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sabato 02 novembre 2024

Galleria dell'Accademia di Firenze: giornata di studi sulle effigi in bronzo di Michelangelo

21-02-2022
Lunedì 21 febbraio 2022, dalle ore 9.30 alle 17.30, la Galleria dell'Accademia di Firenze ospiterà una giornata di studi nell'ambito della mostra appena inaugurata, "Michelangelo: l’effigie in bronzo di Daniele da Volterra" - curata da Cecilie Hollberg - e dedicata alle effigi in bronzo di Michelangelo, attribuite a Daniele da Volterra, con lo scopo di indagare il complesso rapporto tra originali, repliche e derivazioni, avvalendosi del confronto ravvicinato tra le opere attraverso indagini mai condotte in precedenza.

Daniele Ricciarelli, detto da Volterra (1509 – 1566), fu allievo di Michelangelo e a lui era legato da profonda amicizia tanto da essere presente alla morte del maestro nella casa romana a Macel de’ Corvi, il 18 febbraio 1564. Leonardo Buonarroti, nipote di Michelangelo, gli commissionò, subito dopo, due ritratti in bronzo dello zio e all’incarico dell’esecuzione di questi due busti si aggiunse una terza richiesta avanzata dall’amico e antiquario Diomede Leoni. Il da Volterra morì nel 1566 senza aver rifinito le tre teste promesse a Buonarroti e a Leoni, come risulta dai documenti, redatti a partire dal giorno dopo la sua morte. Ma il problema della cronologia e della fusione delle effigi bronzee di Michelangelo è rimasto da tempo nell’ambito degli studi di storia dell’arte un punto da chiarire; sussiste infatti una sostanziale incertezza circa la provenienza dei numerosi esemplari esistenti. Dei nove ritratti esposti in mostra - quelli di Firenze della Galleria dell’Accademia, del Museo Nazionale del Bargello e di Casa Buonarroti, oltre a quelli prestati dal Musée du Louvre, dal Musée Jacquemart-André a Parigi, dall'Ashmolean Museum a Oxford, dai Musei Capitolini a Roma, dal Castello Sforzesco-Civiche Raccolte d’Arte Applicata a Milano e dal Museo della Città “Luigi Tonini” a Rimini - tre sarebbero attribuibili a Daniela da Volterra; resta quindi da chiarire quali siano quelli originali, quali siano quelli più antichi e quali, partendo dal calco originario, sarebbero arrivati dopo.

Per questo motivo, dichiara Cecilie Hollberg, Direttore della Galleria dell'Accademia di Firenze, la mostra ha il merito di aver riunito finalmente e per la prima volta, in un’unica sede, i nove busti in bronzo di Michelangelo, con l'obiettivo, insieme alla giornata di studi del 21 febbraio che riunisce i maggiori esperti nel settore, di risolvere quesiti ancora aperti.

Grazie al progetto espositivo tutti gli esemplari presenti sono stati sottoposti ad una intensa campagna di analisi non invasive, sia classiche dei materiali che con sofisticati strumenti di ultima generazione e con metodologie innovative. Sono state condotte indagini scientifiche mai realizzate in precedenza su queste opere, come le analisi geologiche delle terre di fusione o quelle nucleari (XRF) per determinare la natura e la composizione delle leghe di metallo. La proficua e stretta collaborazione con Mario Micheli - professore di storia e tecnica del restauro presso l’Università Roma Tre, noto esperto del settore che ha lavorato già sui bronzi di Riace e sulla lupa capitolina - insieme a un team formato ad hoc, ha aperto nuovi approcci.

Ogni testa è stata digitalizzata e stampata in 3D in resina in scala 1:1, grazie a Factum Foundation for Digital Technology in Conservation, organizzazione no-profit spagnola specializzata nell’utilizzo delle nuove tecnologie per la conservazione del patrimonio culturale; è stata digitalmente "mappata" nei punti chiave e nelle corrispondenze, sovrapposta e confrontata in un lavoro di ricerca unico nel suo genere, che ha unito per la prima volta l’esperienza digitale al rigore accademico nell’individuazione delle opere originali, nominate nell’inventario della casa abitata da Daniele da Volterra, e della “genealogia” delle varianti da loro derivate. Per aiutare il confronto, sia agli occhi degli esperti che tramite software di machine learning, per l’esposizione i busti in resina sono stati allineati seguendo una linea immaginaria ricercata e tracciata lavorando sulle stampe 3D.

Gli atti del convegno saranno pubblicati in un catalogo scientifico, edito da Mandragora, dove confluiranno le ricerche finora eseguite e i risultati delle indagini diagnostiche, fornendo uno strumento indispensabile per gli studi in questo campo.

L'alto valore scientifico dell'iniziativa è in linea con l'importanza che il MIC-Ministero della Cultura dà sia alla ricerca scientifica, realizzata tramite strumenti tecnologicamente innovativi, che alla divulgazione di tali eventi.

Per ulteriori informazioni: www.galleriaaccademiafirenze.it