NAM – Not A Museum, il programma d’arte contemporanea di Manifattura Tabacchi, annuncia i vincitori di SUPERBLAST II, il concorso internazionale che assegna sei residenze a sei artisti. L’iniziativa, giunta alla sua seconda edizione, pone al centro la valorizzazione della pratica artistica al di fuori dei luoghi a essa tradizionalmente associati e la riflessione sull’azione umana come traccia, impressa o imprimibile, nella storia e nel tempo, promuovendo lo sviluppo di progetti artistici in dialogo con gli spazi di Manifattura Tabacchi.
Tra le numerose candidature ricevute sono stati selezionati sei artisti multidisciplinari, i cui progetti hanno restituito una riflessione ed un’interpretazione originale degli interrogativi posti dal bando: come passato e futuro convivono nel presente? Cosa imparare dalla crisi, dai processi di collasso e recupero? Cosa rimarrà alle future generazioni di fronte all’infinita stratificazione che caratterizza il tempo che viviamo?
Irene Adorni, Roberto Fassone, Beatrice Favaretto, Lorenzo Lunghi, MERZBAU e Davide Sgambaro realizzeranno sei opere ispirate all’indagine del tema dell’azione umana come traccia, sperimentando linguaggi ibridi in dialogo con un luogo di matrice industriale. Le domande poste dal bando assumono rilevanza maggiore in relazione all’ambiente che gli artisti in residenza incontreranno in Manifattura Tabacchi, nell’ambito di uno dei progetti di rigenerazione urbana tra i più importanti in Italia, e del suo programma dell’arte che prende forma attraverso NAM - Not A Museum.
I progetti sono stati valutati da un autorevole comitato internazionale d’eccellenza composto da curatori d’arte contemporanea: Andrea Lissoni, direttore Artistico Haus der Kunst di Monaco; Elena Magini, curatrice presso il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato; Caterina Molteni, assistente curatrice presso il MAMbo di Bologna; Chiara Parisi, direttrice del Centre Pompidou di Metz.
Ideate secondo le premesse di SUPERBLAST II, le opere saranno realizzate con lo scopo di attivare dinamiche inedite in dialogo con gli spazi di Manifattura Tabacchi. I sei progetti artistici confluiranno in una mostra collettiva, che si svolgerà nel mese di settembre 2022, e in una pubblicazione, curata e edita da NERO Editions, che sarà presentata nel corso dell’autunno e rappresenterà il risultato di un processo sperimentale che vedrà la commistione di pensiero critico e lavoro artistico all’interno di un unico progetto.
Ciascun artista avrà a disposizione 5.000€ per la produzione del proprio lavoro, uno spazio dove realizzarlo e 500€ per il rimborso delle spese di viaggio e trasporto.
Il periodo di residenza, che durerà da maggio a luglio, inaugurerà con un workshop di tre giorni (4, 5 e 6 maggio) dedicato all’esplorazione del luogo e del contesto di riferimento insieme a ospiti autorevoli nel mondo dell’arte e della cultura contemporanea.
A seguire, giovedì 30 giugno, gli Open Studios offriranno un’occasione al pubblico per conoscere e dialogare con gli artisti in residenza, avvicinandosi al mondo che si cela dietro l’atto artistico all’interno degli spazi a loro dedicati.
Il programma di residenze offre un ambiente critico, informale e non competitivo che pone la valorizzazione della pratica artistica al centro di un ecosistema di relazioni con la città e con il mondo più specifico dell’arte contemporanea. Curato da Caterina Taurelli Salimbeni, NAM - Not A Museum vede nell’arte contemporanea uno strumento per stimolare nuove sensibilità e modalità di conoscenza e intende riunire pratiche e linguaggi interdisciplinari per comprendere criticamente il presente ed immaginare nuove possibilità di abitarlo. SUPERBLAST II invita gli artisti a ricreare un palcoscenico ideale, andando a scovare le tracce di mondo che sono rimaste inesplorate, interrogandosi su cosa possono diventare, facendosi teatro itinerante, mappa fantastica e ripensamento continuo dei materiali del passato per prepararsi al futuro.
SUPERBLAST II è un progetto realizzato e promosso in partnership con NERO editions, casa editrice internazionale dedicata all'arte, alla critica e alla cultura contemporanea, e STUDIO STUDIO STUDIO, il laboratorio fondato dall’artista Edoardo Tresoldi per creare e supportare progetti artistici contemporanei.
GLI ARTISTI SELEZIONATI
Irene Adorni (Parma, 1990) vive e lavora a Bologna, dove ha fondato l’artist-run space Parsec. Dopo aver intrapreso studi umanistici all’Università di Bologna alla Facoltà di Lettere, frequenta il Triennio di Pittura all’Accademia delle Belle Arti di Bologna con il prof. Mundula, dove ottiene il diploma nel 2016. Si trasferisce in seguito a Londra, dove conclude nel 2019 un MFA in Fine Arts alla Goldsmiths University of London. Ha recentemente esposto in occasione della mostra ABECEDARIO D’ARTISTA, curata da Gaer in collaborazione con Toro al Palazzo del Governatore, Parma (2021); HOLE, Temporary art peep show, curata da Adiacenze e Tatanka in collaborazione con Andrea Tinterri, Adiacenze, Bologna (2021); HOLD ON, group show curato da Trans-curatorial, The Koppel Project, Londra (2020); ed è stata selezionata per presentare il suo lavoro con Castro (Roma) in occasione di ARTVERONA 2019, Offsite Project. È stata inoltre recentemente inserita nella pubblicazione di Exibart 222 ARTISTI EMERGENTI SU CUI INVESTIRE, a cura di Cesare Biasini Selvaggi e Silvia Conta (2021). Nelle proprie installazioni ambientali, Adorni indaga la relazione tra i corpi nello spazio, esplorando le potenzialità della loro rappresentazione, a partire dalla condizione paradossale che vede l’incorporeità rivestire un ruolo sempre crescente nella dimensione corporea delle nostre esistenze.
Roberto Fassone (Savigliano, 1986) vive e lavora tra Firenze e Pol Sesanne. Ad oggi la sua ricerca riguarda i limiti dell’immaginazione, i sogni lucidi, i titoli delle cose, i trip report, le piccole avventure, Prince, le metafore in cui viviamo, la definizione di gioco, i discorsi pre-partita e le liste. I suoi lavori sono il risultato di una pratica spontanea, rituale e occulta.
Negli ultimi anni Fassone ha esposto e performato il suo lavoro presso istituzioni italiane e internazionali, tra le quali: Vision du Rèel, Nyon (upcoming); Lo schermo dell’arte, Firenze (2021); Istituto Italiano di Cultura, Parigi (2021); Fanta-MLN, Milano (2019); MAMbo, Bologna (2018); OGR, Torino (2018); Castello di Rivoli, Torino (2017); MOCAK, Krakow (2017); Mart, Rovereto (2016); Quadriennale di Roma (2016); AOYS (online), Zkm, Karlsruhe (2015); Japan Media Arts Festival, Tokyo (2014). Nel 2019 ha co-curato con l’artista e performer Kasia Fudakowski Lo scherzo dell’arte, un film festival performativo all’interno del più conosciuto Lo schermo dell’arte Film Festival. Sempre nel 2019 ha vinto il bando IMAGONIRMIA, fondando a Modena Ovest Il Museo del tempo perso. Dal 2012 ha sviluppato un’intensa attività di workshop dedicati all’implementazione del pensiero laterale e creativo in collaborazione con musei (Zkm, Karlsruhe; MA*GA, Gallarate), spazi artistici (Hangar Bicocca, Milano; OGR, Torino) e scuole (MADE Program Accademia di Belle Arti Siracusa; ISD, Dusseldorf).La sua pratica è aperta alla collaborazione: negli anni ha ideato progetti con Federico Tosi, Carolina Cappelli, Riccardo Banfi, Mattia Pajè, Kasia Fudakowski, Jacopo Jenna, Friends Make Books.
Beatrice Favaretto (Venezia,1992) nel 2015 si Laurea presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia, nel 2018 ottiene una laurea specialistica in Nuove Tecnologie per l’arte - Cinema e Video Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Brera. Nel 2021 è tra i finalisti della prima edizione delle Biennale College Arte curata da Cecilia Alemani e Marta Papini; Nel 2020 ha vinto con The Pornographer il Premio Artists’ Film Italia Recovery Fund promosso dallo Schermo Dell’Arte ed è stata finalista al DucatoPrize2020. Le sue mostre recenti includono: 2021,CLAMOR, con Giorgia Garzilli, Jacopo Belloni, Pietro Librizzi, Diego Gualandris, Sala Santa Rita, Roma; 2021, Art City Bologna, a cura di Caterina Molteni e Lorenzo Balbi, Cassero LGTBI+, Bologna; 2021, PRIME TIME, a cura di Adrienne Drake, Ilaria Gianni e Maria Alicata (MagicLantern Film Festival), Fondazione smART, Roma; 2019, Indistinti Confini, Cinema Giorgione, Venezia; 2018, Premio Francesco Fabbri per l'arte contemporanea, Villa Brandolini Pieve di Soligo; 2018, Diaspora, Chiesa di San Carlo (RE), Reggio Emilia. I progetti di residenza includono: 2021\2022, Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia; 2019, Castro Projects, Roma.
Lorenzo Lunghi (Crema, 1993), vive e lavora tra Crema, Milano e Ginevra. Dopo la laurea triennale conseguita nel 2018 in Pittura e Arti Visive presso l’Accademia di Belle Arti Giacomo Carrara, Bergamo, ha concluso nel 2021 il Master in Arti Visive, Work, Master Contemporary Artistic Practices, presso HEAD, Ginevra. Dal 2016 al 2019 ha fatto parte del collettivo DITTO di cui citiamo le mostre: Eclissi, MACAO, Milano, 2018; Spettri (premio MAXXI), a cura di Giulia Gelmini, Villa Farinacci, Roma, 2018; Blind Date, Current, Milano, 2018. Dal 2019 cura una serie di mostre itineranti tra contesti naturali ed extra urbani, tra cui ricordiamo: Erbacce, Monza, 2020; Miraggio, Fontanile Fontanone, Farinate, 2019; FORTEZZA, Giacomq, Bergamo, 2019. I suoi lavori sono stati esposti in diversi contesti, tra cui: Mal di pancia, a cura di AN/CONTEMPORANEA e Lorenzo Lunghi AN/CONTEMPORANEA, Ancona, Italia; Warum ist das Schöne so schwach, a cura di Giulietta, Giulietta, Zürcherstrasse 144, Basel, Switzerland, Macina a cura di Tretre, Via Marco D’Agrate 33, Milano, Italia; Biennale di Monza, a cura di Daniele Astrologo Abadal, Reggia di Monza, Monza, Italia; Leftovers a cura di Luca Poncetta e Localedue, Via Azzo Gardino, Bologna, Italia; Domani Qui Oggi, a cura di Ilaria Gianni, Palazzo delle Esposizioni, Roma; Exception of (not) being, a cura di Essenza Club and Rhizome Parking Garage, Online show, 2020; DEDICHE, a cura di Sonnenstube e Lumpen Station, Sonnenstube, Lugano, Svizzera, 2020; Weaving Home, Limbo off-space, Ginevra, Svizzera, 2020; BAITBALL (01) “I’ll slip an extra shrimp on the barbie for you”, a cura di Like A Little Disaster and Harlesden High Street, Palazzo San Giuseppe, Polignano a Mare, 2020; INSONNE, Sonnenstube, Lugano, Svizzera, 2019; Cristallino, Luogo_e, Bergamo, 2019; Chapter 2 (Autumn), Residenza La Fornace, 2018; Singolare, a cura di Accademia Carrara e Kilometrorosso, Kilometro Rosso Parco Scientifico e Tecnologico, Bergamo; Avviso di garanzia, a cura di Giacinto di Pietrantonio e Simone Ciglia, Fuoriuso, Pescara, 2016.
Merzbau è un collettivo artistico composto da Andrea Parenti (1992, Milano), Nakouzi De Monte (1994, Trieste), Filippo Tocchi (1991, Bologna) e Pietro Cortona (1990, Lecco) che opera tra Torino e Amsterdam e che si interroga sulla processualità della creazione come agglomerato di tensioni e forze plurali. L’interesse per il periferico, l’anti-autorialità e il deviante delinea la cifra stilistica e operativa del collettivo. La sua pratica collaborativa e nomade si fonda su una ricerca estetica e affettiva del periferico e del marginale ed esplora varie tipologie di approcci espressivi, come interventi scultorei e installativi, operazioni architettonico-urbanistiche, progetti curatoriali, assemblaggi sartoriali, opere oggettuali, testuali, sonore e performative. La tensione narrativa è sempre presente e si sviluppa in modo spaziale, plastico e linguistico attraverso architetture spontanee, scenografie transitorie, assemblaggi, sculture e costumi, racconti, performance sonore, reti di associazioni fisiche e psichiche e percorsi di soggettività fittizie che irrompono e pervadono lo spazio. Le sculture espanse realizzate incorporano materiali non tradizionali, scartati e ritrovati, e sono presentate in modo da evocare un’arena dove materia, parola e azione vengono disseminate nello spazio e nel tempo, imponendo una fruizione aperta, non-lineare e psicotica. Il termine scultura emerge in questo senso come un nodo, un crocevia, un luogo di transizione composto da più fenomeni, tra cui oggetti e immagini, testi e attori.
Davide Sgambaro (Cittadella, 1989), vive e lavora a Torino. La sua carriera inizia nel 2015 dopo gli studi all’Università IUAV di Venezia e, negli anni a seguire, partecipa a varie residenze formative e di produzione grazie alle quali realizza alcuni dei suoi progetti più complessi. Nel 2016 ha avuto una breve parentesi formativa a Ècole Nationale Supérieure des Beaux Arts di Parigi nella cattedra di Ann Veronika Jansenn. L’esperienza finisce prima del tempo e, cercando una soluzione economica per sopravvivere, si ritrova a Torino. Nel 2020, assieme alle altre socie fondatrici, fonda AWI Art Workers Italia. La sua ricerca esplora tematiche esistenziali relative alla condizione dell’individuo nel precariato contemporaneo. Servendosi di differenti media, che spaziano dall’installazione alla fotografia, dalla scultura al video, cerca di dar vita a narrazioni caustiche quale risposta alle disparità contemporanee. Attingendo all’immaginario generazionale e adottando un atteggiamento irriverente, attiva dei meccanismi di sopravvivenza per immaginare una nuova utopia. La ricerca è infatti legata a problematiche generazionali con un occhio di riguardo a possibili futuri distopici e a isterie e ossessioni causate dalla corsa alla fama. Le sue opere si presentano attraverso l’utilizzo di paradossi narrativi innescati tramite tracce di una corporalità effimera. Il corpo è tramite del gesto provocatorio, ironico, che, assieme alla traccia postuma, resiste allo stato catatonico e modifica lo spazio e la materia. L’importanza dell’interazione fisica è quindi chiave di lettura per le installazioni che spesso giocano con pratiche site specific e partecipative.
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NAM - Not A Museum è il programma di arte contemporanea di Manifattura Tabacchi, incentrato sulla produzione di progetti artistici ed espositivi e la connessione dei soggetti coinvolti nel sistema culturale, secondo un’impostazione interdisciplinare e collaborativa aggiornata sulle attuali tendenze nel mondo contemporaneo. Inserito in un contesto ibrido e in trasformazione come quello di Manifattura Tabacchi, NAM ha fin da subito accolto la sperimentazione dei linguaggi interdisciplinari e l’indagine dei temi urgenti del contemporaneo come direttrici della propria programmazione.
Per info e aggiornamenti sul programma NAM – Not A Museum: www.notamuseum.it