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giovedì 26 dicembre 2024

International Museum Day: apertura gratuita dei musei dell'Università di Firenze

18-05-2023
Giovedì 18 maggio 2023, dalle ore 17.00 alle 20.00, in occasione dell’International Museum Day promossa dall’International Council of Museums (ICOM), il cui tema nel 2023 è 'Museums, Sustainability, and Wellbeing', il Sistema Museale di Ateneo estende l’orario di apertura dei suoi musei con l’ingresso gratuito e il coinvolgimento di studenti e dottorandi dei Dipartimenti per accompagnare i visitatori. Il Museo di Geologia e Paleontologia (via La Pira, 4), il Museo di Antropologia e Etnologia, (via del Proconsolo, 12) e l’Orto botanico “Giardino dei Semplici” (via Micheli, 3) prolungheranno il proprio orario e saranno aperti dalle 17 alle 20 con ingressi gratuiti senza prenotazione.

I Musei contribuiscono in modo determinante al benessere e allo sviluppo sostenibile delle nostre comunità. In quanto istituzioni autorevoli e tasselli rilevanti nel nostro tessuto sociale condiviso, rivestono un ruolo fondamentale nel processo di cambiamento verso un futuro più positivo e sostenibile.

Il Museo di Geologia e Paleontologia è dedicato ai fossili di grandi mammiferi, di molluschi e di vegetali che illustrano la storia della paleontologia e sono preziosi testimoni del passato della Terra. Di forte impatto sono gli scheletri di grandi proboscidati, tra cui un mastodonte dalle lunghe zanne e di corporatura tozza, e un grande elefante adulto alto quattro metri. Esposti anche gli scheletri di animali vissuti milioni di anni fa in Toscana, quando il territorio era una savana: il leone delle caverne, il leopardo, la tigre dai denti a sciabola. Sono in mostra gli scheletri di sirenidi, grandi mammiferi acquatici erbivori antichi, lontani parenti degli elefanti e progenitori dei Dugongidi e dei Lamantini ancora presenti nell’Oceano Atlantico e in quello Indiano. Un’intera sala è dedicata al cavallo che in origine (55 milioni di anni fa) aveva le dimensioni di un cane di media statura. L’allestimento permette di vedere e comprendere l’evoluzione avvenuta per questo splendido animale. Un reperto di straordinario valore per lo studio dell’evoluzione e unico al mondo è lo scheletro – ritrovato nella Maremma Toscana - dell’Oreopithecus bambolii, una scimmia antropomorfa vissuta 9 milioni di anni fa che ha molte similitudini con gli ominidi. Per la parte dedicata ai fossili dei continenti extraeuropei sono presenti gli scheletri di grandi uccelli non volatori (Moa). Sono poi esposti esemplari di ammoniti e altri invertebrati fossili delle varie ere geologiche: dalle stromatoliti della Mauritania, formazioni fossili dalle forme curiose che rappresentano le prime testimonianze di vita della Terra (700 milioni di anni) fino ai molluschi pliocenici (5-1,8 milioni di anni). Anche l’evoluzione del mondo vegetale è documentata dalla grande collezione paleobotanica. Chiude l’esposizione la modernissima Sala della Balena, uno spazio immersivo nel quale il visitatore può camminare ‘sul fondo del mare’ a fianco dello scheletro - lungo 10 metri - di un balenotteride vissuto tre milioni di anni fa, e oggi esposto assieme ai resti degli animali che si sono nutriti della carcassa, dai grandi squali ai piccolissimi vermi mangia-ossa. La sala racconta l’ecosistema esistente in Toscana tre milioni d’anni fa, quando la regione era in larga parte coperta dal mare.

Il Museo di Antropologia ed Etnologia, fondato nel 1869 dall’antropologo Paolo Mantegazza, perseguiva l’intento di raccogliere le testimonianze della diversità umana: 18 sale espongono prestigiose e ricche collezioni etnografiche, documento di grande importanza delle culture del mondo. Sono presenti oggetti di ogni tipo che illustrano usi e costumi di vari popoli: abiti, accessori di abbigliamento, ornamenti e gioielli, elementi architettonici, idoli e amuleti, armi da offesa, da difesa e da caccia. E ancora, utensili per la produzione agricola, per la pesca e per la vita domestica, oggetti d’arredo delle abitazioni, strumenti musicali, oggetti liturgici di culti diversi, libri, dipinti e manoscritti. Le più antiche collezioni risalgono al XVI e XVII secolo, provengono dalle raccolte medicee e sono dovute all’interesse della famiglia Medici che collezionava oggetti raffinati provenienti dal Nuovo Mondo. Spettacolari le testimonianze dall’America Meridionale con i manufatti del popolo dei Tupinanba, in particolare i due mantelli di Ibis Rubra. Rarissimi gli oggetti della cultura Ainu, dall’isola di Hokkaido in Giappone con kimono, gioielli e utensili domestici. Attraggono l’attenzione del visitatore le mummie dal Perù del periodo Inca e, dalla Polinesia, uno spettacolare abito da lutto (Heva). Nella sala della Nuova Guinea ammiriamo colorate maschere da lutto e crani-trofeo. E ancora, testimonianze dall’America del Nord, Lapponia, Siberia , Arcipelago Indonesiano, Corno d’Africa , Sudafrica. Al piano terra, si trovano le stupende sale dedicate del “Museo Indiano” con le collezioni raccolte e riunite da Angelo De Gubernatis, noto orientalista, durante il suo viaggio in India. Tra i reperti più significativi sono da ricordare una serie di bronzi di significato religioso, alcune formelle in avorio con scene a sfondo erotico provenienti dal trono di Tanjore, varie sculture e frammenti architettonici di templi, giochi, ceramiche, stoffe e tessuti. Notevole anche il ricco archivio fotografico. Patrimonio del Museo è una collezione di migliaia di fotografie scattate tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900, prezioso corredo documentario delle raccolte etnografiche.

L'Orto botanico "Giardino dei Semplici", creato dai Medici come giardino di piante medicinali (i Semplici) nel 1545, è fra gli Orti più antichi al mondo. Tra Cinquecento e Seicento ebbe un periodo di grande splendore. Si sviluppa su un'area di oltre due ettari, al chiuso e all'aperto. Nelle serre calde e fredde, costruite nel XIX secolo, sono collocate le piante tropicali e subtropicali tra cui, particolarmente importanti, la collezione di Cicadee, Ficus, Palme, una antica collezione di Agrumi, piante succulente e acquatiche, oltre ad una ricca collezione di piante di usi tradizionali etnobotanici. All'aperto troviamo le piante alimentari, le aiuole di piante medicinali e velenose, il giardino zen, le aiuole per l’acclimatazione di palme esotiche e cicadee, le ortensie con numerose varietà, la collezione storica delle azalee, le vasche con le piante acquatiche, fra le quali anche specie meritevoli di conservazione, oltre al fior di loto e le ninfee. Tre teche contengono una piccola collezione di piante carnivore. E poi potrete vedere la collezione degli agrumi con varietà antiche e curiosità come l’arancio turco e il chinotto. Nell'Orto sono presenti più di 200 alberi, fra i quali di grande suggestione sono i 5 alberi monumentali, tra cui il Tasso piantato nel 1720 - l'esemplare più antico nell'Orto - e la Sughera del 1805. Molto interessanti i percorsi tematici: l'evolutivo tra varie specie di piante vascolari con numerosi "fossili viventi", il percorso sulle rose antiche e moderne e quelli sensoriale, tattile e olfattivo per non vedenti. Il visitatore si può orientare nel giardino grazie ai totem colorati che indicano i diversi percorsi e ai pannelli che illustrano le caratteristiche principali degli esemplari e delle collezioni.   L’Orto botanico, un'oasi verde nel cuore di Firenze, è anche un rifugio per gli animali. Durante la visita sarà possibile vedere diverse specie di uccelli o sentirne il canto. Con un po' di fortuna potreste imbattervi nell'airone bianco maggiore, nell'airone cenerino e nell'allocco. Una mangiatoia per uccelli è installata vicino al boschetto di bambù: si possono così osservare altre specie di volatili, dalle più comuni del panorama cittadino – tra cui il pettirosso e la cinciallegra – ad altre meno facili da vedere come il picchio muratore e il codirosso. Nel periodo primaverile è possibile osservare il tritone crestato italiano, un curioso anfibio. Anche lo scoiattolo è un ospite fisso del Giardino dei Semplici. E l'hotel per insetti, nei pressi della vasca centrale, offre riparo ad alcuni insetti utili per le impollinazioni e per il controllo biologico delle patologie che attaccano le piante.

Per maggiori informazioni: www.sma.unifi.it