In occasione della XIII edizione del Middle East Now Festival, Museo Novecento ospita fino al 23 ottobre 2022 la mostra "Bound Narratives", a cura di Roï Saade. L’esposizione presenta una curata selezione di libri di fotografia realizzati “da” e “sul” Medio Oriente e Nord Africa, da un’ampia varietà di autori e artisti di talento.
“Il photobook viene presentato oltre la sua definizione classica”, dice Roï Saade, artista, fotografo, designer e curatore della mostra. “Attraverso una selezione di oltre 30 libri di fotografia documentaria, diari, ricerche accademiche, saggi, immagini d’archivio, schizzi e altro, Bound Narratives sottolinea l’importanza di condividere la miriade di prospettive delle comunità locali e diasporiche, il potere delle narrazioni sovversive e dell’autorappresentazione. Un progetto che invita lo spettatore ad espandere le proprie conoscenze e scoprire narrazioni di ampio respiro provenienti da paesi come Tunisia, Algeria, Turchia, Iran, Libano, Marocco, Arabia Saudita. Una mostra che mira a creare canali di comunicazione tra i creativi e professionisti del settore e gli appassionati di libri, con la volontà di migliorare l’accesso del pubblico ai libri di fotografia. Infine, in un mondo guidato dalla tecnologia e dall’incertezza, Bound Narratives vuole promuovere il grande valore del libro stampato.”
Tra i libri in mostra un focus specifico è dedicato a 5 photobook e ai loro autori, scelti perché legati al tema “An Abstract of Home” di Middle East Now 2022. La selezione include Disquiet Days, che racconta gli 11 anni di indagine del fotografo Bruno Boudjelal sulle sue origini, la sua identità e la sua famiglia sconosciuta in Algeria. Abandoned Dwellings: A History of Beirut in cui Gregory Buchakjian intraprende uno straordinario progetto artistico di ricerca sulle abitazioni abbandonate della capitale libanese.
Desert of Pharan di Ahmed Mater, uno dei più celebri artisti e fotografi sauditi, che traccia le origini della città della Mecca e le storie nascoste dietro la sua più recente trasformazione. Zanjir, una conversazione immaginata tra l’artista iraniana Amak Mahmoodian e la principessa persiana e scrittrice di memorie Taj Saltaneh. E poi ancora Hello Future, una summa della pratica fotografica, performativa e cinematografica della famosa artista emiratina Farah Al Qasimi, in cui attraverso una grande attenzione per le superfici coloratissime e le texture vivide vuol far emergere le strutture postcoloniali di potere, di genere ed influenza estetica nei Paesi del Golfo, indagando gli effetti culturali della globalizzazione e delle migrazioni in generale.