Città di Firenze
Home > Webzine > Arte > "La Pala di San Marco del Beato Angelico" di Cecilia Frosinini alla Biblioteca di Michelozzo
sabato 02 novembre 2024

"La Pala di San Marco del Beato Angelico" di Cecilia Frosinini alla Biblioteca di Michelozzo

05-05-2022
Giovedì 5 maggio 2022, alle 16.30, sarà presentato nella Biblioteca di Michelozzo del Museo di San Marco (Piazza San Marco, 3 - Firenze) il volume, a cura di Cecilia Frosinini, "La Pala di San Marco del Beato Angelico: restauro e ricerche". Introdurranno la presentazione il Direttore regionale musei della Toscana, Stefano Casciu, il Direttore dell'Opificio delle Pietre Dure, Marco Ciatti, e il Direttore del museo di San Marco, Angelo Tartuferi, alla presenza della curatrice, Cecilia Frosinini.

I relatori, Giorgio Bonsanti, Segretario Generale dell'Accademia delle Arti del Disegno e già Direttore dell’Opificio delle Pietre Dure, e Gerardo de Simone, Docente presso l’Accademia di Belle Arti di Carrara, presenteranno il volume, che fa parte della collana "Problemi di conservazione e restauro", edito da Edifir. Il libro illustra i risultati del progetto di ricerca e di conservazione che l’Opificio delle Pietre Dure ha portato a termine nel 2019 sulla Pala di San Marco del Beato Angelico, eseguita nel 1438-40 per l’altare maggiore della chiesa domenicana di San Marco, adiacente al convento dove il Frate pittore visse tra il 1438 e il 1455. Un lavoro complesso che dopo anni di indagini e ricerche, e grazie al restauro realizzato presso i Laboratori dell'Opificio delle Pietre Dure, ha consentito di riesporre l'opera nell'ottobre 2019, in occasione dei 150 anni del museo, nella sala del Beato Angelico, dove è concentrata la più importante raccolta al mondo di capolavori su tavola del Frate pittore, recentemente rinnovata e riallestita.

Nei saggi raccolti nel volume si dà conto dei risultati del lavoro, diretto da Marco Ciatti e Cecilia Frosinini, che negli anni ha coinvolto molti tecnici, restauratori ed esperti in un'operazione di restauro che è stata segnata da molte difficoltà e da una non comune complessità, che ha riguardato sia la conservazione del supporto ligneo, sia della pellicola pittorica. Per entrambe sono state messe a punto specifiche ed innovative metodiche, frutto dell’impostazione generale del progetto di restauro inteso come progetto di ricerca. Il volume documenta questa complessità al meglio, con contributi di altissimo livello dedicati alla storia e ai significati dell'opera, alla sua importanza nel percorso della pittura italiana del primo Rinascimento e a tutti gli aspetti metodologici, tecnici e scientifici emersi nel corso del lavoro.

Il restauro ha consentito un recupero strabiliante della pala, molto danneggiata da antichi interventi e restauri non consoni, restituendo al mondo un capolavoro assoluto, e ripristinandone i valori pittorici, cromatici, prospettici, volumetrici, iconografici e simbolici. È stata recuperata anche la funzionalità del monumentale supporto ligneo, eseguito con una tecnica all'epoca rivoluzionaria per corrispondere alla nuova esigenza di disporre la scena dipinta su una superficie unitaria, superando d'un tratto le tradizionali partizioni dei polittici medievali. Già le fonti antiche citano l’opera come innovativa, la prima ‘tavola quadra’ all’antica della pittura italiana, inserita in una monumentale cornice, purtroppo perduta, ispirata alla classicità modernamente rivissuta. Allo stesso tempo, la Pala di San Marco è il frutto perfetto della sintesi eloquente tra Arte e Potere: l’arte aggiornatissima e sublime dell’Angelico e il potere di Cosimo de’ Medici il Vecchio, patrono della chiesa e del convento, ristrutturati a sue spese dall’architetto di famiglia Michelozzo secondo i più recenti dettati del Brunelleschi.

Uno dei risultati dell’intervento, oltre alla conservazione del supporto ligneo e alla restituzione di una corretta lettura dei suoi valori artistici, consiste proprio nell’aver evidenziato il ruolo centrale della Pala di San Marco nell’attività del Beato Angelico, contribuendo alla definizione dell’immagine identitaria del Museo, che è espressione di una sintesi unica tra la vita e l'opera del Frate pittore.