetto di un vuoto esistenziale e culturale che è duro a morire. Noi ci siamo a contrastarlo. Oltre alle periferie occorre riqualificare le culture e gli immaginari, accrescere la coscienza civica. Anche con la musica e con lo sport si può fare».
Raggiunto in Australia dalla notizia, anche l’Artista ha voluto commentare l’accaduto: «Quando i miei amici della Florence Biennale mi hanno contattato per farmi sapere cosa era successo al lavoro al circolo di canottaggio mi sono rattristato - ha scritto Stormie Mills -, non per ciò che è stato fatto al mio lavoro, la pittura è solo temporanea, ma perché avevo ricordi così affettuosi della creazione dell'opera, del processo. Nell'ambito dell'ottenimento dell'ok dai consiglieri del Comune di Firenze, ho partecipato a riunioni in grandi palazzi che non avevo mai visto prima e quando è arrivato il momento di dipingere, la cordialità e l'accoglienza che i membri del club di canottaggio mi hanno dato mi hanno fatto sentire come se stessi facendo qualcosa di speciale per loro. In questi anni, persone che conosco da tutto il mondo sono state in quel club di canottaggio, per fare foto con quel gigante, condividendole con me: una parte della città che normalmente i turisti non visiterebbero, un'altra connessione tra persone e luoghi creata grazie all’arte. Questi ricordi sono stati contaminati, ma non per sempre, non per molto, perché se la situazione generale lo permetterà e gli amici di Firenze lo vorranno, entro la fine dell'anno posso tornare e il murale potrà evolversi: possiamo rendere questa cicatrice un ricordo migliore, che possa trionfare su tutto, grazie a una consapevolezza ancora maggiore degli obiettivi da raggiungere».