Giovedì 20 ottobre 2022 nella sede di IED Firenze, in via Bufalini 6R, apre Eco-esistenze: forme del naturale e dell'artificiale, una mostra collettiva che indaga come gli spazi naturali e artificiali convergono tra loro. Attraverso le opere di Leone Contini, Simone Donati, Claudia Losi, Elena Mazzi, Eléna Nemkova, Caterina Sbrana, e Nicola Toffolini, ci si addentra in un territorio aperto che permette di superare le concezioni di uomo e natura quali due entità separate. Il rapido sviluppo della tecnologia, dei processi produttivi e dei sistemi sociali, ha fatto sì che le barriere tra naturale e artificiale siano diventate sempre più permeabili e complesse. Attraverso l’adozione dei linguaggi della cultura, dello studio antropologico, della scienza e del racconto, Eco-esistenze, in programma fino al 7 dicembre 2022, si propone di ampliare la comprensione di questa relazione ancora in continua ridefinizione.
Il progetto nasce in relazione alla mostra Olafur Eliasson: Nel tuo tempo ed è frutto della collaborazione tra la Fondazione Palazzo Strozzi e il Master in Curatorial Practice di IED Firenze. È coordinato da Daria Filardo (IED) e Martino Margheri (Palazzo Strozzi) con lo sviluppo curatoriale della classe 2021/2022 del master (Carmen Ferreira De Terenzio, Marica Pia Galtieri, Veronica Gomez Puig, Elena Graglia, Beatrice Guercini, Sara Labianca, Shana Maria Lewis, Yolimar Martinez Merced, Anabella Salazar, Elena Sinagra, Wang Le).
Il dialogo con gli artisti, la mostra e le attività del public program saranno raccolte in una pubblicazione realizzata con Kunstverein Publishing, Milano.
Eco-esistenze presenta un nuovo approccio agli spazi educativi di IED, rinnovati per l'occasione e trasformati dagli artisti in spazi espositivi. Il dialogo tra arte e pratiche pedagogiche interroga la funzione del linguaggio visivo al di là dell'oggetto stesso e consente ai visitatori e agli studenti della scuola di vivere l'arte in uno spazio non istituzionale. La mostra trasforma la scuola ma non si conclude con l’esposizione delle opere. Oltre agli spazi espositivi Eco-esistenze: forme del naturale e dell’artificiale si svilupperà coinvolgendo il pubblico attraverso un ricco programma di incontri e iniziative che si svolgeranno presso Palazzo Strozzi e negli spazi limitrofi della città.
Eco-esistenze mira a riconsiderare e rivalutare la relazione tra l’uomo e la natura: in un momento in cui i prodotti e le attività umane si sono ormai mescolati interamente con ciò che un tempo era considerato una sfera separata della natura, si mette in discussione la dualità tra l’uomo e l’ambiente. Come definire quindi questa realtà in cui il rapporto tra uomo e natura è sospeso?
Nella sede espositiva, Leone Contini propone un video e una installazione site-specific: esplorando la periferia di Firenze, l’artista indaga la relazione esistente tra piante, animali e persone che abitano una particolare area della città. Simone Donati presenta una serie di fotografie che mostrano alcuni luoghi dell’Appennino meridionale italiano dove piccole comunità hanno scelto di vivere stabilmente mantenendo vivo il loro rapporto con un paesaggio aspro ed ostile. Claudia Losi espone una serie di dieci tele ricamate, realizzate nel 2007 negli Emirati Arabi Uniti su commissione della Sharjah Biennial 8, dove sono ricostruite le origini organiche e minerali del petrolio e dei suoi derivati, ripercorrendo il tempo fossile a cui appartengono, inserendosi così nella ricerca che l’artista porta avanti intorno ai processi naturali che influenzano la sfera economica, politica e ambientale. Elena Mazzi presenta un video, realizzato grazie al finanziamento di “Cantica21 Italian Contemporary Art Everywhere”, che analizza le trasformazioni economiche e geopolitiche delle zone artiche aprendo una "Rotta del Nord" che collegherà Europa, Russia e Cina. Eléna Nemkova espone una selezione di sculture che esplorano il naturale e l'artificiale incorporando elementi organici come pietre, fossili, legno e polvere di lava con elementi artificiali e oggetti stampati in 3D. Caterina Sbrana mostra due dipinti e un bassorilievo eseguito premendo le capsule dei papaveri, raccolti durante la stagione di fioritura, sulla tela al fine di realizzare la mappatura di un terzo paesaggio urbano esplorando contemporaneamente il rapporto tra le aree verdi periferiche e la città. Nicola Toffolini propone tre disegni dettagliati e intricati che approfondiscono i processi naturali all'interno di un mondo che cambia, riflettendo su come i meccanismi ambientali possono ancora prosperare ed esistere in un paesaggio così mutevole.
Le riflessioni proposte nella mostra saranno ulteriormente ampliate dagli artisti attraverso il public program dove ognuno di loro allargherà il campo di indagine proponendo attività che attraverso processi collettivi proporranno nuove prospettive di incontro fra uomo e natura: i workshop includeranno esplorazioni degli spazi della città di Firenze con il pubblico superando i confini degli spazi artificiali e naturali. Passeggiate, laboratori, conferenze e discussioni si terranno in giardini, parchi e altri spazi limitrofi.
Leone Contini approfondirà questa riflessione attraverso una conversazione pubblica con la comunità vicina alla periferia. Simone Donati ha progettato un workshop con alunni delle scuole superiori dove verrà esplorata la relazione fra il paesaggio naturale e il paesaggio artificiale attraverso il medium fotografico. Claudia Losi propone un'esplorazione di diverse tipologie di giardino attraverso i quali è possibile indagare il rapporto tra natura e cultura, la simbiosi e la spontaneità della vegetazione insieme all'elemento umano. Elena Mazzi propone un workshop per adulti aperto al pubblico dove sarà analizzata e ripensata insieme ad alcuni ospiti l’idea di mappa (geografica, ambientale, personale) della regione artica teatro di profondi cambiamenti a causa del riscaldamento globale che stanno ridisegnando le vie di transito e gli equilibri geopolitici globali. Eléna Nemkova ha ideato una lecture performativa insieme allo scienziato Claudio Garbelli negli spazi di Palazzo Strozzi. Caterina Sbrana affronta i temi della sua ricerca sulla mappature del terzo paesaggio attraverso uno spunto letterario L’isola di cemento di J. Ballard per guardare agli snodi urbanistici delle rotonde e isole del traffico della città di Firenze e di altre aree urbane e alla natura spontanea che custodiscono in una lecture dialogo con l’architetta e scrittrice Annalisa Metta. L’interesse per la letteratura e le teorie sulla natura hanno motivato Nicola Toffolini a guidare un gruppo di lettura e pensiero critico attraverso cui saranno discussi in un evento pubblico i temi trattati nei due testi: Il Primo Inverno di Philpp Blome Isole dell’abbandono di Cal Flyn.
Tutte le attività sono pensate e sviluppate a stretto contatto fra gli artisti, gli studenti del master e le istituzioni, e offrono uno sguardo complesso e articolato che completa il percorso espositivo.
Per maggiori informazioni: www.ied.it